Greci e turchi a Cipro di Igor Man

Greci e turchi a Cipro Due comunità divise da un odio implacabile Greci e turchi a Cipro I primi (accesi nazionalisti) hanno un reddito medio «prò capite» di 251 sterline Tanno, 0 doppio della Grecia; tuttavia sono in gran parte favorevoli all'unione con Atene - I secondi (18 per cento della popolazione) vivono in un feroce isolamento, arroccati nei loro villaggi, con un reddito quasi «asiatico»; aU'«Enosis» contrappongono la «Taqsim», la spartizione dell'isola (Dal nostro inviato sneciale) Nicosia, 18 marzo. Il più importante critico militare inglese ha scritto che una volta il Mediterraneo era un fianco, oggi è diventato un fronte. Su questo « fronte », Cipro occupa un'importante posizione strategica ed è perciò oggetto di opposti interessi e pressioni. Pei turchi, che nel 1571 la strapparono ai veneziani dopo il celebre assedio di Famagosta, cedendola nel 1878 in amministrazione alla Gran Bretagna, l'isola « è un frammento di Anatolia ». Pei greci, la grecità di Cipro non si discute neppura: « I turchi stanno a Cipro da quattrocento anni, i greci vi abitano da quattromila ». Grecia e Turchia sono nella Nato e si deve solo a questo « elemento di coesione strategica » se i due Paesi, sia pure all'ultimo momento, non sono scesi in guerra nel 1961, nel '64 e nel '67 quando le opposte comunità dell'isola si affrontarono sanguinosamente. Un conflitto armato fra Atene e Ankara metterebbe in crisi tutto il sistema difensivo occidentale nel vicino Levante, incentrato sui pilastri greco e turco. La «grande potenza» In teoria l'Enosis favorirebbe il consolidamento della Nato, ma opponendosi la Turchia al ricongiungimento di Cipro con la Grecia, gli sforzi congiunti delle cancellerie occidentali sono volti a scongiurare l'inasprirsi delle tensioni interne nell'isola per l'automatico contraccolpo che ne deriverebbe ad Atene e ad Ankara. Sempre in teoria, l'Urss avrebbe tutto da guadagnare da un esasperarsi della situazione a Cipro. Se si avesse un nuovo sanguinoso scontro fra le due comunità, non si vede come questa volta una guerra greco-turca potrebbe essere scongiurata. E in caso di guerra il dispositivo di difesa atlantico andrebbe in pezzi. Tuttavia, come ha scritto la « Washington Post », gli interessi delle due superpotenze nucleari sarebbero gravemente coinvolti in un eventuale conflitto per Cipro e i rischi « pesantemente raddoppiati » in confronto a quelli della guerra dei sei giorni, nel giugno 1967. La strada della prudenza conviene quindi in egual misura a Mosca come a Washington. Sennonché a Cipro c'è chi teme « che le due superpotenze possano cedere alla tentazione di abbandonarla». 11 dottor Vassos Lissaridis, medico personale di Makarios, capo della Unione democratica di centro, nata dalla fusione col Fronte patriottico, afferma addirittura che « l'attentato a Makarios è stato eseguito da sicari della destra estremista impiegati da emissari di una grande potenza». Il dottor Lissaridis mi riceve nel suo gabinetto di consultazioni, un piccolo vano affollato di opuscoli politici. E' un quarantenne animoso che si dichiara amico di Andrea Papandreu, « ma più a sinistra dello stesso Akel» (il pc cipriota che raccoglie il 35 per cento dei suffragi.). Parlerebbe volentieri del caso Garaudy o dell'italiano «Manifesto», dice, «ma sono inquieto per Cipro ». Secondo colui che Georgadjis definiva « l'anima nera di Makarios », una settimana prima dell'attentato Sua Beatitudine avrebbe respinto «un ennesimo progetto di spartizione dell'isola, basato sulla cosiddetta doppia Enosis: cioè la divisione di Cipro fra greci e turchi intesa a consentire lo stabilimento della Nato nel settore