« Forse la sua figliola rischia di esagerare »

« Forse la sua figliola rischia di esagerare » « Forse la sua figliola rischia di esagerare » Una piemontese scrive alla signora Ruspoli: Ho visto la sua lettera su La Stampa e mi spiace di non avere il suo indirizzo per risponderle dettagliatamente e direttamente. Comunque, tramite questa rubrica, che permette di affrontare certi problemi « scottanti » e tenta di stabilire un legame fra gli italiani del Nord e quelli del Sud, desidero dirle, perché non si faccia un'idea sbagliata di Torino, che noi riproviamo vivamente gli atteggiamenti di certa gioventù e più ancora quei genitori che lasciano fare. Qui le ragazze sono emancipate, se per questo si intende che possono uscire sole, studiano e lavorano, ma non tutte hanno gli occhi truccati e indossano la minigonna. Moltissime universitarie, come sua figlia, che vengono a studiare dalla provincia, appena hanno una vacanza corrono a casa, dai genitori. Bisogna però ricordare che noi vantiamo una lunga tradizione di libertà. Più di cento anni fa le nostre antenate lasciavano i loro paesi sulla montagna per recarsi a lavorare in pianura, alla monda e raccolta del riso: non essendoci ancora gli attuali mezzi di trasporto, tante ragazze erano obbligate ad assentarsi di casa tutta la settimana, se non per mesi interi. Ma alle brave ragazze non succedeva nulla di male, perché facevano buon uso della libertà. Purtroppo, a quel che si dice, ancora oggi nel Meridione le donne non sono indipendenti. Per questo, forse, sua figlia trovandosi improvvisamente a vivere in una società più aperta rischia di esagerare, abusando di questa libertà a cui non è abituata. Questo è molto pericoloso, signora Ruspoli: sarò anch'io all'antica, ma la consiglio di venire a riprenderla, come farebbe una madre piemontese. Meglio una laureata di meno e una brava ragazza in più. Una piemontese

Persone citate: Ruspoli

Luoghi citati: Torino