Firmarono falsi attestati per 41 prodotti medicinali
Firmarono falsi attestati per 41 prodotti medicinali Il processo al Tribunale di Roma Firmarono falsi attestati per 41 prodotti medicinali II p.m. chiede la condanna d'un docente universitario, di due primari ospedalieri e di due medici (Nostro servizio particolare) Roma, 28 febbraio. Un illustre docente universitario, due primari ospedalieri e due medici hanno avallato con la loro autorità scientifica la validità terapeutica di 41 prodotti medicinali, che in tale modo hanno ottenuto l'autorizzazione ministeriale ad essere immessi sul mercato. Secondo l'accusa, questo loro avallo, anziché in seguito ad una serie di sperimentazioni come è previsto dalla legge, si era limitato ad una semplice firma, in calce a relazioni copiate da altre che erano state redatte per prodotti già in commercio. Il Pubblico Ministero, oggi, ha chiesto al Tribunale la loro condanna: a 1 anno e 3 mesi per il prof. Mario Girolami, già direttore della Clinica di malattie tropicali all'Università di Roma; a 1 anno e 3 mesi e a 2 anni per il dott. Giulio Bortoletti e per il dott. Livio Capocaccia, assistenti del prof. Girolami; a 2 anni e 6 mesi per il prof. Aurelio Cafaro, primario dell'Ospedale di Santo Spirito a Roma; a 2 anni per il prof.,Gennaro Arpino, primario dell'Ospedale, Cardarelli di Napoli. Inoltre, il P. M. ha chiesto la condanna del dott. Carlo Cafaro, assistente dell'Ospedale di Santo Spirito, a 3 anni e 6 mesi; quella del dott. Renato Colasanti, funzionario del Pio istituto di Santo Spirito, e del dott. Romeo Boldrini, rappresentante di una società farmaceutica, a 4 anni e 6 mesi. Tutti, secondo l'accusa, sono responsabili di truffa e falso. Le società farmaceutiche che intendono immettere sul mercato dei nuovi prodotti medicinali debbono sottoporre le specialità ad una serie di sperimentazioni e si rivolgono per questi attestati a docenti universitari e a primari ospedalieri. Sennonché il sistema adottato dagli imputati, secondo l'accusa, sarebbe stato molto semplice: qualcuno preparava le relazioni copiando il contenuto di altre redatte in precedenza supponendo (ed era una supposizione esatta) che nessuno al ministero della Sanità si preoccupava di eseguire un controllo e i medici le firmavano come se davvero queste sperimentazioni fossero state compiute. Il compenso che le case farmaceutiche in buona fede hanno pagato (ritenendo cioè che gli esperimenti realmente fossero fatti) si aggira sui dieci milioni. Il processo si concluderà fra qualche settimana. g, g.
Persone citate: Aurelio Cafaro, Carlo Cafaro, Gennaro Arpino, Girolami, Giulio Bortoletti, Livio Capocaccia, Mario Girolami, Renato Colasanti, Romeo Boldrini
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