In Italia sono lavoratrici 14 donne coniugate su 100 di Giulio Mazzocchi

In Italia sono lavoratrici 14 donne coniugate su 100 Statistiche sull'atti vita della popolazione Cee In Italia sono lavoratrici 14 donne coniugate su 100 Di esse undici hanno più di due figli - Il nostro paese ha la più alta percentuale di capifamiglia con un'occupazione indipendente lazione della Comunità eco-nomica europea (Cee), con-dotta durante la primavera (Nostro servizio particolare) Roma, 30 marzo. E' stata pubblicata la prima indagine statistica sul grado di attività della popò- 1968: la piena confrontabilità dei risultati compensa il ri- tardo della pubblicazione. La Cee ha 185 milioni di citta¬ dini, distribuiti in 61 milioni di famiglie, ciascuna mediamente formata da poco più di tre membri. Le famiglie più numerose sono olandesi, le più « piccole » tedesche. Olandesi sono anche le famiglie più giovani (più della metà della popolazione ha meno di 30 anni), mentre le più anziane sono le nostre, col 56,1 per cento dell? popolazione sopra i 30 anni. Maschi pia numerosi La popolazione dei sei Paesi della Cee ha in comune solo tre grandi caratteristiche: l'attuale generazione dai 14 ai 19 anni conta dappertutto più maschi che femmine; la popolazione in complesso ha pero sempre più femmine che maschi; tutti i maschi nati nella Cee tra gli anni 1924 e 1938 sono attualmente « attivi », cioè occupati o disoccupati. Per tutte le altre classi di età vi sono invece accentuate differenze rispetto al grado di attività, j Nel complesso l'Italia parte-1 cipa alla composizione della | Cee con un maggior numero di inattivi rispetto al peso percentuale della sua popò a o e o i n o e a . lazione. Quanto ai disoccupati, l'Italia ne conta quasi la metà del totale. Rispetto a 100 capifamiglia maschi, i tedeschi occupati sono i meno numerosi (65,8), subito seguiti dagli italiani (68,4, in perfetta linea con la media Cee). Il nostro paese ha la più alta percentuale ' di capifamiglia occupati in posizioni indipendente (22,5 per cento, contro la media Cee di 15,9) e il più basso in posizione di lavoro subordinato (45,3 contro 52,2). Tra gli indipendenti, l'Italia è in testa in tutti e tre i settori (agricolo, industriale e dei servizi). Tra i dipendenti, invece, siamo in testa solo per i capifamiglia occupati in agricoltura (5,4, contro la media di 2,3). La media dei capifamiglia inattivi della Cee è del 30,8 per cento, suddivisa tra benestanti (3,5) e pensionati (27,3): l'Italia è in linea con le due cifre, mentre ai capi opposti vi è il 32,6 per cento di capifamiglia pensionati te deschi e il 13,9 di olandesi Di capifamiglia disoccupati in Italia ce n'è 1*1,1 per cen to, contro la media Cee del lo 0,8. Su 100 capifamiglia della Cee, 20,9 sono donne (16 per cento per l'Italia) ma solo un terzo delle donne capifamiglia è occupato; in Italia la percentuale si dimezza ancora. Il grado di attività della donna italiana nella società differisce profondamente da quello delle donne degli altri paesi della Cee. Una diffe renza va fatta per l'Olanda: vi lavora il 52 per cento delle nubili, contro il 27,4 in Italia; viceversa, solo il 6,6 per cento delle olandesi sposate lavora, contro il 21 per cento (il massimo) delle francesi e 11 13,9 delle italiane (il minimo, Olanda a parte). Ma ciò sembra dipendere esclusivamente dal fatto che le famiglie olandesi sono le più numerose della Cee (c'è la più alta percentuale di popolazione giovanile ancora in età scolastica: un quarto del totale). In Italia invece le donne sposate che lavorano sono quelle con un maggior numero di figli: lavora 1*11 per cento delle donne italiane maritate e con più di due figli, contro il 7 per cento in genere della Cee. Le donne della Cee lavorano in genere nel ramo «servizi» (il 60 per cento), con la punta più alta in Olanda e la più bassa in Italia. In Italia invece c'è la punta massima delle donne occupate in agricoltura: il 12 per cento, contro l'I per cento in media negli altri paesi. Molti pensionati In definitiva, si può dire che. il più alto squilibrio nell'occupazione in Italia (oltre all'elevata percentuale di disoccupati) sia quello della scarsa attività extrafamiliare femminile, che si accompagna però alla pesante condizione delle nostre lavoratrici: numerose quelle con figli a carico, assai più numerose che altrove quelle che lavorano nei campi e nelle industrie. La minuziosità dell'indagine consente di formulare alcune prospettive per il decennio appena iniziato. Il no stro paese, per esempio, è quello che ha avuto proporzionalmente più nati duran te la prima guerra mondiale e. sempre per quella genera- sivamente in pensione, pre sto saremo il paese Cee con la più alta proporzione di pensionati (non così nel decennio successivo). zione, il più basso numero di morti (nella Cee) durante il secondo conflitto. Poi- | che in questo decennio quel la classe d'età andrà progres Lavoratori qualificati La generazione Cee tra 14 e 20 anni è puntualmente la più numerosa in tutti i pae- | si, ma presenta in Italia il più basso grado di scolarità In Germania e Olanda ci sono attualmente al lavoro più ragazze che ragazzi, segno che il mondo del lavoro di quei due pae^i potrà presto contare su un'abbondante generazione maschile di neolavoratori altamente qualificati. Alla fine di questo decennio, perciò, l'Italia avrà certo eliminato alcuni squilibri dell'occupazione (tra maschi e femmine, tra dipendenti e indipendenti, tra agricoltura e altri settori), ma solo con un serio sforzo potrà evitare lo squilibrio della preparazione professionaie. Giulio Mazzocchi