La parotidite batterica ricorrente

La parotidite batterica ricorrente Una malattia poco conosciuta ma non tanto rara La parotidite batterica ricorrente Quando un paziente, bambino o adulto che sia, accusa improvvisamente un senso di dolore e di tensione nella loggia parotidea (dietro la mandibola e sotto l'orecchio), e compare, insieme con un movimento febbrile, una evidente tumefazione bilaterale (o più raramente monolaterale) di questa regione, che deforma la faccia, stirando in fuori il lobulo dell'orecchio ed ingrossando la parte superiore del collo, il medico pone con facilità la diagnosi di «parotite epidemica », vulgo « orec. chioni » (per l'apparente ingrossamento delle orecchie, in realtà solo spostate in fuori nella loro porzione inferiore) o anche, in Toscana, « gattoni » per l'aspetto da gatto della faccia così ingrossata; non vengono in genere praticati particolari esami di accertamento se il malato è curato a domicilio (solo nelle cliniche si ricerca l'aumento del tasso di amilasi nel siero, espressione della distruzione di cellule della ghiandola salivare parotide e del versamento in circolo dell'enzima da esse fabbricato, o si ricerca eventual¬ mente la presenza del virus parotitico o la comparsa di anticorpi contro di esso); la malattia guarisce, sia pure dopo avere dato, in un certo numero di casi, qualche complicazione a carico di vari organi (orchite nel maschio adulto, meningiti sierose, più frequenti nel bambino, ecc.) e lascia immunità permanente. Tuttavia qualche rara volta avviene che lo stesso soggetto s'ammali'di nuovo, con gli stessi sintomi, a distanza di un anno circa, mettendo nell'impaccio il medico, che cerca di destreggiarsi ammettendo che gli « orecchioni » abbiano lasciato, in via eccezionale, una scarsa immunità e possano perciò ripetersi: e questo suo errore viene temporaneamente accettato dal paziente e dai familiari. Ma non lo è più quando i sintomi ritornano per la terza volta, e la quarta e più volte ancora. Si deve, allora (e lo si sarebbe dovuto fare prima in realtà) porre la diagnosi non già di parotite epidemica da virus, bensì di una forma del tutto diversa, di origine batterica, che trova la sua causa spesso in alterazioni dentarie (carie, piorrea) o tonsillari o sinusitiche, o anche in cause stressanti o emotive capaci di modificare il tono neurovegetativo che controlla gli sfinteri (o apparati simil-sfinterici) dei condotti escretori della ghiandola parotide, facilitando così (in maniera analoga a quanto avviene a livello delle vie biliari o delle vie urinarie) la risalita di gei-mi, che si annidano nella ghiandola e vi persistono allo stato di latenza tra un episodio e l'altro, in ciò favoriti dall'esistenza, quasi sempre bene documentabile con l'esame radiologico, di una malconforinazione dei condotti stessi, che appaiono dilatati, a grappolo, sino a confluire, nelle forme più distruttive, in ampie cavità cistiche, a somiglianza di quanto noi vediamo nelle brochiettasie o dilatazioni bronchiali patologiche dei soggetti con bronchiti croniche e ricorrenti. Si tratta quindi della cosiddetta parotidite batterica ricorrente scialectasica (ectasia significa dilatazione e sta a indicare uno, forse il più importante, dei fattori che intrattengono questa malattia). Essa è scarsamente considerata nei più comuni trattati di medicina, ed è perciò poco conosciuta dai medici: a torto, perché la sua frequenza non è certamente limitata, tanto che il mio allievo Terragna (oggi professore a Siena) 'ne aveva potuto raccogliere nella mia Clinica ben 28 casi (ed altri si sono nel frattempo aggiunti). Essa merita quindi di essere conosciuta dai medici, perché possa venire giustamente diagnosticata ed avviata ad ima adatta terapia. Questa consiste (a differenza che nella parotite epidemica in cui solo gli antiflogistici meritano di essere impiegati) in una antibioticoterapia « mirata », fondata cioè sulla documentazione della sensibilità del germe isolato dalla ghiandola (per specillamento del dotto di Stenone) ai vari antibiotici; ed inoltre, secondo la nostra esperienza, nella vaccinoterapia, con un autovaccino allestito in laboratorio dallo stesso germe isolato (che è in genere uno stafilococco o streptococco). Paolo Tolentino Ordinarlo di Malattie Infettive nell'Università di Genova

Persone citate: Paolo Tolentino

Luoghi citati: Genova, Siena, Toscana