Una tragica Pasqua sulle strade

Una tragica Pasqua sulle strade Catena di incidenti, famiglie distrutte, angoscia, lacrime Una tragica Pasqua sulle strade Perché tante sciagure? - Parecchie risposte: la fretta convulsa, male dell'uomo moderno; l'eccezionale numero delle auto circolanti (1.400.000 tra Pasqua e Pasquetta); le strade strette e talvolta sconnesse; le condizioni dell'auto - Per trasportare in ospedale feriti e moribondi non sono bastate le ambulanze della Croce Rossa e Verde, si sono usate anche quelle della polizia A Borgaro: morti un commerciante e la sua bimba; ferite la moglie e l'investitrice Avrebbe dovuto essere una festa per tutti questa Pasqua con il sole e la primavera. E' stata una Pasqua tragica per troppi. Morti e. feriti come in una battaglia, la più assurda delle battaglie. Una famiglia distrutta a Cuneo, una a Borgaro, una a Bussoleno. Tra le vittime uomini e donne nel fiore, degli anni, bambini, ragazzi, tre pensionali, uno dei quali in vestito addirittura due volte. Sciagure che lasciano sgomenti e collocano il Piemonte nelle posizioni di testa nella statistica nazionale dei morti sulla strada. L'anno scorso i morti del j weekend di Pasqua, in tutta Italia, furono 121. Le somme per quest'anno non sono ancora fatte, ma si ritiene che la cifra sia superiore. Lo è di gran lunga in Piemonte. La polizia « stradale » ha rilevato, nel solo giorno di Pasqua 45 incidenti con tre morti e 29 feriti: 23 collisioni di cui 19 con soli danni alle cose; della giornata di Pasquetta si conosce il numero dei morti: diciassette. L'anno scorso pioveva e c'era meno traffico: 22 incidenti con un morto, 10 con 19 feriti, 11 con soli danni alle cose. Il progresso scientifico strappa ogni giorno bambini e adulti a un destino che soltanto pochi anni fa sarebbe stato fatale. Lotta contro la mortalità infantile, contro le malattie infettive, contro i pericoli ohe insidiano la vita; risultati un tempo impensabili. Poi il rovescio sinistro di tanti sforzi. Si sale sull'auto, padre, madre, figli, le provviste per la scampagnata nel bagagliaio. Ma non si torna più a casa. Perché questi Incidenti che hanno insanguinato la Pasqua, gettando nell'angoscia e nel lutto tante famiglie? La domanda ha parecchie risposte e la prima ha radici nell'uomo d'oggi, nel suo modo di vivere affrettato e convulso. L'inverno è stato lungo; parecchi hanno lasciato l'auto dormire in rimessa. L'hanno tirata fuori tutti per le vacanze di primavera. Mete sempre più lontane, ansia di fare sempre più in fretta; impazienza, talvolta incoscienza e disprezzo della vita propria e altrui. Un sorpasso azzardato e si baratta la noia di stare In colonna con il buio della morte. Dna levataccia dopo poche ore di riposo, centinaia di chilometri al volante. Chi cammina prudente sulla sua destra si vede piombare addosso un bolide che fa strage dei suol. Una manovra spericolata a un semaforo e per l'imperizia e la premura di un guidatore due o tre vite vengono stroncate. Seconda risposta: l'aumento delle patenti e della circolazione. Ogni anno, all'arrivo della bella stagione, le auto in provincia di Torino aumentano di 50-60 mila, poco di meno sono 1 neofiti del volante. Il numero delle targhe ha superato, a fine dicembre, il traguardo di 1.200.000. Sulle nostre strade viaggiano 650 mila auto, una ogni 3,3 abitanti, la più alta densità Italiana. Ma le strade sono sempre le stesse — e questa è la terza risposta — molte anguste e tortuose, altre prive della necessaria segnaletica. La rete viaria manca di svincoli, di collegamenti, di misure per garantire la sicurezza. Terza risposta: le condizioni dell'asfalto che nessuno ha riparato dopo 1 guasti del gelo. Per evitare una buca, si pub compiere una brusca sterzata; una cunetta presa in velocità può provocare il disastroso sbandamento della macchina. Ultima risposta: lo stato dell'auto: se è nuova, scattante, veloce, ne!'-: mani di chi non la conosce bine può diventare strumento ài morir.. Se l'abbiamo dimenticata per mesi nel garage, può non rispondere alla manovra di emergenza, tentata all'improvviso. Le 240 pattuglie della « stradale ii hanno svolto sulle arterie del Piemonte un servizio encomiabile, ma non sono state purtroppo in grado di impedire che l'assurda battaglia di Pasqua avesse un bilancio meno pesante. Dice il capitano Clrmigliaro: «Le auto circolanti si calcolano in 1.400.000, di cui mezzo milione domenica, giorno in cui abbiamo soccorso 220 automobilisti bloccati da guasti, ed elevato 2937 contravvenzioni ». Per eccesso di velocità, per manovre imprudenti, per sorpassi pericolosi. Il rigore non è bastato; non è bastato lo spauracchio delle auto civetta a frenare la folle incoscienza di certi guidatori. Non sono bastate alle 20 squadre antinfortunistiche le ambulanze della Croce Rossa e della Croce Verde per trasportare feriti e moribondi in ospedale; si è dovuto ricorrere