Bonifacio: "Mia sorella guarirà" La donna (ha un tumore) migliora

Bonifacio: "Mia sorella guarirà" La donna (ha un tumore) migliora A colloquio con il veterinario di Agropoli Bonifacio: "Mia sorella guarirà" La donna (ha un tumore) migliora Quando da Ragusa gli chiesero per telefono le fiale, il medico non sapeva che erano per la sua congiunta - Ora la donna ha lasciato l'ospedale e continua a casa la cura Comunicato della Sanità: non permessa la vendita del farmaco (Dal nostro inviato speciale) Agropoli, 25 marzo. Mentre il dott. Liborio Bonifacio continua, da Agropoli, la lunga battaglia per ottenere dalle autorità sanitarie il riconoscimento ufficiale del suo siero anticancro, a Ragusa la sorella Maria, di 60 anni, lotta contro un tumore allo stomaco curandosi con il farmaco del fratello. Un dramma terribile, reso ancora più pietoso dal doloroso particolare che il veterinario, fino a pochi giorni fa, è stato tenuto completamente all'oscuro della malattia della sorella. I familiari, temendo di peggiorare le sue precarie condizioni di salute ed il sistema nervoso scosso per le vicende legate alla sua scoperta, gli avevano nascosto la verità. Il dott. Bonifacio, che soffre di disturbi intestinali, è stato recentemente ricoverato in una clinica di Battipaglia ed è tuttora convalescente; egli, come è noto, ha sospeso la preparazione e la distribuzione gratuita del siero. Non si era però voluto rinunciare a sperimentare il farmaco sulla paziente e per ottenerlo si era ricorsi ad una pietosa bugia. Il prof. Giovanni Antoci, direttore sanitario dell'ospedale « Maria Paterno Arezzo » di Ragusa, gli aveva richiesto l'anticancro per telefono, dicendogli che l'ammalata era una sua vecchia zia. Quando il veterinario ha appreso della diagnosi fatta alla sorella, è stato colto da una crisi di pianto; solo le sue condizioni di salute gli hanno impedito di accorrere al capezzale dell'ammalata. A ridargli forza e coraggio è stata la fiducia che egli ha nel suo prodotto; tra le lacrime ha esclamato: « Sono certo che Maria si salverà. Il niale è all'inizio, sarà stroncato facilmente dal mio siero ». Ottimismo e speranza che sembrano trovare conferma nell'eccezionale ripresa dell'ammalata. Maria Bonifacio, dopo una cura di 15 giorni, ha dato evidenti segni di miglioramento. Ha lasciato l'ospedale ed è tornata in famiglia, a Montallegro, in provincia di Agrigento. « E' troppo presto — dicono i medici che l'hanno in osservazione — per parlare di guarigione, ma. molti sintomi sì sono attenuati e la malattia appare in regresso ». . Maria Bonifacio è una donna semplice, e per lei il fratello nutre un particolare affetto. La povera donna, sposata ad un pensionato comunale, Fortunato Cinquemani, all'inizio dello scorso febbraio venne colpita da dolori allo stomaco, vomito e debolezza. Il medico condotto di Montallegro consigliò il ricovero, per accertamenti diagnostici, nell'ospedale di Ragusa, dove Maria Bonifacio venne portata il 26 febbraio. Il direttore sanitario la sottopose ad accertamenti clinici e constatò che aveva un tumore allo stomaco. All'inferma, che non aveva fatto altre cure, né aveva sperimentato la cobaltoterapia, venne somministrato il siero preparato dal fratello ed i risultati, secondo le affermazioni dei sanitari, sarebbero stati sorprendenti. In pochi giorni potè lasciare il letto. Dopo un breve soggiorno presso una figlia sposata, che abita a Ragusa, la donna è tornata a Montallegro, dove prosegue la cura. « Ogni giorno parlo per telefono con i miei nipoti in Sicilia — ha detto Bonifacio — e seguo costantemente il decorso del male. Un dato è certo: i dolori sono scomparsi ed anche il vomito. Ed è ritornato anche l'appetito. Tutti "sintomi confortanti che lasciano sperare in una guarigione. Tanti miei ammalati sono guariti... Perché mia sorella no? ». Adriaco Luise (Dalla redazione romana) Roma, 25 marzo. Il siero anticancro del dottor Bonifacio non può, per il momento, essere messo in vendita. La decisione è stata presa stamane in una riunione al ministero della Sanità presieduta dal capo di gabinetto del ministro Ripamonti, dott. Luigi Conte, alla quale erano presenti il direttore generale dei servizi di medicina sociale, prof. Luigi Nuzzo lillo, il dott.' Pietro Moro direttore generale dei servizi farmaceutici, il figlio del dottor Bonifacio, Leonardo, e il legale del veterinario di Agro poli avv. Vincenzo Milite. « Tale inderogabile divieto, e detto in un comunicato emesso al termine della riu nione durata 4 ore, preclude la possibilità di assecondare la proposta avanzata dal dott. Bonifacio di ottenere l'autorizzazione alla vendita, sia pu re a prezzo di costo, del suo preparato prima della autorizzazione ministeriale ». Il comunicato prosegue: « Alla richiesta di un provvedimento legislativo dì iniziativa ministeriale di carattere eccezionale in deroga alle disposizioni generali vigenti, che è avanzata dal dott. Bonifacio, tramite il suo legale, al fine di risolvere il problema della produzione e immediata messa in vendita del prodotto a prezzo di costo, i rappresentanti ministeriali hanno risposto escludendo un'iniziativa del genere, nltnisspacilprla n v o n à e i i i . , non soltanto in relazione all'attuale stato della sperimentazione clinica ufficiale appena iniziata, ma anche perché, in ogni caso, non sarebbe possibile prescindere dalla necessità che la produzione del preparato in tutte le sue fasi sia affidata ad un istituto farmaceutico abilitato ». « Il ministero — conclude il comunicato — considerata la rilevanza sociale del problema per l'ipotesi che il preparato rivelasse qualità terapeutiche corrispondenti alle attese dell'opinione pubblica, riafferma la sua volontà di proseguire la sperimentazione clinica in corso presso l'istituto " Regina Elena ", sperimentazione che dovrà essere condotta su un numero significativo di pazienti e alla quale va riconosciuta tuttora piena validità anche al fine di abbreviare i tempi della procedura di registrazione ». 1. z. Roma. Leonardo Bonifacio, tìglio del veterinario di Agropoli, dopo il colloquio al ministero della Sanità (Tel. Ansa)