Brandt andrà a Mosca? di Tito Sansa

Brandt andrà a Mosca? Una notizia della "Bild Zeitung,, non smentita dal governo Brandt andrà a Mosca? L'invito sarebbe portato da Gromyko in occasione della visita che egli farebbe a Bonn per firmare l'accordo sullo scambio dei consolati - Il Cremlino spera di convincere la Germania federale a riconoscere il regime di Pankow (Dal nostro corrispondente) Bonn, 23 marzo. « Brandt a Mosca? » si domanda stamane, con un titolo in prima pagina, la Bild Zeitung, il più diffuso quotidiano tedesco (4 milioni e mezzo di copie). Il giornale riferisce che il ministro degli Esteri sovietico Andrej Gromyko verrebbe prossimamente a Bonn per firmare l'accordo sullo scambio di consolati (uno russo ad Amburgo, uno tedesco a Leningrado) e che in tale occasione inviterebbe il Cancelliere a recarsi nell'Unione Sovietica, 15 anni dopo la visita che Adenauer fece a Mo¬ sca per stabilire relazioni tra i due paesi. Il ministero degli Esteri di Bonn non ha preso posizione sull'argomento e il portavoce in seconda del governo, Von Wechmar, non lo ha toccato durante l'odierna conferenza stampa. A Wolfram Weidner, della Dpa. che voleva una precisazione, un funzionario del ministero degli Esteri ha detto stasera che, per firmare l'accordo sullo scambio di consolati, « non è necessaria la presenza di Gromyko a Bonn ». Ha fatto intendere — senza tuttavia dirlo esplicitamente — che la notizia della Bild Zei- tung potrebbe essere un ballon d'essai. A Mosca, come risulta dal comunicato diffuso domenica sera al termine del decimo colloquio tra l'inviato straordinario di Brandt, Egon Bahr, e Gromyko, non è stato raggiunto alcun, accordo sulla via del trattato per la rinuncia alla violenza. Ci si è accordati su questioni minori: scambio di consolati, via libera all'apertura di una linea aerea Francoforte-Mosca (sotto la pressione degli ambienti economici dei due paesi), maggiore afflusso di turisti tedeschi nell'Unione Sovietica. « Il tono delle conversazioni di Mosca — fa notare la Koelnische Rundschau — è stato disteso, ma esso non può ingannare sul fatto che ci si è arenati di fronte al duro scoglio costituito dal riconoscimento della Germania comunista e dello " status quo " esistente in Europa ». Per questa ragione i mi colloqui tra Bahr e Grò myko sono stati rinviati a una data imprecisata di maggio, probabilmente posteriore al secondo « vertice intertedesco » Brandt-Stoph che si svolgerà il 21 maggio a Kassel. Si constata oggi un rallentamento degli attacchi democristiani alla Ostpolitik di Willy Brandt. A Bonn tira già aria di vacanza: il Parlamento ha preso le ferie, il governo le prenderà a metà settimana. La Ostpolitik, tuttavia, è stata giudicata ieri dagli elettori. Ad Amburgo, per la prima volta dopo le elezioni generali del 28 settembre, ieri si è votato per il rinnovo del governo regionale della città: un'elezione a metà amministrativa, a metà politica. I socialdemocratici, che nel 1966 avevano ottenuto il 59 per cento dei voti, sono scesi al 55,3, i democristiani sono saliti dal 30 al 32,8, i liberali hanno progredito dal 6,8 al 7,1. Nettamente sconfitte le estreme "di destra e di sinistra: i neonazisti sono crollati dal 3,9 al 2,7, i comunisti, che si presentavano per la prima volta, hanno raccolto solo 1*1,7 per cento dei suffragi. prossi- La lieve perdita dei socialdemocratici è una critica dell'elettorato alla politica di Brandt (tre giorni dopo il « vertice » di Erfurt), oppure è un fenomeno di erosione locale, dovuto allo strapotere socialdemocratico nel governo della città? Gli analisti dei risultati elettorali se lo domandano e finora non hanno trovato una risposta. Verrà dalle prossime elezioni regionali nella Saar, nell'Assia, in Baviera e, soprattutto, da quelle del 14 giugno in Renania-Westfalia. Tito Sansa