Porsche vince, Ferrari tradita dai pneumatici

Porsche vince, Ferrari tradita dai pneumatici A Daytona, nella prima prova del campionato internazionale marche Porsche vince, Ferrari tradita dai pneumatici Rodriguez-Kinnunen, sulla « 917 », vincono la « 24 ore » davanti ai compagni di squadra Siffert-Redman e alla « 512 » di Andretti - Ickx, Giunti e Manfredini coostretti al ritiro da incidenti provocati dalle gomme nostro servizio Daytona, lunedì mattina. Il primo round del campionato mondiale marche è andato alla Porsche. Il messicano Pedro Rodriguez e il finlandese Leo Kinnunen, sulla « 917 » di 4500 cmc, hanno vinto la « 24 Ore » di Daytona, precedendo i compagni di squadra Siffert-Redman, sulla seconda « 917 » della scuderia Porsche-Gulf di John Wyer. Al terzo posto, la Ferrari « 512 S » di cinque litri di Andretti e Merzario (ai quali nelle ultime ore di corsa si era aggiunto Jackie Ickx), seguita da altre due vetture della casa di Maranello, le « 312 » prototipo di Così al traguardo: 1. Rodriguez-Kinnune, su Porsche 917, G 500, 723 giri, pari a 4432 chilometri, alla media di chilometri orari 184,858, nuovo record della corsa; 2. Siffert-Redman, su Porsche 917, a 45 giri; 3. Andretti-Ickx, su Ferrari 512 S, a 45 giri; 4. Posei-Parkes, su Ferrari 312, a 76 giri; 5. Piper-Adamowicz, su Ferrari 312, a 87 giri; 6. Thompson-Mahler, su Corvette a 103 giri; 7. Young-Chinetti, su Ferrari- 275LM, a 108 giri; 8. Wonder-Cuomo, Ford GT40, a 125 giri; 9. LoomisEverett, su Porsche 906, a 128 giri; 10. Brabham-Servert su Matra (prototipo) a 132 giri. 3000 cmc di Posey-Parkes e di Piper-Adamowicz. Rodriguez e Kinnunen hanno coperto nelle 24 ore 4434 chilometri, alla media di 184,700 lem orari, nuovo primato della gara (il precedente era stato stabilito nel 1966 da Ruby-Miles, su una Ford Mark II sette litri, con 4151 km alla media di 172,823 km orari). L'equipaggio della Porsche-Gulf ha preceduto di 51 giri, pari a circa 360 km, Siffert-Redman e AndrettiMezzario-Ickx, protagonisti di un incandescente duello nelle ultimissime fasi della prova, duello risoltosi quasi sul filo del traguardo a favore della « 917 » dello svizzero e dell'inglese. E' stata, per la Ferrari, la sfortunata conclusione di una corsa falsata dal cattivo rendimento dei pneumatici. Una interminabile serie di noie alle gomme (e, di riflesso, alle sospensioni anteriori) ha colpito la squadra italiana. E la rabbia, alla fine della gara, era grande, perché motori e trasmissioni hanno funzionato come orologi, dando, al loro esordio, una superba prova d'efficienza. Le «512 S» hanno marciato al regime di 7.500 giri al minuto, con temperature dell'acqua e dell'olio aggirantesi sugli 85 e 105 gradi. « Vuol dire — si afferma nei boxes della Ferrari — che il nostro dodici cilindri ha offerto un soddisfacente bilancio termico, che lascia prevedere maggiori sfruttamenti per il futuro». I pneumatici, si diceva. Le « 512 S » erano cinque: le tre « ufficiali » di AndrettiMerzario, Ickx-Schetty, Vaccarella-Giunti e le due « private » di Gurney-Parsons (scuderia Nart) e di Manfredini«Nomex» (Picchio Rosso). Ha cominciato nelle prime battute della « 24 ore » Mario Andretti. L'italo-americano, che era impegnato in una furibonda lotta con le Porsche « 917 » per le prime posizioni, si è visto quasi su¬ bito costretto a fermarsi al suo box per lo scoppio di una gomma. Per lo stesso motivo, nel giro di poche ore, erano messe fuori combattimento le vetture di Ickx (il belga sbandava, urtava contro un'altra macchina, riusciva a riprendere il controllo del suo bolide, ma doveva abbandonare per i danni riportati), Giunti (il romano finiva contro un muro, rimanendo fortunatamente illeso) e di Manf redini (il pilota della scuderia milanese era protagonista di un'avventura simile a quella di Giunti). Quanto alla cinque litri di Dan Gurney, è stato un guasto al cambio a toglierla di mezzo, guasto provocato da una manovra rapidissima che l'americano ha dovuto compiere scalando le marce per evitare di tamponare una ì macchina più lenta, uscita | di colpo dalla sua corsia. Cosi, ad un certo punto, la ! Porsche « 917 » di Rodriguez ha avuto via libera. Quella di Elford ed Ahrens si è ritirata per noie meccaniche, mentre quella di Siffert ha dovuto compiere lunghe soste ai boxes per una serie di guasti. E' sembrato, allora, che la Ferrari di Andretti potesse ottenere almeno il se condo posto. Invece, l'inconveniente ai pneumatici è tornato a farsi sentire in modo grave, e la vettura è stata costretta a fermarsi per riparazioni durate più di un'ora (ecco spiegato il motivo dei tanti giri di ritardo). Il risultato delle soste di Andretti e compagni è stato quello di rimettere in corsa la « 917 » di Siffert e Redman Lo svizzero, con una tattica spericolata (ha anche strisciato contro un muretto), e sfruttando le doti di accelerazioni della sua macchina — lievemente superiori a quelle della Ferrari — è riuscito dopo un duello entusiasmante a prevalere, conquistando il secondo posto alle spalle di Rodriguez. Dalla « 24 ore » sono sparite le « 908 » tre litri, e la stessa fine hanno avuto le Matra-Simca di Brabham-Cevert e di Beltoise-Pescarolo, che non hanno retto al logorante ritmo della prova. Il prossimo appuntamento è per metà marzo a Sebring, con la « 12 ore ». Negli Stati Uniti, sono convinti che a Maranello sapranno sfruttare questo mese: il campionato del mondo è appena cominciato. f. m. Daytona. In testa, con il n. 1, è la Porsche « 917 » di Side ri, poi Rodriguez e Andretti

Luoghi citati: Daytona, Maranello, Stati Uniti