anche a quelle del Reparto Mobile. Schiacciare l'acceleratore ha significato la morte di 20 persone; altre 20 sono ricoverate in prognosi riservata. * * Famiglia distrutta in uno scontro d'auto, durante le vacanze di Pasqua. Padre e figlia sono morti, la madre è gravemente ferita. Sono Franco Furala, 35 anni, titolare di un negozio di alimentari In corso Taranto, che gestisce con la moglie Bruna Aimone, 33 anni. Abitano In via BottlceUi 25 con la figlia Patrizia, sette anni, che frequentava la seconda elementare. Il giorno di Pasqua salgono tutti e tre sulla « 850 » per una scampagnata a Caselle. Poco dopo le 13 sono nella zona industriale di Borgaro, oltrepassano il semaforo all'incrocio fra via Pie monte e via Lanzo, proseguono su quest'ultima. Pochi metri più oltre, lo schianto. Da Caselle, in senso contrario, arriva la « 600 » guidata dalla pettinatrice Maria D'Amelio, 21 anni, via della Rocca 12. E' stata a Caselle a salutare dei parenti, ara torna verso Torino, dove ha ibi appuntamento con il fidan- zato. All'improvviso sbanda a sinistra, sull'altra corsia. Non si sa perché Due testimoni dicono: « Uno scarto brusco, sema alcuna ragione apparente». All'ospedale la giovane, gravemente ferita, dirà: « Non so, non ricordo più nulla ii. La « 600 » piomba addosso alla « 850 ii che fila regolarmente sulla propria destra. Uno schianto metallico, pauroso. Nessuno dei due guidatori ha nemmeno accennato a frenare. La « 600 » rimbalza indietro di qualche metro e resta Inchiodata in mezzo alla strada, sulla linea di mezzerìa, nella sua direzione di marcia. .La « 850 » devia leggermente a sinistra, si rovescia, ruzzola, si ferma di nuo¬ vo sulle quattro ruote, sul ciglio del fosso. Racconta Vittorio Maflel, che abita nella casa di fronte, al 56 di via Lanzo: « Ho sentito come un'esplosione, corro fuori, mi precipito verso la " 850 " che è un groviglio di lamiere contorte. Al posto di guida un uomo, morto. Poi una bimba. Respira ancora, un gemito sommesso le esce dalle labbra. Si vede che è in fin di vita. C'è anche una donna, ferita, il viso stravolto dal dolore, che urla: " Sono morti, sono morti tutti e due. Mio marito e la mia bambina ". Si fermano decine di auto, perché la strada è bloccata dalle carcasse delle due vetture. Tentiamo di estrarre i corpi ii. Ci riescono con quelli della donna e delia bimba. L'uomo, invece, ha le gambe attanagliate e straziate tra i sedili e 11 blocco dello sterzo. Sulla « 600 ii, la D'Amelio ha il braccio sinistro stritolato e la gamba sinistra fratturata. E' svenuta. Dice il Maffei: « Nessuno degli automobilisti ha voluto assumersi la responsabilttà di caricare i feriti. Intanto avevo già chiamato un'ambulanza, che è arrivata poco dopo x. La piccola Patrizia muore durante la corsa all'ospedale, sotto gli occhi della madre che viene ricoverata al Maria Vittoria. Ha la frattura del bacino, ferite al vlsb, è sconvolta dallo n choc ». Guarirà in un mese. Allo stesso ospedale è ricoverata la D'Amelio, con frattura di un femore, dell'omero e dell'ulna del braccio sinistro. Guaribile in due mesi. Solo molto più tardi i carabinieri di Caselle, al comando del maresciallo Lo Russo, riescono a districare dalla morsa delle lamiere il corpo di Franco Fumia. Ha il cranio fratturato, il torace sfondato e le gambe fracassate. Morto sul colpo. E' stato ricomposto nella cella mortuaria dell'ospedale di Borgaro. Un altro incidente mortale, sulle strade della citta, poco dopo, alle 15,15. La vittima è Francesco Marino, pensionato di 61 anni, da sette abita In Germania. E' venuto per le vacanze di Pasqua con la figlia Maddalena, di 38 anni, a visitare un altro figlio, Biagio, ili 36 anni, che lavora come operaio alla Lancia e abita in corso P. Oddone 60. Il giorno di Pasqua, dopo il pranzo, escono per andare in collina. Sono appena usciti di casa e camminano lungo il corso, verso la fermata dell'autobus che porta a Villa della Regina. Davanti c'è Francesco, cinque o sei metri più indietro seguono Maddalena, Biagio con la moglie Carmela e la figlia Maria Antonietta di 8 anni. Dicono: « Lo abbiamo visto all'improvviso per aria ii. Una ii 1200 » Fiat guidata dall'operaio Natale Moretti, 40 anni, via Thures 34, lo ha Investito e scaraventato qualche metro più oltre. Il Moretti inchioda 1 pneumatici e riesce a fermarsi prima di investire di nuovo il corpo che gli è ricaduto davanti al cofano. Ma alle sue spalle un'altra automobile, guidata dal commer¬ ciante Giuseppe Boscema di 33 anni, abitante a Cornigliano tn via S. Giovanni d'Acri 14, tampona la « 1200 ii che viene sospinta avanti, con un balzo, addosso al Marino. Il pensionato muore pochi minuti dopo per la frattura del cranio, sull'auto ohe lo trasporta all'ospedale. . j 11 commerciante Franco Fumia con la moglie e la figlia Patrizia - La pettinatrice Maria D'Amelio, 21 anni - LV850» distrutta nello scontro avvenuto al semaforo di Borgaro