Scontri a Calcutta fra filorussi e "cinesi" decine di morti e feriti, la città paralizzata
Scontri a Calcutta fra filorussi e "cinesi" decine di morti e feriti, la città paralizzata I tumulti provocati dalla caduta del governo del Bengala Scontri a Calcutta fra filorussi e "cinesi" decine di morti e feriti, la città paralizzata Calcutta, 17- marzo. Decine di morti e centinaia di feriti sono il bilancio provvisorio dei sanguinosi scontri avvenuti oggi fra opposte fazioni politiche. A Calcutta e dintorni la vita si è fermata completamente per uno sciopero generale, proclamato in segno di protesta per la caduta del governo di coalizione di sinistra. Gli aerei, dapprima dirottati su altri aeroporti per lo sciopero, hanno poi evitato la capitale del Bengala occidentale a causa della situazione giudicata pericolosa. Seguaci del punito marxista-leninista si sono scontrati con i sostenitori degli altri partiti, che seguono una linea politica molto più moderata. Molti morti si contano proprio fra i membri del partito marxista dal quale era partita la proposta dello sciopero, accettata all'unanimità da tutti gli organismi sindacali e politici del Bengala occidentale. Nonostante gli scontri violenti, una vera e propria battaglia combattuta con ogni arma, il fronte dello sciopero non è stato infranto. Il desiderio degli attivisti più accesi di far ri¬ spettare lo sciopero sarebbe stata la scintilla che ha fatto scoppiare i sanguinosi disordini. Oltre che a Calcutta e dintorni, incidenti sono avvenuti anche in città vicine. I leninisti, armati di bombe a mano, lance, spade, bastoni dalla punta d'acciaio, hanno invaso le strade per costringere tutti ad astenersi dal lavoro. Duecento attivisti hanno attaccato la casa del vicepresidente dell'Assemblea di Stato, Apurba Lai Majumder che milita in un partito minore, il quale non aveva appoggiato lo sciopero. Il deputato se l'è cavata con molto spavento e pochi danni per il pronto intervento della polizia. I primi disordini in una piazza fra operai di opposti sindacati, che si sono dati battaglia a colpi di coltello, pietre e perfino con bombe a mano, ha provocato la morte di tre persone e il ferimento di molte altre. Presso l'aeroporto internazionale di Dum Dum un'altra persona è stata pugnalata a morte. La lotta si è fatta tanto furibonda che la polizia ha fatto ricorso alle bombe lacri- mogene per disperdere i dimostranti.. Tutto il centro di Calcutta, ..in cui vivono sette milioni e mezzo- di persone, è rimasto completamente paralizzato. Molti morti e feriti anche fra i sostenitori dell'altro partito comunista, quello più moderato e filo moscovita, che non aveva nemmeno appoggiato ufficialmente lo sciopero. Solo pochissimi aerei sono scesi a Dum Dum durante la giornata.. Fermi treni e servizi filotranviari municipali. Nemmeno le auto private sono state viste in giro: gli unici automezzi trasportavano bande armate di attivisti,; con bandiere rosse ai finestrini. Volontari costringevano i pedoni nel centro degli affari a tornare sui loro passi, bloccando gli ingressi ai posti di lavoro dove peraltro pochissimi si sono presentati. Lo sciopero generale era stato indetto in segno di protesta per le dimissioni di Ajoy Mukherjee dalla carica di Primo Ministro. Il governo del Bengala occidentale era formato da un fronte' popolare di quattordici partiti, di cui il partito marxista leninista è il maggiore. Mukherjee, . che non è comunista, ha motivato le dimissioni con l'impossibilità di controllare la situazione nello Stato e di far rispettare la legge. La responsabilità di questa situazione è stata attribuita dai Primo Ministro al comportamento dei marxisti, capeggiati dal vice Primo Ministro Jyoti Basu, che è anche responsabile dell'Interno e controlla le forze di polizia. Il governatore dello Stato, S. S. Dhawan si incontrerà domani con Basu per discutere con lui la formazione di una nuova coalizione governativa accentrata sulla forza dei marxisti. (A. P.) f
Persone citate: Basu, Jyoti Basu, Mukherjee
Luoghi citati: Calcutta
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