Fernanda Pivano fra tanti "beat" di Fernanda Pivano

Fernanda Pivano fra tanti "beat" La conferenza della scrittrice ai "Venerdì letterari Fernanda Pivano fra tanti "beat" Ai (i Venerdì letterari » sono arrivati i « beats »: quelli veri, con i capelli lunghi, l'abito trasandato, la bisaccia a tracolla: per nulla infastiditi dal tradizionale ambiente salottiero del Carignano. Il nome di Fernanda Pivano, evidentemente, rappresentava per loro una garanzia, contro i possibili tentativi di cattura da parte deZZ'establishment. E l'oratrice lì ha accontentati subito. Sui « beats », ha esordito la Pivano, pesa ancora la definizione filistea della stampa conservatrice americana, sintetizzata da un celebre articolo di Life del 1959: dove i seguaci di Kerouac e di Bourroughs vengono descritti come gente sporca, nemica della collettività, fannulloni, eccentrici. In realtà, osserva la scrittrice, sono proprio loro gli uomini che hanno capito i rischi ai quali l'umanità andava incontro, nella corsa ad un progresso tecnologico fine a se stesso. Hanno rivendicato il diritto dell'uomo ad una scelta personale, hanno predicato una rivoluzione non violenta, scegliendo come prò-, prie armi la fantasia e l'amore. Al centro del quadro è l'immagine della « solitudine pubblica », creata da' Alien Ginsberg. « L'anima dell'individuo » — dice l'autore dell'« Urlo » — « è in pericolo. Bisogna ritrovare una società nella quale essa possa resistere " Per salvare la propria an.;.M questi uomini cercano le vie dell'arte: tutto il potere alla fantasia, come diranno, assai dopo di loro, gli studenti della Sorbona: ma una fantasia gioiosa, che cerca il ritorno alla natura contro le deformazioni della civiltà della tecnica, e si propone un messaggio di fratellanza universale da sostituire alle distruzioni col napalm. Gli « hippies », successi ai « beats ». affrontano i poliziotti venuti a scioglierli gettando loro dei fiori. « Si riuniscono per cantare, ballare, copulare» («spero che sia un termine permesso dalla censura », osserva l'oratrice): « per pregare ». Il movimento «hippie» non regge ai tentativi per stru mentalizzarlo, che vengono compiuti da varie parti; e preferisce sciogliersi, nel 1967, celebrando, allegramente, il proprio funerale. La Pivano ha pronunciato il suo discorso accalorandosi progressivamente, e dando l'impressione fii parteggiare per questi movimenti assai più che le sue stesse parole non dicessero. Così, quando il moderatore Nereo Caudini ha dato la parola al pubblico, le prime obiezioni sono venute dagli ascoltatori più anziani. I « beats » e gli « hippies » hanno portato davvero qualche progresso? Nel loro desiderio di combattere la violenza, questi giovani non si accorgono che cominciano a fare violenza a se stessi con la droga? Le risposte dell'oratrice sono riuscite solo in parte a dissipare certe perplessità. Ma ha poi preso la parola Gianni Milano, il leader dei giovani « beat » torinesi: che ha pronunciato, forse con sorpresa di qualcuno, un discorso fortemente spiritualista: « Noi siamo dei mistici, ma dei mistici che si propongono di raggiungere la vera realtà. La vita non è quella propagandata dai film, che spinge gli uomini a distruggersi, uccidersi, imprigionarsi in gabbie di cemento. La vita è quella della comunità umana, che noi cerchiamo di riorganizzare. I veri pragmatisti siamo noi ». Fernanda Pivano era felice; si è rivolta verso i giovani presenti in sala: « Vorrei gettarvi dei fiori », ha detto. g. c.

Persone citate: Alien, Fernanda Pivano, Gianni Milano, Ginsberg, Kerouac, Nereo Caudini, Pivano