In Giappone è molto pesante la fiscalità sull'automobile di Piero Casucci

In Giappone è molto pesante la fiscalità sull'automobile Aspetti contraddittori del boom motoristico nipponico In Giappone è molto pesante la fiscalità sull'automobile Per questo motivo sono popolari le « microvetture » di 360 cmc - Il governo vorrebbe imporre per l'acquisto di ogni macchina nuova un prestito obbligazionario (Nostro servizio particolare) Tokio, aprile. Circa il 25 per cento della produzione automobilistica giapponese riguarda una classe di vetture pressoché sconosciuta in altri Paesi, quella limitata a 360 cmc. Si tratta, infatti, di una cilindrata peculiare di questa industria, conseguente al sistema fiscale in atto nel Paese, che classifica le automobili, però, anche in base alle loro dimensioni generali. Le auto che pagano meno tasse sono appunto le 360 cmc, ma esse devono anche non superare 3 metri di lunghezza e metri 1,30 di larghezza. Tali rigide dimensioni non sono cervellotiche, ma tengono conto della reale situazione del Paese in fatto di sti'ade. Il Giappone ha compiuto progressi enormi in campo industriale, ma l'automobile — anche qui — è stato un fenomeno esplosivo che ha colto di sorpresa mettendo in crisi la struttura viaria che d'altra parte, in questo Paese, era già molto precaria all'inizio dell'era della motorizzazione, ed è tuttora inadeguata. Tenendo conto di questa situazione, il sistema di tassazione influenza la tecnica e cerca di sedurre l'acquirente. La 360, oltretutto, è il naturale « primo gradino » per chi, provenendo dalle due ruote, voglia passare alle quattro. . Quando la Fuji Heavy Industries diede inizio, nel 1957, alla produzione dell'ormai notissima Subaru 360, lo fece con questo intento. Sino alla fine della seconda guerra mondiale la Fuji era stata una delle maggiori fabbriche di aeroplani del Paese sotto il nome di Nakajima Aircraft Co., costruttrice, fra l'altro, del noto velivolo da combattimento « Zero ». La Subaru 360 del 1957 è rimasta praticamente immutata per 12 anni, e avrebbe probabilmente continuato ancora a lungo nella sua veste originaria se dieci anni dopo non fosse comparsa sul mercato una rivale, la Honda 360, rivelatasi subito temibilissima. Grazie alla notorietà acquisita in campo sportivo (moto e auto), la piccola Honda fece rapidamente breccia nel cuore dei giovani, e appena un anno dopo essere stata posta in produzione riuscì a superare la Subaru in fatto di immatricolazioni, ma la microvettura della Fuji, successivamente aggiornata, conserva una buona fetta del mercato delle « minime », e solide quotazioni in quello dell'usato. Oggi 7 diverse marche costruiscono vetture di questo tipo: le già menzionate Fuji e Honda nonché la Toyo Kogyo («Carol»), la Mitsubishi («Minica»), la Suzuki (« Fronte »), la Daihatsu Kogyo («Fellow») e la Aichi (« Cony »). Identiche, o quasi, in fatto di dimensioni, esse differiscono fra loro (ma poco in verità), relativamente alle caratteristiche meccaniche, i motori essendo prevalentemente a due tempi, collocati posteriormente e raffreddati ad aria. Ma c'è anche un 3 cilindri, quello che equipaggia la Suzuki « Fronte ». Nella speciale versione montata sul modello sportivo 360 SS, tale motore offre una potenza massima di 36 cv a 6000 giri contro 36 cv a 9000 giri del bicilindrico Honda, uno dei pochi a 4 tempi e uno dei pochi montato anteriormente. Altra caratteristica comune alle « mini » giapponesi è che, a parte i coupé, ciascuna di esse trasporta 4 persone. Tuttavia il fatto che questa classe di vetture sia ovviamente popolare non viene considerato un fattore positivo nella strategia dell'industria automobilistica giapponese, ma una palla al piede, in quanto assorbe una buona parte del potenziale produttivo senza alcuna speranza' di sbocchi concreti all'estero. Se la fiscalità gioca un ruolo decisivo a favore delle 360, che pagano 6300 lire di tassa di circolazione l'anno contro 36.000 delle 1500 e 51.000 delle 2000, essa non è molto generosa nei riguardi dell'automobile in generale. Esiste fra l'altro anche una tassa d'acquisto (15 Vo per le vetture sino a 2000 cmc, 30"ò per quelle sino a 3000 e 40".b per le oltre 3000). In 5 anni di tempo, ha messo in luce uno studio dell'Associazione giapponese fra i costruttori di automobili, l'utente corrisponde allo Stato — in tasse — un importo pari a quello del prezzo di listino del veicolo da nuovo. Ma la situazione tende a peggiorare perchè il governo intende finanziare, in parte, il nuovo programma di costruzioni autostradali facendo ancora una volta leva sugli automobilisti, i quali, all'atto dell'acquisto di una vettura nuova, dovrebbero sottoscrivere un prestito obbligazionario per un importo pari a circa 85.000 lire. E' inutile dire che questo progetto incontra la fiera opposizione dei costruttori e dei commercianti di automobili. Piero Casucci La piccola Honda 360 a trazione anteriore viene costruita anche con motore di 600 cmc

Persone citate: Aichi, Fuji, Heavy, Nakajima

Luoghi citati: Giappone, Tokio