"Non volevo ucciderla" dice l'orefice che ha sparato alla moglie sull'auto

"Non volevo ucciderla" dice l'orefice che ha sparato alla moglie sull'auto Il delitto in una strada di Bergamo dopo una lite "Non volevo ucciderla" dice l'orefice che ha sparato alla moglie sull'auto L'uccisore, un cuneese di 28 anni, sostiene che voleva soltanto minacciarla - La vittima, una trentenne madre di due bimbi, spesso rimproverava al marito di mancare di spirito di iniziativa - La salma trasportata a Borgo San Dalmazzo . (Dal nostro corrispondente) Bergamo, 28 febbraio. Armando Longo, l'orefice piemontese che nella nottata fra giovedì e venerdì Ita ucciso con un colpo di pistola la moglie Wilma Bressi durante un litigio in auto, sostiene di aver puntato l'arma, convinto che fosse scarica. « Volevo solo minacciarla — ha detto — è stata una disgrazia ». Toccherà ai giudici far luce su questo importante particolare. Dal canto loro, i funzionari della Squadra Mobile della Quetura hanno praticamente concluso l'inchiesta. L'accusa è rimasta, quella iniziale, cioè di omicìdio volontario e dì porto abusivo di arma da fuoco. Armando Longo, 28 anni, è figlio di un noto gioielliere di Borgo San Dalmazzo e assieme al fratello gemello Flavio aveva sempre collaborato con il padre. Wilma Bressi, 30 anni, figlia di un ex colonnello, attualmente veterinario comunale nel Cuneese, possedeva, a quanto risulta, un carattere molto volitivo ed avrebbe preteso die il marito si staccasse dai familiari per intraprendere una attività completamente sua. 1 due si erano sposati nel 1964 a Borgo San Dalmazzo e dal matrimonio erano nati due figli:' Enrico, che ha ora cinque anni, ed Alessandro, di due anni e mezzo. Poteva essere una famigliola felice, senza preoccupazioni economiche ma i litigi fra marito e moglie erano invece sempre più frequenti. Nell'autunno scorso Flavio Longo si era trasferito con la famiglia a Bergamo con l'intenzione di aprire un'oreficeria. Armando Longo. da parte sua, si era stabilito dal gennaio di quest'anno con la moglie e i due figli a Moglio di Alassio, per aprire anch'egli un negozio. La donna, però, non era soddisfatta: i iiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiD due fratelli, infatti, avrebbero continuato a lavorare in collaborazione con il padre, e questo a Wilma Bressi non era gradito. Armando, due settimane fa, lascia Alassio, con la famiglia, raggiunge Cuneo e dopo aver affidato il figlio maggiore ai nonni materni, con la « Fiat 850 coupé » intestata alla madre, parte per Bergamo per parlare d'affari con il fratello. I due coniugi ed il piccolo Alessandro vengono ospitati nella casa di Flavio, in vìa Broseta. C'è una certa atmosfera di tensione, ma nulla fa pensare alla tragedia. Giovedì sera tra Armando Longo e la moglie si accende un ennesimo litigio, che riprende verso mezzanotte, poco dopo che i due coniugi, insieme con i familiari, hanno assistito, apparentemente tranquilli, alla trasmissione televisiva da Sanremo. Si discute ad alta voce, infine la donna, irritata anche con i cognati, dice di non volersi più trattenere nella loro abitazione ed esce. Il marito la segue, lasciando nella casa di via Broseta il figlioletto Alessandro, che si è riaddormentato. I due coniugi salgono sull'auto. Hanno detto che si sarebbero recati in un albergo di via Quarenghi, ma Armando Longo comincia invece a girare lentamente pelle strade deserte della città. E' evidente che continuano a litigare. Poi, improvvisamente, l'uomo afferra la pistola calibro 6,35 che ha riposto da alcuni giorni nel vano porta-oggetti dell'auto, e spara un colpo alla tempia della moglie. La donna si accascia e forse solo in questo momento il Longo si rende conto di quello che ha fatto Cerca di soccorrerla, poi, visto che tutto è inutile, riparte e raggiunge nuovamente via Broseta. Qui chiama con il citofono il fratello e gli grida di scendere: « Wilma è ferita! », ripete scorvolto. Flavio Longo si precipitain strada e senza perdere tempo si mette al volante della « 850 », trasportando la cognata al vicino Ospedale Maggiore. I medici della astanteria non possono fare altro che constatare il decesso. Armando Longo fui negato di aver voluto uccidere la tiiii moglie ed ha sostenuto dì aver preso la pistola soltanto per difendersi in caso di aggressione. « Datemi venti, trent'anni di carcere — ha detto —, ma io non volevo ucciderla ». Da Cuneo sono | giunti oggi i familiari della vittima e dell'uccisore. Non appena possibile, la salma verrà trasportata a Borgo San Dalmazzo. u. g. |