"Hair" a Roma diventerà uno show sulla protesta e le paure dei giovani

"Hair" a Roma diventerà uno show sulla protesta e le paure dei giovani Patroni Griffi sta preparando la versione italiana "Hair" a Roma diventerà uno show sulla protesta e le paure dei giovani (Nostro servizio particolare) Roma, 25 marzo. Giuseppe Patroni Griffi ha avuto l'incarico di scrivere la versione italiana di Haìr, la « commedia drammatica e musicale » di Jerome Ragni e James Rado (testi) e Galt Mac Dermot (musiche), che fece tanto scandalo a Broadway. Sarà rappresentata nel settembre prossimo a Roma al Teatro Sistina, per la regìa di Victor Spinetti e nell'interpretazione di giovani non professionisti. Sono passati più di due anni dalla prima recita del musical, andato in scena modestamente in un teatrino della periferia di New York, poi consacrato su uno dei più grandi palcoscenici di. Broadway, poi allestito a Londra, Parigi, Monaco, Stoccolma e persino in Jugoslavia la stagione scorsa, ovunque accompagnato da grande successo di pubblico' e profonda indignazione dei benpensanti. A Città del Messico tutta la troupe americana di Hair fu arrestata la sera stessa della « prima » ed espulsa. « Certo — dice Patroni Griffi — lo spettacolo arriva da noi quando le comunità hippies non hanno più il significato e la carica eversiva che ebbero negli anni Sessanta, e lo spirito della contestazione americana si esprime già in altre forme proponendosi nuovi obbiettivi di lotta. Lo scrittore Jacques Lanzmann. che curò la versione andata in scena a Parigi, si preoccupò di inserire riferimenti a personaggi precisi del mondo culturale e politico francese, da Simone de Beauvoir a Paul Guth e Madame Pompidou. Io penso piuttosto di mettere in rilievo i motivi universali della contestazione giovanile, le angosce, le paure, le illusioni, i sogni e le sfide che sono dei giovani di tutto il mondo ». All'insegna dello scandalo e della provocazione, Hair è uno spettacolo cantato, danzato, parlato, mimato senza un preciso filo conduttore. E' una successione di scene, situazioni, dialoghi e movimenti che permettono a ventotto giovani di ambo i sessi riuniti sul palcoscenico di condannare i mali e incensare le bellezze del nostro tempo. Cantano la vittoria dell'amore sulla violenza, la corruzione, il conformismo. Rifiutano le esplosioni nucleari, la brutalità della polizia e della guerra, il razzismo e il patriottismo, i genitori e l'asservimento del lavoro indù striale. Lo spettacolo culmina nella famosa scena — otto secondi, ed in penombra — in cui tutti si denudano sul palcoscenico gettando sugli spettatori i loro abiti. L'Express definì Hair un originale ed euforico Piano Marshall che la gioventù americana offre ai paesi europei. 1. mad.