Alcuni satelliti a raggi infrarossi per vedere gli incendi nei boschi

Alcuni satelliti a raggi infrarossi per vedere gli incendi nei boschi Alcuni satelliti a raggi infrarossi per vedere gli incendi nei boschi Un pericolo che ritorna a ogni primavera - Possibilità teoriche e difficoltà economiche - Le orbite ottimali E' ben noto che i satelliti artificiali, permettendo di scattare fotografìe dall'alto a largo campo, consentono molti utili rilievi nei settori meteorologico, geologico, agricolo e forestale; ci si è quindi chiesti — e la domanda ritorna di grande attualità in questa stagione nella quale riprendono gli incendi nei boschi — se potessero servire, appunto, anche per la segnalazione delle autocombustioni nelle foreste. Sarebbe infatti, quanto mai comodo affidare il servizio a questi complicati apparecchi, sospesi in alto, sopra le nostre teste. Avvista e segnala Ovviamente, l'avvistamento e l'immediata segnalazione interessano non tanto quando il fuoco è già esteso e può essere scorto facilmente anche da un osservatore occasionale, ma al suo primo insorgere. La cosa sarebbe tecnicamente possibile adottando strumenti sensibili ai raggi infrarossi, in grado di individuare 1 « punti caldi » al suolo dovuti a focolai di incendio. Ma come distinguerli dalle molte altre fonti di calore legate alle attività umane, quindi assai frequenti nelle zone abitate? Inoltre le radiazioni calorifiche sono influenzate molto sensibilmente da fattori climatici, quali il vento, l'umidità, la nebulosità. Il fuoco deve essere individuato e segnalato all'inizio, quando ha estensione modesta: sorge così il problema della sollecita interpretazione dei dati trasmessi dal satellite, in modo da localizzare esattamente il fuoco e guidare sul posto senza errori, i mezzi di intervento. Ecco un primo gruppo di difficoltà legate alla strumentazione disponibile oggi. Gli incendi di foreste emettono microonde: si stanno compiendo ricerche per captarle e localizzarle, ma tutto è ancora in fase sperimentale. Quali satelliti converrebbe adottare? Non quelli detti « sincroni » che. messi in orbita, seguono i movimenti I della Terra cosi da apparire fermi in una determinata posizione che consente l'osservazione continua della regione sottostante. L'orbita di questi satelliti dista circa 36.000 km dalla Terra: a questa distanza anche le apparecchiature più sensibili e perfette non sarebbero probabilmente in grado di soddisfare le nostre necessità di avvistamento e di localizzazione di focolai di incendi. Periodica osservazione Si dovrebbero quindi preferire i satelliti rotami intorno alla Terra, in orbite distanti da questa da 100 a 1000 chilometri, capaci di compiere una rotazione completa, ritornando sullo stesso punto, in un tempo variabile tra 80 e 100 minuti primi. L'osservazione diventerebbe così periodica: per poterla compiere con maggiore fre| quenza bisognerebbe mettere , sulla stessa orbita più satelliti. In ogni rotazione i satelliti esplorerebbero una determi, nata fascia di terreno: per i coprire le aree laterali occor¬ rerebbero altri satelliti, con orbite diverse. Sorgono, come è evidente, anche notevoli problemi economici che consiglierebbero in ogni caso l'organizzazione internazionale di un servizio del genere e l'opportunità di usare gli stessi satelliti anche per altre osservazioni. Non sembri, quanto abbiamo detto, puro parto di fantasia: l'argomento è stato a lungo discusso alla Università di Cambridge, su una relazione presentata dal dott. R. Bruno della Direzione Generale dell'Economia Montana e delle Foreste e dall'ing. U. Ghezzi del Politecnico di Milano, durante il convegno internazionale organizzato dalla « Società interplanetaria Britannica. Anche se la cosa non deve considerarsi impossibile, oggi appare prematura per le notevoli difficoltà tecniche ed il costo elevato. Non possiamo però esclu- I dere di poter avere domani satelliti artificiali avvisatori automatici degli incendi in i foresta. Angelo Ortisi dal Corpo Forestale dello Stato

Persone citate: R. Bruno, U. Ghezzi

Luoghi citati: Milano