Perché Togliatti si rifiutò di dirigere il Gominform
Perché Togliatti si rifiutò di dirigere il Gominform La testimonianza del segretario di Secchia Perché Togliatti si rifiutò di dirigere il Gominform Longo sarebbe dovuto succedergli alla segreteria del pei Milano, 26 marzo. In una lettera all'Avanti!, che verrà pubblicata domani sull'edizione milanese dell'organo del Psi, Giulio Seniga scrive di essere, stato a Mosca nel gennaio del 1951 (egli era allora segretario di Pietro Secchia), allorché i dirigenti sovietici proposero il trasferimento di Togliatti dalla direzione del Pei alla direzione del Cominform. (Longo gli sarebbe successo alla segreteria del pei). La lettera di Giulio Seniga (che è uscito dal Pei nel 1954 e milita nel Psi dal 1966) fa seguito ad una testimonianza dell'on. Nilde Jotti, apparsa su una pubblicazione ufficiale del Pei e ad un'intervista dell'on. Amendola all'Espresso, resa nota ieri. Dopo il grave incidente d'auto occorso a Togliatti nell'agosto 1950 durante una passeggiata in Val d'Aosta, « i sovietici credettero — scrive Seniga — che l'incidente fosse stato provocato da un attentato degli americani ». « I dirigenti più responsabili del comunismo internazionale si posero allora il problema della sicurezza per garantire la vita del compagno Togliatti. Fu deciso così di affidare al segretario del pei la direzione del Cominform come copertura politica del suo trasferimento in un Paese del campo comunista che il leader italiano poteva scegliere a suo gradimento ». Ma Togliatti — afferma Seniga — non era d'accordo su questa soluzione, «anche se la direzione del pei aveva deliberato nel senso voluto da Mosca ». Dopo avere affermato che Togliatti fu colto di sorpresa dalla decisione dei dirigenti del pei d'aderire alla richiesta di Stalin, il quale voleva a tut'ti i costi il trasferimento del segretario del pei a Mosca, Seniga sostiene che « la richiesta di trasferimento di Togliatti era stata ispirata dall'ungherese Rakosi e da altri dirigenti dei partiti fratelli, i quali consideravano grave errore e colpevole violazione della vigilanza rivoluzionaria il fatto che un leader di prestìgio internazionale come Togliatti continuasse a rimanere in Italia, dove nel giro di soli due anni era incorso in ben due attentati mortali ». Il trasferimento di Togliatti a Mosca — che sarebbe stato gradito, secondo Seniga, da Longo e Secchia — non andò in porto « solo perché Stalin dimostrò amichevole bonomia (non tirannia) nei confronti di Togliatti, il quale per la verità non era affatto lusingato delle atten¬ zioni sovietiche relative al suo trasferimento in terra sicura ». Seniga riferisce che quando Stalin si accorse che la sua idea non era gradita al segretario del pei, disse ai dirigenti comunisti italiani: « Noi non vogliamo tenere qui per forza il compagno Togliatti. Noi siamo preoccupati per la sua incolumità, ma non possiamo tenerlo qui prigioniero, se lui non vuole restare ». Fu così che Togliatti ottenne da Stalin un « rinvio » e tornò in Italia per partecipare ai lavori del settimo congresso del pei. Seniga aggiunge che Stalin, battendo una mano sulla spalla di Togliatti, disse: « Se il compagno Togliatti torna in Italia noi qui non lo vedremo più». (Ansa)
Luoghi citati: Italia, Milano, Mosca, Seniga, Val D'aosta
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