Stretta finale

Stretta finale Stretta finale (Dal nostro corrispondente) Roma, 18 marzo. Il documento di Fanfani contiene una parte che è fuori discussione: quella dedicata alla politica estera. Contiene un'altra parte, quella che enuncia alcuni principi della politica economica, accettata senza contrasti: esistono obiezioni sulla separazione, che potrebbe essere separazione nel tempo, tra le misure immediate per la congiuntura e le innovazioni, se non le riforme, che dovrebbero venire solo più tardi. Gli altri punti riguardano le giunte, il divorzio e la richiesta, conditio sine qua non, di « garantire » il governo con la presenza dei segretari in carica dei quattro partiti di centro-sinistra. La presenza dei quattro segretari nel governo è una idea già ventilata altre volte. Non era mai stata esplicitamente formulata pesche aveva incontrato più riserve che adesioni. Oggi, in una situazione diffìcile, giudicata ai limiti dell'emergenza, i segretari dei quattro partiti sembrano accettarla. Essi l'accolgono come un mezzo efficace per ottenere ciò che il documento Fanfani promette: « Un governo con caratteristiche di stabilità, prospettive di durevolezza, congruità di impegni programmatici» per un lavoro efficace «71770 al termine della legislatura». Ma la reazione è dura fuori del centro-sinistra: i comunisti denunciano la nascita di un « superdirettorio ». L'avversione è profonda nelle opposizioni interne dei partiti di centro-sinistra. L'aspra critica della sinistra democristiana ha portato l'ori. Donat-Cattin a parlare stasera, nella direzione de, di una «inglobata concentrazione di poteri che confisca i partiti, blocca praticamente il dialogo e rischia di apparire un avvìo a forme paragolliste ». L'on. Sullo ha parlato della nascita di un « consiglio di gabinetto» e dei partiti «imbt vagliati o debilitati dalle decisioni dei propri leaders al governo ». Da Colombo al moroteo Morlino l'opposizione è netta, sono numerose e severe le riserve dei socialisti, che hanno uno statuto che proibisce al segretario di far parte del governo, e non è convinta una parte dei socialdemocratici. Nel documento di Fanfani la questione delle Giunte viene al quarto punto. Ci si riporta al famoso « preambolo Forlani » per « promuovere una coerente azione in difesa della libertà politica e del progresso civile ». Il preambolo Forlani prevede che in linea generale le Giunte regionali e comunali siano di centro-sinistra. Ma diverse sono le interpretazioni. A tutt'oggi, i socialdemocratici danno al «preambolo Forlani» un senso rigido e restrittivo (che il psi respinge) negando ai socialisti la libertà di giudicare sulla base delle considerazioni locali, e reclamando un impegno a impedire, comunque, la loro alleanza coi comunisti nei governi delle Regioni. E' un'interpretazione che il psi respinge. Entrambe le parti si riportano all'* interpretazione autentica » del segretario della de Forlani, e per ciascuno il senso dell'« interpretazione autentica », non ancora pubblica, è diverso. Il problema è aperto. Riportandosi al preambolo Forlani, il documento consente la discus¬

Persone citate: Donat-cattin, Fanfani, Forlani, Morlino

Luoghi citati: Roma