José Urtain, l'Ercole spagnolo sfidi fa Weiland per il titolo europeo di Giorgio Fattori

José Urtain, l'Ercole spagnolo sfidi fa Weiland per il titolo europeo È un fenomeno da baraccone o un campione vero? José Urtain, l'Ercole spagnolo sfidi fa Weiland per il titolo europeo Questa sera sul ring di Madrid la soluzione del «mistero»: se Urtain è un «bluff», nonostante le ventisette vittorie per k. o., potrà dirlo il peso massimo tedesco - Il detentore combatte con un parrucchino (Dal nostro inviato speciale) Madrid, 2 aprile. Visto di spalle pare una grande cassaforte foderata di seta azzurra e quando si gira e apre la vestaglia, i muscoli del petto si gonfiano a palla, per una esibizione che ha lo scopo di distruggere psicologicamente l'avversario' prima ancora di combattere. Ha incontrato finora ventisette pugili e li ha stecchiti tutti per k.o. Pugili veri o complici rassegnati di una commedia? Per alcuni José Manuel Urtain è uno degli uomini più forti del mondo e domani sera nella sfida del titolo europeo dei pesi massimi lo dimostrerà. Per altri l'ex taglialegna basco è un fenomeno da baraccone e si sgonfìerà di colpo, insieme con muscoli a palla e con la faccia feroce, al primo pugno serio che prenderà sul naso. Per assistere alla soluzione del mistero sono arrivati a Madrid un centinaio di giornalisti. I primi posti costano quarantamila lire e una decina di televisioni straniere saranno collegate col Palazzo dello Sport. L'avversario di Urtain è Peter Weiland, un malfido giovanotto tedesco di 108 chili, dalla faccia di bambino e occhi verdi e freddissimi. Lo chiamano affettuosamente « il grassone ». Generoso bevitore di birra, campione più esperto che imbattibile, comunque in grado per il lungo mestiere di rivelare se Urtain è un bluff. Per mascherare la calvizie, Weiland porta un elegante parrucchino e alcune ditte di posticci per uomo sono già pronte a lanciare una suggestiva campagna pubblicitaria se il toupet di Weiland non volerà via per le mazzate di Urtain. Per questa sfida di colòssi sono arrivati a Madrid famosi impresari del pugilato mondiale. Se José Manuel si confermerà un fenomeno dai colpi distruttori, verrà conteso in Europa e forse anche in America dove si aspetta sempre un altro Rocky Marciano che metta sotto i negri. Urtain è preparato da due italiani, il manager Casadei e l'allenatore Caneo, che hanno logicamente tutte le intenzioni di manovrare con prudenza questa forza della natura che potrebbe divenire una miniera d'oro. Confidano che Urtain è di una potenza micidiale, ma ancora grezzo, ingenuo. La loro principale fatica è adesso di impedirgli che i tifosi gli montino la testa e i giornalisti lo mnervosiscano troppo. Ma Urtain non sembra uno sciocco e non ha il cervello intorpidito dal duro mestiere. Finora ha preso un solo pugno in tutta la carriera, da uno spilungone del Kenia che poi finì k.o. Aspetta tranquillo l'ora del match jn un paesetto vicino a Madrid, sbranando cosciotti di agnello e custodito da pochissimi fedeli, fra i quali, rincagnato dagli anni e dai cazzotti, Paulino Uzcudum, un eroe degli Anni Trenta che nemmeno Camera riuscì a mettere a terra, malgrado un telegramma di incitamento di Mussolini. Paulino, 71 anni, un orecchio accartocciato e scarlatto come una rosa di maggio, vede in Urtain il suo ideale successore. Basco come lui, ex tagliaboschi come lui, protagonista nelle fiere di paese nelle gare a chi alzava la pietra più pesante. Uno sport terribile e pericoloso in cui eccelleva anche il padre di Urtain, sino a quando tirò su un macigno troppo grosso, scivolò, e ci rimase sotto col torace sfondato. ' La vedova donna Felisa, che gestisce un bar ad Arrona ammette tuttavia che José Manuel forse è ancora più forte del padre. « Un ragazzo irrequieto, ma non cattivo. Una volta saltò da una finestra del secondo piano per scappare di casa. Sui giornali finì per la prima volta a sedici anni: aveva sollevato da solo un tronco d'albero. Un'altra volta meravigliò tutti gli operai dì una cava spìngendo da solo su una salita un carrello carico di pietre che tre uomini non riuscivano a smuovere... ». E' l'adolescenza mitologica del giovane Ercole che i giornali rievocano in interviste, fotografie degli amici di pae¬ se, della moglie Cecilia e dei tre bambini. Anche il ménage familiare interessa, soprattutto da quando José Manuel, diventato famoso, a casa va sempre meno, mentre la sposa aspetta con virtuosa pazienza. Rifioriscono le vecchie storie, sempre le stesse, dei toreri. Le donne fatali che circuiscono l'eroe, la vecchia madre che accende una candela a Gesù ogni volta che Manuel scavalca le corde del ring, i nemici invidiosi che aspettano l'ora della verità. Ora, finiti gli avversari facili e remissivi, tocca ad Urtain dimostrare se è una nuova stella o se gli conviene tornare al paese ricominciando a sollevare pietre nelle gare di contadini forzuti. In ogni caso ci tornerebbe già milionario. Ha investito accortamente in terreni dalle sue parti dove passerà l'autostrada di Bilbao. E ha comprato pecore e vacche in quantità. « Ogni avversario a terra, sono vacche in più nella stalla » diceva ai tempi dei primi incontri. Domani sera, se farà volare il parrucchino del tedesco, diventerà uno degli uomini più ricchi e famosi di Spagna. Giorgio Fattori dazdh1 I L'ultimo folgorante k.o. di Urtairr. la « vittima » di turno, stesa sul tappeto, è il canadese Leslie Borden

Luoghi citati: America, Bilbao, Europa, Kenia, Madrid, Spagna