"Non è logico l'arresto di Tamara?"domanda con un sorriso la marchesa di Remo Lugli

"Non è logico l'arresto di Tamara?"domanda con un sorriso la marchesa Intervista,a Parma con la "vittima,, del delitto mancato "Non è logico l'arresto di Tamara?"domanda con un sorriso la marchesa Ha evitato con molta classe le domande dei giornalisti: «Mi piacerebbe molto parlare, ma non posso. Vi dico solo che quel giorno '""incidente ho avuto una grande paura» - Tamara interrogata in carcere dal giudice Furlotti ad un certo punto h«. ietto: « Ma lei incastra solo i poveri » - Il magistrato ha risposto: « Mi dia le prove e io incastro anche i ricchi » - Il giudice conta di avere dall'ex attrice le rivelazioni sulla droga, un importante elemento nel giallo (Dal nostro inviato speciale) Parma, 11 aprile. « Figuratevi se mi piacerebbe parlare! ». E' la marchesa Maria Stefania Balduino Serra che dice queste parole, a noi giornalisti. Un incontro casuale, alle 11,30, nella centralissima via Garibaldi. La sua « Citroen DS » azzurra accosta al marciapiede, ci sale con le ruote di destra, si ferma. La marchesa scende, attraversa la strada di corsa, per entrare in un negozio di alimentari e verdura. E passa davanti a noi che camminiamo in gruppo. Sono due mesi che la moglie dell'industriale Bormioli si rifiuta di rilasciare dichiarazioni. Vale la pena di attendere che torni ad uscire per ossequiarla. Nel negozio ci sono parecchi clienti, l'attesa si prolunga; nella « Citroen » c'è, impaziente a giudicare dai suoi frequenti e bruschi movimenti, il bambino più piccolo della marchesa, Francesco, di cinque anni. Maria Stefania esce, non pare turbata vedendosi circondare, sorride allegra: soltanto, le sue gote si colorano di un leggero rossore. Alta, più bionda che castana, occhi d'un azzurro pallido, è bella ed ha fascino. Indossa un cappotto in velluto di seta color champagne e un miniabito in jersey stampato a imitazione di leopardo. Raggiunge la macchina, si mette al posto di guida, ma lascia aperto lo sportello, non ci respinge. « Vedete — dice — adesso giro con questa macchina grossa. Quella volta, con la " 600 ", ho avuto tanta paura». Chiediamo: « E' convinta che il 23 gennaio, sulla strada di casa, lei doveva essere coinvolta nell'incidente del camion? ». «So che quel giorno ho avuto paura». « Del camion? ». « Non del camion che mi veniva incontro, ma della macchina che mi seguiva ». La macchina che la seguiva era la « Bmw » sulla quale, secondo le testimonianze raccolte dal giudice, doveva trovarsi anche Tamara Baroni. « E tutti gli altri attentati — chiediamo — non la preoccupavano? »- « No, non li ho mai presi sul serio, l'unica volta che ho avuto paura, ripeto, fu quella dell'incidente ». « Neanche quando il Perlini venne da lei con la rivoltella e disse che con quella avrebbe dovuto ucciderla? ». « Lo avevo considerato uno scherzo anche quello. Vi sembra mai che si potessero prendere sul serio certe cose? Siamo nel 1970, se un marU. to ha voglia di disfarsi della moglie deve ricorrere alla mongolfiera, ma è mai possìbile!? », esclama ridendo. I pullman ci sfrecciano alle spalle, sfiorano lo sportello della Citroen spalancato. Chiediamo alla marchesa un appuntamento per scambiare qualche parola con più calma, lei dice di no, sempre ridendo: « Non posso parlare, credete. A me piacerebbe tanto, ma non posso, l'avvocato non vuole, dobbiamo tenere questa linea. Anche se ci incontrassimo vi potrei dire soltanto cose che conoscete già ». Si gira a sorridere al suo bambino che sta seduto sul sedile posteriore. Ancora una domanda: « Alla notizia dell'arresto di Tamara, cosa ha provato? ». « Che è logico. Perché, voi non trovate che sia logico questo arresto?». Replichiamo: « Tamara, ora che è con le spalle al muro, può darsi che si difenda attaccando; non la preoccupa questo? »- «No, noi non abbiamo timore. Ha già detto tanto, più e peggio di quello che ha raccontato non