«Leniniana» in Urss di Lia Wainstein

«Leniniana» in Urss «Leniniana» in Urss Biografie e dispute ideologiche per il centenario Lo spazio dedicato ormai da mezzo secolo a Lenin dalla letteratura sovietica di qualunque tipo e forma, e il suo ulteriore ampliarsi in vista del prossimo centenario, ci inducono a domandarci come siano stati risolti due problemi d'ordine pratico: come mai il pur abbondante materiale non si è ancora esaurito in tanto fervore e durata di studi? In qual modo questi formano piuttosto un coro complesso e vario che un confuso vocio? Procedimenti quali l'approfondimento di particolari biografici, accompagnati da eventuali scoperte, la pubblicazione d'inediti, i nuovi studi su qualche aspetto della personalità, sono tutti (malgrado il livello, spesso elevato, dei saggi) procedimenti in sostanza descrittivi, condannati quindi ad un ineluttabile sfinimento in epoca imprecisata. Accanto si schiude, però, una miniera inesauribile. Essa consiste in un atteggiamento dinamico, ossia nel confronto tra una frase o un pensiero di Lenin con un fenomeno qualsiasi d'una data epoca, il che a sua volta consente, così come la fantasia alle opere narrative e poetiche, infinite possibilità. A patto, tuttavia, di fare propria la dichiarazione emessa alla fine del congresso ideologico sul tema « Il leninismo e il processo rivoluzionario mondiale », svoltosi a Mosca dal 24 al 27 febbraio con la partecipazione dei rappresentanti dei partiti comunisti di ventisette Paesi. In tale dichiarazione è posta in rilievo « la necessità d'intensificare la lotta... contro ogni tentativo di revisione dell'insegnamento di Lenin ». Sono parole che, sul piano ideologico, forniscono la soluzione del secondo problema. Parole ufficiali Il dizionario dell'Accademia delle Scienze dell'Urss (voi. 6, 1957) contiene le seguenti parole derivate: « Leninec ... seguace del leninismo: persona incrollabilmente dedita alla causa di Lenin, alla causa del partito comunista»; « Leninizm ... l'insegnamento dì V. I. Lenin; che rappresenta lo sviluppo ultimo del marxismo nelle condizioni create dall'imperialismo e dalla rivoluzione proletaria »; l'aggettivo « Leninskij ... 1. creato da V. I. Lenin, connesso con la personalità, la vita, l'insegnamento di V. I. Lenin ,.. 2. conforme ai principi del leninismo », e l'avverbio ff po-leninski ». Vi si è aggiunto un neologismo, non registrato dal dizionario, it leniniana », di cui i recenti saggi l'anno un uso frequente. Nuova scienza La storia di questa nuova scienza è narrata, da un punto di vista critico-letterario, nell'acuto saggio di V. Baranov « La verità dell'immagine è verità storica/Leniniana prosaica: ricerche, compimenti, prospettive» (Voprosy literatury n. 1, pp. 12-43). Vi sono esposti molti giudizi e fatti interessanti e talvolta curiosi. Baranov, per esempio, disapprova l'idea espressa dalla critica negli Anni Cinquanta sulla particolare conformità al realismo socialista, insita in un'interpretazione di Lenin in chiave epica, idea secondo lui destinata al fallimento « per via del suo carattere normativo ». Egli anche mette in risalto i molteplici confronti tra l'epoca di Pietro I e il 1917, cui ricorsero, tra l'altro, Gor'kij, M. Svetlov ed Esenin, mentre V. Katajev nel '24 per una sua poesia prende lo spunto dal poema su Pietro I di Pasternak (Peterburg, 1917) e M. Saginjan, nella cronaca storica Pervaja Vserossijskaja (storia della prima esposizione politecnica in Russia nel 1872, seconda parte della Famiglia Uljanov. 1969) mostra come sia vicino a Pietro I in quanto fautore dell'istruzione, I. N. Uljanov, il padre di Lenin, nella sua attività d'ispettore delle scuole popolari di Simbirsk. Dopo aver deplorato la mediocrità di talune opere, Baranov conchiude confermando la piena validità a bellezza morale, checché ne dicano gli ideologi borghesi, dei le- nincy-rivoluzionari « e le possibilità, davvero illimitate... offerte dal tema leniniano ». Sempre in questo numero di Voprosy literatury, la sezione speciale intitolata « Rivolgendoci al retaggio leniniano » si apre con un articolo in grassetto di Vadim Kozevnikov, direttore, con confortante continuità, sin dal '49, della rivista Znamja. Nato nel 1909 in una famiglia di rivoluzionari, entra nella carriera letteraria nel '28, nel partito nel '43, è autore di molte opere sulla guerra e sul comunismo, tra cui Nella grande Cina Popolare (1952) e il romanzo Incontro all'alba (1956-57) che descrive la formazione dell'uomo sovietico. Su questo tema è fondato l'articolo « L'epoca di Lenin e il carattere del contemporaneo » (pp. 3-11). Kozevnikov vi ribadisce che principale compito degli artisti è di ricreare la figura del leninec, che lui stesso, come romanziere, ha imparato attraverso le opere di Lenin « a pensare su scala statale e storica », e che, come scrittore, non si concepisce nemmeno senza l'estetica marxista-leninista. Versi di Pasternak Dopo avere respinto la teoria della « libertà creativa » di cui mena vanto l'ideologia borghese, Kozevnikov mette in rilievo la piena possibilità offerta dal partito e dal popolo ai letterati, di scrivere libri quanto mai vari per stili e modi creativi. « E' importante solo, che questi libri affermino con talento la grandezza delle faccende del popolo sovietico, che educhino il lettore ad essere un autentico cittadino della nostra Patria, in lotta contro tutto ciò che intralcia il nostro progredire ». Rispondendo a chi si domanda se convenga raffigurare Lenin come il genio della rivoluzione, oppure mostrarlo grande anche nelle piccole cose, addita T« epoca Massica » della leniniana, rappresentata dai suoi fondatori, Gor'kij e Majakovskij. Come dice Baranov, il tema leniniano è inesauribile, e perciò siamo in grado di contribuirvi con due testi. Il primo, La sala con la fontana, ò di IC Paustovskij (Inizio di un'era sconosciuta, terza parte di Cronaca di una vita. Opere, voi. 3, Mosca 1957). Neirautobiografla, Paustovskij si serve solo di materiale vissuto, principio che gli consente di descrivere con particolare sensibilità l'atmosfera nella caserma Lefort a Mosca, dove Lenin parla agli irrequieti soldati reduci dal fronte: «E udii ad un tratto, senza distinguere nulla nella penombra e nel fumo a strati, una voce dalla erre un po' moscia, straordinariamente calma e alta: "Fate passare, tovarisci". ... Lenin parlava senza fretta del significato della pace di Brest, del tradimento degli Eser di sinistra, dell'alleanza tra operai e contadini e del pane, ... della necessità di lavorare al più presto la terra e di aver fede nel governo e nel partito ». Il secondo testo è il ritratto di Lenin, tracciato da Pasternak nel poema Una sublime malattia (1923-28): « Egli era come un assalto col fioretto. I Inseguendo ciò che era stato detto, f Mirava al suo fine, gonfiando la giacca I E fissando la tomaia degli stivaletti. I Si poteva anche parlare di masut, I Ma la curva del suo busto I Respirava il volo delta nuda esistenza, f Che aveva sfondato lo stupido strato di bucce ». Lia Wainstein

Luoghi citati: Brest, Cina, Mosca, Russia, Urss