Venticinque anni di carcere chiesti per Marino Vulcano di Guido Guidi

Venticinque anni di carcere chiesti per Marino Vulcano Venticinque anni di carcere chiesti per Marino Vulcano La pubblica accusa ha sostenuto che non esiste la prova che l'imputato fosse stordito dal sonnifero quando compì il delitto - « E' certo invece, ha aggiunto, che compì volontariamente il crimine perché sparò non uno, ma due colpi» (Nostro servizio particolare) Roma, 8 aprile. Non esiste una prova per ritenere che Marino Vulcano fosse davvero stordito dal sonnifero quando la notte del 27 dicembre 1964 ha ucciso Carla Torti; esiste, invece, la prova che ha commesso volontariamente il delitto perché ha sparato non un colpo soltanto ma due colpi di pistota contro la sua compagna; non merita, quindi, alcuna attenuante; i giudici della Corte d'Assise, in conseguenza, dovrebbero condannarlo a 25 anni di reclusione. Queste le conclusioni del pubblico ministero il quale ha chiesto una pena più severa di quanto fosse previsto. In sostanza, per il dott. Pianura, all'origine del delitto sarebbero la psicopatia di Vulcano e le sue continue e violente liti con Carla Torti di cui, per colpa della incompletezza e della superficialità delle prime indagini, non si è riuscito a stabilire il motivo. « Il sonnifero — ha sottolineato il P.M. — sarebbe soltanto un tentativo compiuto da Vulcano per mascherare abilmente la sua volontà omicida: un'idea che gli sarebbe comunque sopravvenuta dopo avere compiuto il delitto ». L'ipotesi è suggestiva: ma esistono gli elementi per ritenerla convincente? Esistono, secondo il pubblico ministero. Se, infatti. Marino Vulcano avesse realmente fatto uso di 20 pastiglie di Oblioser, come ha sempre detto, non avrebbe avuto la possibilità di svegliarsi improvvisamente dal suo sonno profondo e non avrebbe avuto la capacità di fare . tto quello che dice di avere fatto sia pure in uno stato di quasi incoscienza. Ed allora che cosa accadde, invece? Non è facile ricostruì: re un episodio che in pratica non ha avuto testimoni perché il. piccolo Marino jr. (aveva appena due anni) non era in grado di comprendere. Ma esistono un paio di elementi che autorizzano il pubblico ministero ad esprimere qualcosa che forse è più d'un semplice sospetto: i colpi di pistola e le condizioni in cui venne trovato Vulcano quando avvertì il portiere, la madre e la polizia che qualcosa di grave era avvenuto nel suo appartamento in via Valdagno. I colpi di pistola. Sono stati due: uno è finito contro il muro, uno ha ucciso Carla Torti. Marino Vulcano sostiene di ricordare molto vagamente soltanto il primo e pensa — ma è soltanto una congettura — di avere sparato l'altro mentre, sopraffatto dallo stordimento procuratogli dal sonnifero che aveva ripreso il suo effetto, stava scivolando in terra. L'accusatore è sicuro invece che dalla traiettoria del prò iettile si dovrebbe dedurre, invece, che l'assassino ha cercato di colpire una prima volta la donna la quale, però, è riuscita ad evitarlo e ha sparato una seconda volta tenendo ben ferma in pugno la pistola. Le condizioni in cui fu trovato Vulcano dopo il delitto. L'ex studente di filosofia ha sempre sostenuto di essere rimasto accanto al corpo della sua compagna per un due o tre ore, addormentato. Poi, verso le 4 del mattino si sve¬ gliò, si rese conto che qualcosa era accaduto, cercò di rianimare Carla Torti, chiamò aiuto. « E' un racconto al quale non si deve dare alcun credito — ha sottolineato il pubblico ministero — perché il medico che ebbe la possibilità di controllare le condizioni di Vulcano il quale, dopo il delitto, piangeva e dava in smanie, non ebbe la "sensazione che l'uomo fosse ancora stordito dal sonnifero ». La conseguenza dì tutto questo argomentare: omicidio volontario, nessuna attenuante, condanna a 25 anni di reclusione. La Corte d'assise, su questa richiesta del pubblico ministero, deciderà la prossima settimana: venerdì alla tesi dell'accusatore replicherà la difesa cominciando con l'avv. Pietro Lia. Guido Guidi

Persone citate: Carla Torti, Marino Vulcano, Pianura, Pietro Lia

Luoghi citati: Roma