La tormenta respinge i soccorritori dei 4 alpinisti dispersi sul Bianco

La tormenta respinge i soccorritori dei 4 alpinisti dispersi sul Bianco Angoscioso mistero sulla cordata franco - italiana La tormenta respinge i soccorritori dei 4 alpinisti dispersi sul Bianco La spedizione partita da Chamonix ha corso il rischio di venire travolta dalle slavine - Riprendono oggi le ricerche della guida delle Dolomiti Roberto Sorgato e dei suoi tre compagni francesi - Un operaio delle funivie dell'Aiguille du Midi " ha visto due punti neri nel canalone Gervasutti - Si spera che i quattro scalatori siano al sicuro in qualche bivacco (Dal nostro inviato speciale) Chamonix, 24 marzo. Il Mont Blanc du Tacul ha mantenuto anche oggi il suo segreto più impenetrabile sulla sorte, della cordata composta di tre alpinisti francesi e del nostro Roberto Sorgato, data per dispersa da domenica nel canalone Gervasutti. La spedizione di soccorso formata da gendarmi e da guide di Chamonix salita in mattinata, alla base del canalone, ha dovuto ripiegare a causa delle pessime condizioni del tempo. «Più volte — ci ha detto Jannick Seigneur, uno dei componenti la spedizione rientrata alle 17 a Chamonix — abbiamo corso il rischio di essere travolti dalle slavine. Una valanga è scesa mentre alcuni di noi tentavano di aggirare il canalone salendo lungo i contrafforti rocciosi della via normale. Non ci ha travolti per puro miracolo ». Le ricerche riprenderanno domani, sperando in una schiarita, ma dal tardo pomeriggio nevica a Chamonix e in alta montagna come in pieno inverno. « Se non potremo con gli elicotteri, andremo nuovamente coi mezzi tradizionali, a piedi» ha dichiarato questa sera in una conferenza stampa il tenente Mollaret, comandante il plotone specializzato d'alta montagna della gendarmeria che con la guida di Chamonix Gerard Devouassoux dirìge i soccorsi. Esiste, infatti, un'esile speranza di trovare ancora in vita i quattro alpinisti: la guida di Chamonix Giovanni Fanton, di 35 anni, custode del rifugio dei Grands Mulets, Claude Jàger, di 30 anni, pure guida alpina, Allain Badel, di 21 anni, chasseur des Mpes alla scuola militare alpina di Chamonix, e il trentatreenne Roberto Sorgato, nativo di Belluno ma residente da molti anni a Milano, dov'è impiegato presso la « Locateli! » quale dottore in economia e commercio. L'operaio delle funivie dell'Aiguille du Midi, Michel Couttet, ha dichiarato stamani di aver visto nel corso di una brevissima schiarita due puntini neri all'uscita del canalone Gervasutti: « Mi sono sembrati due alpinisti; erano a distanza di un metro l'uno dall'altro. Poi la montagna è nuovamente scomparsa nelle nubi ». La notizia ha spinto i generosi uomini del soccorso alpino di Chamonix a correre anche seri rischi pur di portare aiuto ai dispersi del Mont Blanc du Tacul, che si spera abbiano trovato riparo in una buca scavata nella neve o in qualche crepaccio. Anche un elicottero della gendarmeria francese, guidato dal comandante Cuenot, ha tentato stamane per due volte di avvicinarsi al Tacul, ma le nubi che limitavano la visibilità a duecento metri hanno impedito ogni ricognizione aerea. Sono partiti, allora, verso le 9, le guide Yvan Masino (capo spedizione), Jannick Seigneur ed Henri Fourdomme, con i gendarmi Anselmet, Charlet, Emin e Mathieu. Dalla Aiguille du Midi sono scesi con gli sci sulla Vallee Bianche e quindi si sono portati alla base del canalone Gervasutti, già esplorato ieri per una lunghezza di quattrocento metri e dove sono stati ritrovati gli sci dei quattro dispersi. Hanno urlato i loro nomi, ma dalla montagna non è venuto alcun segnale. E' stato allora che hanno deciso di salire lungo la via normale. Flagellati dalla bufera, sotto la neve ed affondando nella coltre fresca fino a metà gamba, i sette uomini hanno tentato l'impossibile. Poi hanno dovuto arrendersi. A Chamonix, intanto, erano in attesa di notizie la fidanzata di Sorgato, una ragazza di nazionalità inglese, e due suoi amici, la moglie di Fanton con i due figli in tenera età, che abita a Taconnaz (a pochi chilometri da Chamonix) e la sposa di Jàger, che attende un bambino e che da qualche giorno era giunta a Chamonix con il marito. Sono anche attesi i genitori di Sorgato, che hanno appreso la notizia a Belluno, dai giornali. Abbiamo posto alcune do- rpprii manae al tenente Mollaret ed | alla guida Gerard Devouas-1soux. «Credete che i quattro jsiano ancora in vita?». « E' possibile — ci hanno i risposto —. Non sarebbe la prima volta che alpinisti dati per dispersi vengono ritrovati sani e salvi. Del resto, i quattro in questione sono stimati da tutti come alpinisti formidabili ». « Quanto possono resistere? ». « Non ne abbiamo alcuna idea: dipende dalle loro con¬ dizioni fisiche, dai viveri che hanno. Sappiamo che sono .attrezzati per bivaccare, ma nulla di più». « Si può parlare di imprudenza? ». « Il canalone è pericoloso, ma non è un'impresa difficile per alpinisti di tale taglia. Se essi hanno giudicato di poter iniziare domenica mattina l'ascensione è segno che reputavano di poterlo fare ». Sorgato, Fanton, Badel e Jàger hanno al loro attivo numerose ascensioni di grande impegno sulla catena del Monte Bianco. Sorgato ha compiuto inoltre numerose prime sul « Civetta », alcune vie invernali del Su Alto e del Solleden portano il suo nome. La loro esperienza fa presumere a tutti che abbiano preferito attendere lassù una schiarita per ridiscendere dal Tacul. A Chamonix, intanto, la neve continua a cadere. In alta montagna ne è venuta almeno un metro. Italo Vaglienti Chamonix. Le pattuglie di soccorso rientrano dopo le inutili ricerche sul monte Bianco (Foto Andreetto)

Luoghi citati: Belluno, Chamonix, Milano, Taconnaz