Emozioni e ancora emozioni di Paolo Bertoldi

Emozioni e ancora emozioni Emozioni e ancora emozioni Da Belfast a Buenos Aires via Torino - Niente è più imprevedibile del nostro campionato Si è cominciato con un titolo da proclama di guerra calcistica. « Soltanto la Juve parte di scatto ». I bianconeri avevano travolto il Palermo, vi era stata la sorpresa di Brescia-Milan. interrotto per la pioggia davvero inattesa in una domenica di metà settembre; i campioni della Fiorentina e l'Inter avevano vinto segnando un solo gol. Il Cagliari di Gigi Riva neppure \ una rete' zero a zero a Genova contro la Samp. Due giorni dopo eravamo a Belfast, per un servìzio sportivo che ci ha trasportati indietro nei secoli, in mezzo alla più assurda guerra di religione. Non era assurdo né irreale però mister Covan. — barba lunga, un grosso maglione a nascondere la pistola infilata nella cintura dei calzoni — mentre parlava della difesa dei cattolici contro gli attacchi dei protestanti. Per arrivare nel « ghetto » era stato necessario usare la parolad'ordine .mormorataci da un autista. Una donna, sotto l'immagine del Sacro Cuore, ammetteva: « Siamo terrorizzati ». Lo sport, però, non era lontano. I calciatori della Roma, nello stesso pomeriggio, stavano allenandosi in tutta tranquillità ed il giorno dopo i giocatori provenienti dalla Città del Papa hanno battuto l'Ards, suscitando discussioni soltanto per i falli subiti o commessi. Il fuori gioco nello stadio di Belfast era diventato più importante delle dispute religiose. Contemporaneamente la Juventus riusciva a superare in Coppa delle Fiere il Lokomotìv di Plovdiv; poi tonuiva al campionato e perdeva a Verona, pareggiava, deludendo, con il Bologna, pareggiava ancora con la Samp, cedeva nel derby. La crisi fulminea era piombata addosso a Camiglia. Un occhio pesto A Buenos Aires, dove avevamo seguito il Milan per la finale intercontinentale della Coppa dei Campioni, giunse la notizia del cambio dell'allenatore e dei nuovi compUi affidati a Boni. Sivori, per telefono da San Nicolas, commentò: « Ora Boni non potrà rimanere dietro le quinte, bella tegola gli è capitata ». Omar non aveva il tono spiacinto per le pesanti responsabilità toccate all'amico-nemico. Poi nella « Bombonera » tutti gli italiani soffrirono ed esultarono per il successo dei nostri campioni contro gli scorretti giocatori dell'Estudiantes. La notte del trionfo del Milan la passammo però a rincorrere Combin, arrestato per diserzione. In Argentina i poliziotti, quando cala la oscurità, ti fermano spianandoti addosso il mitra, ma con i giornalisti furono cortesissimi. Combin. lo rintracciammo nella sede del Distretto dell'esercito argentino. La tensione è forte, ma il colonnello RaUl Schweizer, campione di sport equestre, amico di Piero D'Inzeo, parla di cavalli mentre si attende che la pratica venga risolta. Combin, un occhio pesto per l'aggressione da parte di Aguirre Suarez, chiarisce finalmente la sua posizione di soldato franco-argentino. Il servizio militare prestato con i francesi è valido in base ad accordi internazionali anche per Buenos Aires. Finalmente lo liberano. Il Milan atterra a Liliale il giorno successivo, campione del mondo di Club, ed inizia la sua parabola discendente. Sarà eliminato nella nuova edizione dei « Campioni » e perderà anche la Coppa Italia. Nel nostro torneo la Juventus di Boniperti e Rabitti ha un'impennata: batte l'Inj ter. ma quindici giorni dopo I (c'è stato Italia-Galles di mezìzo) cede a Napoli. Cade al i tredicesimo posto in classiI fica. In zona retrocessione. Nello stesso perìodo si an; nuncia « Cuccureddu da Bre! .scia alla Juve » e nessuno pen| sa che quello sconosciuto gio\ calore sardo per sedici par¬ tite sarà il portafortuna dell'imbattuta squadra bianconera. A Berlino, contro l'Hertha. però va ancora male. Altra sconfitta. La serie juventina incomincia a Cagliari col gol dell'ultimo minuto messo a segno dal « traditore dei sardi » Cuccureddu. Il campionato da quel giorno ha un titolo: Cagliari o Juventus? Soltanto domenica scorsa il dilemma finisce a Firenze. E' proprio la Fiorentina a rilanciare nella partita di andata i calciatori di Boniperti e Rabitti, poi altro rischio a San Siro contro il Milan. Superato anche questo, ed ammiriamo un giovane, Roveta, che gioca con l'irruenza di un inglese. Le altre partite dei bianconeri tesi in una magnifica rincorsa sono troppo note". La più bella è stata Roma-Juventus, subito, dopo Palermo'Juve. Due formidabili incontri che hanno messo in evidenza Tancredi. Morini, Furino, Cuccureddu. Parliamo dei giovani. Per gli assi affermati da anni, Del Sol, Salvadore, Leoncini, Castano, si è trattato soltanto di raggiungere lo standard di campioni quali sono. In queste lunghe e appassionanti settimane Boniperti e Rabitti nascondono il « dis¬ senso tecnico » tra Vieri e Haller, Anzolin dà prova di una disciplina e di una tenacia ammirevoli. Anastasi lotta da solo, Haller sale sempre più di rendimento e Leonardi viene « riscoperto ». a trent'anni. Viola si e no Nel mezzo della volata bianconera si inserisce la Fiorentina. Eccola a Glasgow piena di speranze e dì timori in Coppa dei Campioni. Il trainer Stein indovina la mossa giusta utilizzando un finto terzino Hay. Sarà questi a giustificare con le sue continue puntate in avanti la vittoria degli scozzesi al Parkhead. Passato lo stordimento per gli attacchi a valanga dei biancoverdi, per le prove negative di Merlo, Esposito, per lo sbandamento dei difensori, si ripensa all'incontro per scoprire che il Celtìc, in fondo, ha vinto grazie ad un gol ottenuto su passaggio in fuori gioco, per un'autorete di Carpenetti e un'altra rete in off side (Wallace temeva che gli venisse annullata). Pesaola si arrabbia, se, a mente fredda, ripensa a Glasgow. Però ha imparato ad avere coraggio. L'audacia non serve alla Fiorentina nel « ritorno » con gli scozzesi, in cui vince, ma non rimonta le tré reti. Serve però contro la Juventus. Un ciclo si era chiuso mercoledì per i campioni d'Italia: un altro ciclo è terminato domenica per i juventini. La « regina dell'inseguimento » sa perdere con stile. Nessun gesto di rabbia. Era stata la precedente gara con il Cagliari a troncarne lo slancio. Non parliamo di Lo Bello: l'arbitraggio non aveva influito sul risultato e per il resto critiche e difese sono state influenzate da preconcetti, non diciamo certo partito preso, per carità). Così la Juventus dopo il mancato aggancio, ha ceduto a Firenze, per il cessare di una spinta nervosa. Il campionato è ora risolto, a meno che i nervi saltino adesso a Riva e compagni, la Coppa dei Campioni non riguarda più gli italiani. Il football, però, ha offerto in entrambi i campi episodi stupendi, emozioni indimenticabili. E' uno sport che vince sempre, se combattuto con lealtà: il football è una cosa meravigliosa. Speriamo che il futuro « messicano » ne dia conferma. Paolo Bertoldi