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Colpo di Stato in Cambogia Sihanuk deposto va in Cina d i i m 1 f t r r ; i ; i,111 ; i r 111 ; j 111 m 11111111111 ; r 111 ; i r i ; 111 ! 1111 j m 111111111 m111 f 1111m1111111 Ululili a 11111111111111111111111 ( 111111111 i 11111 s 111111111111111 Aggravata la situazione nel Sud-est asiatico Colpo di Stato in Cambogia Sihanuk deposto va in Cina La crisi provocata dalla presenza nel Paese di 40-60 mila nordvietnamiti e vietcong di cui era stato chiesto invano il ritiro - Il principe era in missione a Mosca (Dal nostro inviato speciale) New York, 18 marzo. Che avverrà in Cambogia? E' l'ansiosa domanda che si pongono oggi le grandi potenze, dopo la deposizione del capo di Stato, principe Norodom Sihanuk, e l'assunzione del potere da parte di « forze anti-comuniste ». Se vi è ansietà è perché nessune, né a Washington né a Mosca né a Pechino, può prevedere gli effetti di questi drammatici avvenimenti. La crisi in Cambogia maturava da tempo e fu appunto il suo aggravarsi che indusse il principe a lasciare Parigi — dove s'era recato per motivi di salute — e a correre prima a Mosca e adesso a Pechino. Dovrebbe arrivare nella capitale cinese tra breve. La situazione è complessa, ma ecco i fatti principali. Il Cambogia — una nazione di 5 milioni di abitanti — ha sul suo territorio circa 40.000 (forse 60.000) uomini nordvietnamiti e del Vietcong. Sihanuk, uomo di carattere diffìcile e imprevedibile, ma disposto ad ogni acrobazia pur di salvare la relativa neutralità del suo fragile paese, aveva prima tollerato questa presenza comunista stringendo persino rapporti diplomatici con Hanoi e con il « governo rivoluzionario» dei vietcong. Da qualche tempo, però, sotto la pressione dei militari, di alcuni uomini politici e di parte dell'opinione pubblica aveva cominciato a sollecitare il ritiro dei reparti. Poi, le cose precipitavano. Nei giorni scorsi, mentre era a Parigi, migliaia di dimostranti assaltavano nella capitale, Phnom Penh, le ambasciate dì Hanoi e del Vietcong. Il suo governo chiedeva il ritiro immediato di tutte le unità. I comunisti non si sono ritirati: né — a quanto pare — Kossighin e Breznev si sarebbero impegnati con Sihanuk a far retrocedere Hanoi. Invano il principe avrebbe ricordato che, così facendo, i comunisti minavano la sua posizione e agevolavano l'avvento della « destra anti-neutralista e filo-occidentale ». E' quanto sarebbe avvenuto. Iersera, l'assemblea nazionale e il Consiglio di Stato cambogiani approvavano « all'unanimità iF la deposizione del principe, le cui funzioni di capo dello Stato veniva.io trasferite al presidente dell'assemblea, Cheng Heng, un milionario di 50 anni. Prima di partire da Mosca, mentre ancora le notizie non erano chiare, Sihanuk dichiarava: « I russi rispetteranno la sovranità territoriale cambogiana, ma sono preoccupatissimi. Kossighin mi ha detto che se la nostra destra continuerà gli attacchi contro i suoi alleati, una guerra tra Vietnam e Cambogia diverrà inevitabile if. A questo punto, si entra in quella che un funzionario americano ha definito la «nebbia asiaticaiF. Ogni previsione diviene pericolosa. Già nel '67 Sihanuk fu privato del potere, e proprio dallo stesso uomo. Loti Noi, allora generale, adesso premier, cui si attribuisce l'odierna operazione: ma Sihanuk lo riconquistò e potrebbe riuscirvi una seconda volta. Arduo' è inoltre dire cosa intenda il principe per « estrema destra ff. Una piccola minoranza difficilmente avrebbe ottenuto il consenso di tutta l'assemblea generale. E cosa vuole questa « destra ff? Vuole soltanto il ritiri.^dei reparti comunisti o vuole andare oltre, turbando il delicatissimo equilìbrio della politica cambogiana? Vuole forse schierarsi aspramente contro Mosca, Pechino, Hanoi? La crisi cambogiana s'inserisce così nella più vasta crisi di tutta l'Asia Sud-Orientale. Non è detto che gli americani favoriscano l'avvento a Phnom Penh di forze « troppo anti-comuniste ». Al Dipartimento di Stato non si fanno commenti, ma ì funzionari temono « compl'eazioni ff e ricordano che, pur con "molte ambiguità, Sihanuk era riuscito a « tenere assieme fi il i paese. L'America, decisa a toI gliersi dal sanguinoso conì flitto vietnamita, non vuole altre situazioni esplosive. Già ve ne sono abbastanza. Nel Laos i comunisti hanno compiuto nuovi progressi militari: la Thailandia è vulnerabilissima: la neutralità birmana è minacciata da due grosse ribellioni alimentate da Hanoi e Pechino. Nei prossimi mesi, la nuova politica americana di « responsabilità limitata » potrebbe essere messa a dura prova. Mario Ciriello (A pag. 12: un'analisi sul Cambogia, di Ferdinando Vegas e un profilo del principe deposto, di Alfonso Di Nola). i HANOI. I LUANG PRABANG ) NORD f d--e^l vVIETNAM INTONCHINO o THAILANDIA DaNang BANGKOK m Stung Treng *Ì :G-QrL-F-Q: Kratié^ PNOMPENH 3EizlEEEESrl3GMEE3 ^•sg/go/v- Cheng Heng, il successore dei principe Sihanuk