V inchino alla folla

V inchino alla folla V inchino alla folla (Nostro servizio particolare) Seul, 3 aprile. Alle 2,30 in punto di questo pomeriggio (ora di Seul) 56 passeggeri del « Boeing » delle aviolinee giapponesi, dirottato da una banda di giovani estremisti filocinesi sono stati rimessi in libertà Finiva, cosi, un dramma ini ziato 79 ore prima, durante un normale volo interno sul Giappone. I passeggeri, provati dalla tremenda tensione, sono scesì dalla scaletta con calma e si sono messi in co¬ da davanti alla porta dell'autobus in sosta presso l'aereo. Concluso questo dramma, ne cominciava subito un altro, perché mezz'ora dopo il viceministro dei Trasporti giapponese Yamamura saliva sull'aereo, come ostaggio dei pirati dell'aria. Questo, infatti, era l'accordo stabilito tra i dirottatori e le autorità aeroportuali. Pochi minuti dopo che Yamamura salisse sul jet, gli altri 43 passeggeri e quattro hostesses potevano discendere e raggiungere l'edificio dell'aeroporto. Il senso di sollievo aveva la meglio sulla stanchezza e tutti avevano l'aspetto allegro. Come vuole la tradizione giapponese, i passeggeri liberati si sono inchinati ed hanno salutato la folla, che sostava fuori dal terminal dell'aeroporto. Ho potuto parlare con l'unico passeggero americano, il signor Herbert Brill. Mi ha detto: « E' stata certamente un'esperienza interessante. I pirati ci licnno trattati bene, ma in diverse occasioni ho temuto di perdere la vita, soprattutto nelle ultime ore, quando i giovani apparivano sempre più disperati ». Il signor Brill è rientrato stasera a Tokio, con tutti gli altri passeggeri, meno uno. Mentre saliva sulla scaletta dell'aereo, ha detto: « Speriamo che questo sia il volo giusto ». L'unico passeggero a trattenersi qui è il Padre Dan MacDonald, della missione Maryknoll di Tokio. I suoi tre confratelli, che erano andati ad accoglierlo, hanno avuto difficoltà nel mettersi in contatto con lui. Difatti, tutti i passeggeri erano privi di passaporto (trovandosi su un volo interno) e così sono rimasti chiusi nella sala d'aspetto per i personaggi importanti. Alle porte vigilavano 50 soldati sud-coreani. La mancanza di aria fresca e di cibo non sembra aver nuociuto alla salute dei passeggeri. Solo un uomo è inciampato nello scendere dalla scaletta dell'aereo e appariva in cattive condizioni di salu- se i hleGmmshgtSpmoanvamstpScuCmacqptrcOèutctnirbcte. E' stato portato all'ospe ì gdale su un'autoambulanza, j ma è ripartito con un volo j speciale per Tokio, in serata, I passeggeri giapponesi han- no descritto la loro avventu- ra in una conferenza stampa, i Tutti hanno detto che duran- ì te le 79 ore di prigionia c'era | stata un'altalena di speranze e di terrore. Ogniqualvolta i pirati brandivano le spade, hanno detto, sentivano un reale pericolo per le loro vite. Gli studenti erano anche armati di rivoltelle ed avevano minacciato più volte di far saltare in aria l'aereo. La signorina Kubota, una hostess, ha detto: « I passeggeri erano molto tesi e affaticati. Lo eravamo anche noi. Siamo dovuti restare seduti per ore e ore. Non ci potevamo muovere e tutte le nostre ossa erano indolenzite. Ciò accresceva la nostra sensazione di terrore. Noi credevamo veramente di essere atterrati a Pyongyang, martedì. Eravamo tutti felici e sollevati, pensando che la nostra disavventura era finita. Ma poi apprendemmo che eravamo a Seul ». La signorina Kubota ha continuato: « Ieri sera, fum¬ mo informati che saremmo stati liberati e ciò ci rese felici. Quando uno studente ce lo disse, tutti lo applaudimmo ». L'emozione di ricordare gli avvenimenti degli scorsi giorni era forte e la signorina Kubota ha lasciato l'aerostazione in lacrime. L'aereo con a bordo i pirati è decollato proprio mentre i passeggeri liberati salivano sul jet che li riportava a casa. Il dramma non era ancora finito. Il capitano Ishida e due altri membri dell'equipaggio, oltre al ministro giapponese, erano ancora prigionieri dei nove pirati dell'aria, mentre la radio nordcoreana annunciava che il governo di Pyongyang non poteva garantire — come aveva promesso — l'immediata liberazione delle persone a bordo dell'aereo. Copyright di « The Times » e per l'Italia de «La Stampa»

Persone citate: Brill, Herbert Brill, Ishida, Macdonald

Luoghi citati: Giappone, Italia, Tokio