Un giovane immigrato dal Sud si uccide a Milano per nostalgia

Un giovane immigrato dal Sud si uccide a Milano per nostalgia E' stato trovato morto da un amico nel suo alloggetto Un giovane immigrato dal Sud si uccide a Milano per nostalgia Lavorava ad Arese e risparmiava per far venire dal paese i genitori - La solitudine e le difficoltà della vita Io avevano gettato in uno stato di prostrazione - Si è lasciato avvelenare dall'ossido d'una stufetta (Dal nostro corrispondente) Milano, 20 marzo. * La nostalgia del paese natale e l'angoscia per la solitudine har.no spinto al suicidio un giovane operaio meridionale giunto al Nord in cerca di lavoroValentino Calcagno, 28 anni, di Abriola (Potenza) era giunto a Rho quattro mesi fa. Aveva lasciato al paese gli anziani genitori che avevano fiducia nel figliolo e attendevano che Valentino, una volta sistematosi, potesse chiamarli con sé. Il giovane aveva trovato lavoro come operaio in una fabbrica automobilistica di Arese: un lavoro pesante che Valentino Calcagno svolgeva con diligenza, mettendo da parte lira su lira, la somma per pagare il viaggio dei suoi vecchi dalla lontana Abriola fino a Rho. Aveva anche affittato- un modesto alloggio dove viveva solo: due locali, un cucinino arredato con un tavolo, due sedie e un fornelletto di seconda mano per prepararsi i pasti nei giorni festivi; una piccola stanza da letto disadorna con una brandina, una sedia e due valige, in cui riponeva un paio d'abiti e la biancheria. Finito il lavoro. Valentino Calcagno si recava a consumare un modesto pasto in un'osterìa vicina poi tornava subito a casa per evitare di pendere. Giovane particolar- mente sensibile. Valentino si accorgeva però che risparmia re non è cosa facile in una zona industriale dove tutto è più caro dì quanto ci si aspetti. L'angoscia di non poter realizzare quanto a lui premeva lo avviliva sempre più. Aveva pochi amici con i quali sì confidava di rado. Sul lavoro era sempre taciturno, fuori era schivo delle compagnie. Lunedì scorso era andato a lavorare come tutti i giorni. Era apparso più malinconico del solito. Il freddo ed il cielo grigio pareva avessero contribuito ad aumentare la sua tristezza. Martedì Valentino Calcagno non si era presentato allo stabilimento e così ieri un compagnp di lavoro al quale aveva confidato la sua angoscia, è andato a cercarlo. Nessuno ha risposto dall'alloggio di via Monte Cervino 7. Sono stati così chiamati i carabinieri che hanno sfondato la porta. Valentino Calcagno era sdraiato sulla brandina ormai cadavere. L'inchiesta ha accertato che lunedì sera tornato dal lavoro il giovane aveva chiuso tutte le fessure delle porte e delle finestre, aveva acceso lina stufetta, lasciandosi avvelenare dall'ossido di carbonio. Sul tavolo della cucina è stato trovato un biglietto in cui il suicida chiedeva perdono ai genitori del suo gesto: « Mi illudevo — ha scritto — di poter riunire la nostra famiglia, ma ora mi sono convinto che non potrei mai riuscire nel mio scopo. Non lasciate mai la nostra terra il cui ricordo porto nella tomba ». g, m.

Persone citate: Valentino Calcagno

Luoghi citati: Abriola, Arese, Milano, Potenza, Rho