turco, in aggiunta alle basi inglesi in quello greco ». L'attentato si spiegherebbe col rifiuto opposto dall'Arcivescovo. la IVato e l'Urss Quando gli osservo che la sua grave affermazione andrebbe ampiamente dimostrata, il dott. Lissaridis sorride ironico. Concede peraltro che « forse la " grande potenza " è solo indirettamente implicata nell'attentato » poiché « è chiaro, e dimostrato » che a sparare sono stati uomini di fiducia dei colonnelli greci: «Non è vero che il regime di Atene faccia i capricci con gli americani. Fuori della Nato la Grecia sarebbe finita », sicché per dimostrare la loro « buona volontà » i colonnelli avrebbero ordito il criminoso disegno. Arriviamo al drammatico contenzioso turco-cipriota. Come potrebbe risolversi? «Riconoscendo ai turchi i diritti che in ogni paese civile si riconoscono alle minoranze. La comunità tur¬ ca deve rassegnarsi: altro non è che una minoranza e non può pretendere di condizionarci ». Nicos Sampson, capo d'un partito nazionalista e direttore di Machi, il più diffuso quotidiano dell'isola, è convinto che l'attentato sia opera dei comunisti « che premono a Cipro come ad Ankara». Anch'egli, come il dott. Lissaridis, rifiuta di parlare di Georgadjis al quale contesta però il ruolo che si vuole abbia avuto durante la lotta contro gli inglesi: «Era ne/Z'Eoka, come me, ma non l'ho mai visto combattere. Era un uomo di tavolino, bravo, non lo nego, non un eroe». Combattente dell' Eoka, Sampson è rimasto fedele all'Enosis, « che un giorno verrà, perché Makarios la vuole ». Ma Sua Beatitudine ha rinunciato all'Enosis... « Lo ha forse detto a lei? Esiste una sola dichiarazione del Presidente che comprovi la rinuncia? Makarios vuole /'Enosis e noi lo aiuteremo a conquistarla ». Noi chi? « I nazionalisti che hanno sempre combattuto per la riunione con la madrepatria ». Anche gli, uomini del « Fronte nazionale » che avrebbero sparato contro Makarios? «Il " Fronte " non credo abbia che fare con l'attentato; non vuole vittime umane, ma solo /'Enosis». Un «portavoce» del «Fron- te nazionale» mi ha invece detto: «Makarios ha ripudiato /'Enosis. Si diverte a ingannare il popolo trescando coi comunisti, suoi grondi elettori, i quali, al pari dei turchi, sia pure per ragioni diverse, temono /'Enosis; essa porterebbe alla loro sparizione ». la «green line» Che cosa pensano i turchi della drammatica congiuntura cipriota? Chiusi in un feroce isolamento volontario, accesi da un nazionalismo altrettanto cupo e fanatico di quello dei grecociprioti, se ne stanno arroccati nei 120 loro villaggi disseminati nell'isola, nei 106 villaggi misti e nella stessa Nicosia, dove la green line tracciata dagli inglesi è guardata dalle forze dell'Orni. Il boom di Cipro non li ha nemmeno sfiorati: il reddito medio «oro capite» dei ciprioti (251,3 sterline annue) è il doppio della Grecia, quello dei turchi quasi di livello asiatico. Rappresentano il 18Vo della popolazione totale, hanno ventimila disoccupati, costano ad Ankara centomila sterline l'anno. Nel '63, quando Makarios denunciò la Costituzione, proclamarono la propria autonomia dandosi un « governo ». All'iSnosis contrappongono il Taqsim, la spartizione, come rimedio «storicamente valido e conforme alla realtà contingente ». « Il momento è grave — mi dice nel suo bell'inglese il signor Zafer Ali Zinhi, "ministro delle informazioni " — siamo minacciati dagli estremisti. Makarios e il "Fronte nazionale " vogliono entrambi /'Enosis: il primo sulla lunga dìstanza, i secondi subito. La differenza è tutta qui. Ecco perché Makarios non vuole fermare gli estremisti ». Igor Man

Persone citate: Akel, Andrea Papandreu, Garaudy, Greci, Machi, Sampson, Zafer Ali Zinhi