I vescovi: "Votate secondo coscienza"

I vescovi: "Votate secondo coscienza" Il documento dell'Episcopato | I vescovi: "Votate secondo coscienza" Per la prima volta dopo la guerra non vincolano i cattolici all'« unità politica » - Ribadito no al divorzio; dialogo con le Acli (Nostro servizio particolare) Roma, 14 aprile. Per la prima volta nel dopoguerra, e a meno di due mesi dalle elezioni di giugno, i vescovi italiani hanno esortato i cattolici a responsabili scelte concrete dettate «da una retta coscienza », anziché vincolarli alla consueta formula dell'« unità politica ». E' il passo più rilevante sul piano politico fra le novità del comunicato finale sull'assemblea dell'episcopato, diffuso oggi dopo attenta revisione in altissima sede. Dopo avere invitato cittadini ed autorità alla collaborazione e ad «un più alto costume morale » per progredire nella libertà e senza violenza, i vescovi clùedono ai cattolici una coerente testimonianza fra la loro fede e la loro vita. E proseguono: « Anche le doverose scelte concrete per la promozione del bene comune vanno fatte secondo i dettami di una retta coscienza, illuminata dal messaggio evangelico e dall'insegnamento della Chiesan. « Spetta alla loro coscienza, già debitamente formata, inscrivere la legge divina nella vita della città terrena ». concludono. Questo appello alla « retta coscienza » è bilanciato dalla ribadita opposizione dei vescovi al progetto di divorzio all'esame del Senato. Essi ricordano, da un lato, un loro documento del 1968 in cui ammettevano la necessità di riformare il diritto di famiglia, dall'altro una mozione oltranzista contro.il divorzio, approvata nella precedente assemblea del settembre scorso (sembra con timidi applausi). Secondo i vescovi, «dove vige il divorzio l'istituto familiare è posto permanentemente in crisi, perché sono minate l'unità e la pace della famiglia, la dignità dei coniugi, il bene dei figli ». La proposta Fortuna-Baslini — sempre secondo i vescovi — «è una delle più gravi tra quelle vigenti perché rende possibile il divorzio in tutti i casi, sempre, cioè, che lo voglia una delle due parti, nonostante la opposizione dell'altra anche se innocente ». Di conseguenza l'episcopato sente « il do- vere di richiamare ancora min» iiimiiiimiiiiiimiiiiimii una volta su un problema così grave l'attenzione di quanti hanno a cuore l'avvenire della famiglia italiana ». A proposito, del problema delle Acli, i vescovi ritengono importante che il dialogo con esse avvenga al vertice e in periferia per « facilitare in spirito di fiduciosa comprensione la debita chiarificazione secondo i punti indicati dalla recente lettera del card. Antonio Poma (presidente della conferenza episcopale) e nella prospettiva di una più vasta visione della pastorale organica per il mondo del lavoro ». Inoltre i vescovi riconoscono e fanno propri il reale disagio e la sofferenza dei sacerdoti ai quali chiedono di proseguire nel dialogo, perché sono consapevoli di « non poter cercare e trovare da soli la soluzione all'attuale crisi e, tanto meno, intendono imporre soluzioni non sufficientemente maturate». Tuttavia l'episcopato riafferma i principi tradizionali sulla natura del sacerdozio, compresa la «molteplice convenienza del sacro celibato » scelto liberamente. I vescovi s'impegnano a queste « scelte prioritarie »: una più approfondita formazione dei seminaristi e dei sacerdoti sul piano effettivo, umano e culturale; una maggior vita comunitaria « anche per vincere la solitudine largamente sentita». Altro impegno rilevante: i vescovi esamineranno la possibilità concreta di soddisfare le richieste di esercizio di professioni o mestieri da parte di sacerdoti, a condizione che tali attività si inquadrino in una « pastorale coordinata ». La restaurazione del diaconato permanente, grado inferiore di sacerdozio anche per uomini sposati, sarà studiata a fondo nell'assemblea straordinaria dell'episcopato dal 9 al 14 novembre. Lamberto Fumo *

Persone citate: Antonio Poma, Baslini, Lamberto Fumo

Luoghi citati: Roma