Presidiata l'aula delle Assise per il processo di Cima Vallona

Presidiata l'aula delle Assise per il processo di Cima Vallona I carabinieri controllano i documenti del pubblico Presidiata l'aula delle Assise per il processo di Cima Vallona Trenta gli imputati (27 latitanti, uno a piede libero, due detenuti) - I familiari delle vittime si sono costituiti parte civile insieme con lo Stato e l'Enel - Lunedì l'interrogatorio degli imputati (Dal nostro corrispondente) Firenze, 8 aprile. Con un'attenta sorveglianza è cominciato stamane alle Assise di Firenze il processo per la strage di Cima Vallona: tutte le porte di accesso all'aula dove si svolge il dibattito sono state presidiate dai carabinieri; coloro che sono voluti entrare, anche se per sola curiosità professionale, hanno dovuto mostrare i documenti e i loro nomi sono stati segnati da militari. Gli imputati sono trenta (due italiani, due tedeschi occidentali e ventisei austriaci); ventiset. te sono latitanti, due in stato di detenzione e uno a piede libero. Per la lettura di tutte le imputazioni ci sono voluti circa 40 minuti: accanto ai nomi degli imputati sono elencate le molteplici imputazioni loro contestate, episodio per episodio. Le costituzioni di parte civile sono state tutte confermate. Sono: lo Stato (Amministrazione dei ministeri della Difesa e dell'Interno); 1 familiari delle vittime dell'attentato di Cima Vallona e cioè il sottotenente Mario Di Lecce, il capitano Francesco Gentile, l'alpino Armando Piva, il sergente Olivo Dordi, l'ex sergente maggiore Marcello Fagnani, il quale reca ancora i segni dello scoppio d'una mina antiuomo che lo ferì e ustionò in modo gravissimo; l'Enel, per i danni all'elettrodotto. Una nuova interprete ha prestato giuramento: si chiama Inge Thomson ed ha tradotto agli imputati l'ordinanza della Corte che ha respinto alcune istanze avanzate dagli avvocati Traversi, Waliiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii cher e Gumper. I giudici hanno accolto una sola richiesta difensiva; riguarda le misure di sicurezza alle quali l'uunica imputata a piede libero (Maria Majr, che è presente al processo) era sottoposta da quando ottenne, dopo un breve periodo detentivo, la libertà provvisoria. I giudici le hanno consentito di muoversi liberamente per l'Italia e di non darsi presente ogni secondo giorno alla questura della sua città; in Italia, invece, deve restarci e non varcare i confini. L'eccezione sulla nullità delle citazioni ai latitanti Peter Kienesberger, Erhard Hartung ed Egon Hufner non è stata invece ritenuta valida; il primo risulta certamente detenuto a Vienna, perché condannato a otto anni da quella Corte d'Assise per i fatti di Cima Vallona e i due altri forse ancora ristretti in carcere, perché condannati a un anno dalla stessa Corte. Non è stata considerata valida nemmeno la nullità del processo per mancata notifica ai difensori della data d'inizio della perìzia per gli attentati dinamitardi, ordinata dal giudice istruttore. Superate queste eccezioni, il processo ha avuto finalmente inizio con la relazione sugli attentati al palazzo di giustizia di Bolzano, all'ossario dei caduti di Burgusio, al palazzo degli uffici finanziari di Bolzano, al rifugio Venna, al palazzo della regione di Trento fino all'agguato che provocò quattro morti a Cima Vallona. La prossima udienza inizierà lunedì mattina con l'interrogatorio degli imputati in stato di detenzione: Hans Jorg Humer e Karl | Shafferer arrestati nel 1957. g. c. Firenze. Gli imputati Karl Schafferer, Hans Jorg Humer e Maria Majr (Telefoto Ansa)

Luoghi citati: Bolzano, Firenze, Italia, Trento, Vienna