a 40 anni La Masiero ricomincia
a 40 anni La Masiero ricomincia Nella commedia "Il cavallo a vapore,, all'Alfieri La Masiero ricomincia a 40 anni L'attrice con Aldo Giuffrè nella ventata del teatro leggero Autori di successo del «boulevard», Barillet e Grédy hanno conosciuto anche da noi una certa notorietà Ut dono di Adele, Amici per la pelle, Il cinese), ma era almeno una dozzina d'anni che non si sentiva più parlare di questa coppia che, a Parigi, aveva nel frattempo continuato a macinare battute su battute nelle sue «pièces» scacciapensieri. Ora, con la ventata del teatro leggero, o di consumo, che ha soppiantato la rivista e insidia la commedia musicale, anche Barillet e Grédy sono tornati di moda. E con due copioni: Fior di cactus, che i torinesi hanno già visto lo scorso anno con la compagnia Lupo-Valeri, e Il cavallo a vapore che la Masiero-Giuffrè presenta da sabato sera all'Alfieri. Può una donna di quarantanni (i Quarante carats del titolo originale) sposare un giovanotto che ne ha soltanto ventiquattro? Jacqueline — due matrimoni, altrettanti divorzi e una figlia da marito — non ha dubbi, anche se solo il- caso le ha fatto ritrovare a Parigi quel Georges con cui aveva avuto una fuggevole avventura durante una vacanza in Grecia. E non se ne farebbe niente, se lui non fosse innamorato cotto e, a furia di insistere, non convincesse Jacqueline, che non cfcfede altro che di essere convinta e di illudersi su un futuro abbastanza incerto, a dirgli di sì. Non senza gli equivoci, le complicazioni e i ripensamenti che gli autori hanno ritenuto opportuni per non chiudere la commedia dopo il primo tempo. Tra personaggi superflui e situazioni canoniche — puntualmente annunciate da uno squillo di campanello o di telefono che atteggia a stupore, chi sarà mai, il volto degli interpreti, ma raramente quello dello spettatore un po' smaliziato —, ecco infatti la figlia diciottenne della protagonista ristabilire in qualche modo l'equilibrio sposando un divorziato che ha molto più del doppio della sua età, una nonna svampita moltiplicare i malintesi, e infine il primo marito di Jacqueline, sino allora amico devoto e sincero di lei, ingelosirsi e seminare zizzania salvo poi a dare l'ultima spinta alle nozze proprio quando l'ex moglie sembra sul punto di rinunciarvi. Da una commedia del genere, non si pretende più di quanto essa si propone di dare: un paio d'ore di allegria. I guai cominciano quando perde i colpi, sia che stenti ad avviarsi, sia che sbandi da ogni parte in attesa della sospirata conclusione. Come qui talvolta avviene. Ma il nostro pubblico non sembra accorgersene, o dolersene, e tanto meno avere il sospetto ch'i toccherebbe agli interpreti ungere i meccanismi un po' rugginosi di Barillet e Grédy. Gli attori invece, riluttando al ritmo frenetico che probabilmente il regista Daniele D'Anza intendeva imprimere alla rappresentazione, ammiccano e indugiano sulla battuta, assaporandola parola per paiola (anche quando, ahimè, non ha nessun gusto) e porgendola con un rullo di tamburo come fanno gli acrobati per i loro esercizi più difficili. Insomma, la rivista è scomparsa ma ha lasciato in eredità alla prosa la sua recitazione « appoggiata » sino ai limiti della sopportabilità. Eppure, quando lo spettacolo era andato in scena lo scorso anno a Milano, Lauretta Masiero non mancava di brio e anche di garbo, e Aldo Giuffrè sapeva cavare più persuasivi effetti dal personaggio, un po' in ombra, del primo marito. Non che ora non si prodighino e non divertano. Anzi, forse è così che un pubblico diseducato dalla tv li preferisce. E infatti sono stati assai applauditi con i loro compagni (l'abile Tina Lattarci, il volonteroso Vittorio Mezzogiorno, l'equilibrato Adriano Micantoni, Serena Spaziani, la Repetto e altri ancora). La scena è di Lucio Lucentini: la sua pacchianeria, si spera, è deliberatamente calcolata. Alberto Blandi * Lauretta Masiero e Aldo Giuffrè sulla scena all'Alfieri
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