può - dire. Non saprei proprio che cos'altro potrebbe tirar fuori». « Ritiene che con questi arresti ci si stia avviando verso l'ora della verità?». « Penso proprio di sì ». Si sta avvicinando un vigile, non possiamo prolungare ulteriormente questo colloquio di fortuna, in mezzo alla strada. « Marchesa, allora, possiamo venire a trovarla? ». «Più avanti, non ora, vi ripeto che ho voglia anch'io di parlare, ma adesso non posso ». II vigile batte la mano sul tetto della Citroen e la macchina si avvia veloce. Tamara Baroni, nel carcere di San Francesco, è a meno di 200 metri da casa. Sembrava dovesse fare tanta strada, ma si è fermata qui vicino. Viaggi, pellicce, belle automobili, amante, amici ricchi. Ora, invece, una cameretta nuda con finestra sbarrata dalle inferriate. Stamattina Tamara era sfebbrata, si è alzata alle dieci, s'è messa in ordine con cura. Le avevano detto che oggi, forse, sarebbe andato ad interrogarla il giudice. L'attesa è stata lunga. Il dott. Furlotti si è recato al carcere di San Francesco alle 16, seguito poco dopo dal dott. Tarquini, il sostituto procuratore che aveva curato la prima istruttoria interrogando tutti i protagonisti del « giallo », compresa Tamara. Ma Furlotti non ha incominciato il suo pomeriggio di lavoro con l'attrice: ha sentito prima Paolo Scaglia. Soltanto verso le 19 Tamara è stata introdotta nell'ufficio del giudice. . - L'interrogatorio si è concluso alle 20,30. Pare che Scaglia da principio sia rimasto sulla negativa, ma poi, pian piano, abbia incominciato a vuotare il sacco e ogni sua parola abbia aggravato la posizióne' di Tamara. Non appena è stata davanti al giudi¬ ce, la Baroni ha negato ogni responsabilità. Il dottor Furlotti ha preferito, in questo primo incontro, non farle domande, ma l'ha, invitata a parlare e a raccontare, come una «panoramica», tutto quello che sa. L'attrice ha parlato in continuazione, per un'ora e mezzo. Il magistrato ha avuto l'impressione che si sia abbandonata anche alla propria fantasia. Tamara ad un certo punto ha detto al giudice: « Lei incastra soltanto i poveri ». E il dottor Furlotti le ha risposto: « Mi dia delle prove e io incastro anche i ricchi ». Alla fine la Baroni ha chiesto il permesso di poter leggere i quotidiani e il dottor Furlotti glielo ha concesso. Domattina l'ex miss sarà visitata dal prof. Zavoli di Rimini, che nei giorni scorsi l'ha sottoposta al piccolo intervento per l'asportazione di un nodulo mammario. Gli interrogatori saranno ripresi lunedì. Da Tamara, Furlotti conta di avere quelle informazioni che gli mancano per convalidare molte cose già accertate, non soltanto per quanto riguarda il mancato delitto su commissione, ma anche sulla droga che sembra essere, nel vasto quadro del « giallo », anch'essa un personaggio di primo piano. Gli avvocati milanesi Cillario e La Villa, difensori di Ignazio Cocco, oggi sono venuti a Parma e hanno presentato al giudice una istanza di scarcerazione per insufficienza di indizi, come del resto ha fatto l'avv. Ambanelli per Paolo Scaglia. Cillario e La Villa, nel loro esposto, sostengono che il mandato di cattura-di Cocco non è sorretto da sufficienti elementi probatori; dicono che « anche il comandante della Polizia stradale non ha esitato a rilevare l'incongruenza della tesi che nella manovra eseguita dal Cocco possa intravedersi un secondo fine »; inoltre « la stessa marchesa ha riconosciuto che il Cocco deve considerarsi estraneo a un'azione che riveli l'intenzione di partecipare a un fatto delittuoso ». Uscendo dal carcere, dopo un colloquio con Ignazio Cocco, gli avvocati Cillario e La Villa hanno affermato: «Basterebbe che il ' Cocco rivelasse un nome, una circostanza e sarebbe già fuori ». Ma non li rivela, probabilmente per una questione di omertà oppure perché questo nome e questa circostanza potrebbero fare peggiorare la sua posizione anziché migliorarla. Remo Lugli

Luoghi citati: Parma, Rimini