Vivono da 10 anni senza pancreas di Angelo Viziano

Vivono da 10 anni senza pancreas Sensazionale annuncio d'una rivista tedesca Vivono da 10 anni senza pancreas Si tratta di due pazienti, a Magonza e Friburgo, colpiti da carcinoma: curati con un'attenta somministrazione di farmaci antidiabetici e digestivi - Perché è discutibile il trapianto Sì può vivere totalmente senza pancreas? E' noto che vi sono ghiandole a secrezione interna, produttrici dì ormoni, alla cui asportazione si può rimediare, con sufficiente supplenza funzionale, mediante la somministrazione del rispettivo ormone in commercio, sotto un rigoroso controllo. Così avviene per la tiroide, ad esempio, e per le capsule surrenali. Il pancreas è una ghiandola per così dire a doppio binario. Per un senso è endocrino, cioè produce una secrezione interna (assorbita direttamente dal sangue), che è l'insulina. Dalia carenza di tale ormone dipende il diabete. Ma per un altro senso è anche esocrino, in quanto fornisce succhi particolari — digestivi, indispensabili — che si versano nell'intestino mediante una canalizzazione evidente che sbocca nel duodeno. Ha, perciò, una duplice e complessa funzione, per cui anche nei suoi riguardi può essere prospettato un trapianto allorché sia colpito da un grave morbo, quale un carcinoma primitivo. Difatti pure tale ghiandola è stata recentemente compresa nell'elenco italiano degli organi trapiantabili. L'annunciammo in queste «Cronache», ricordando, però, che la maggior durata d'un trapianto di pancreas non ha superato sinora i quattro mesi. Il caso di Cincinnati Durata in verità troppo scarsa per incoraggiarci su tale strada. Gli è che il pancreas, oltreché essere più suscettibile di rigetto in confronto del rene e del cuore, presenta ancora notevoli difficoltà tecniche di trapianto. Questo non può limitarsi alla pura ghiandola, ma deve estendersi a tutto un complesso annesso, compreso il duodeno. Il nuovo tentativo di Cincinnati, di non molti giorni fa, non ha quindi smorzato le perplessità echeggiate nelle Riunioni medico-chirurgiche internazionali di Torino, nell'ottobre scorso, in cui venne detto (ripetiamolo): «Di trapianto di pancreas, neppure da parlarne », almeno per ora. Ma come ^comportarsi allo stato attuale, se ci sono malattie, quale il carcinoma insorgente primitivamente nel pancreas, che talora impongono l'asportazione totale dell'organo (pancreaseetomia totale), -j r.on soltanto casi meno gravi che ne richiedono solamente un'amputazione parziale? A questo proposito s'è sempre profilato il grave impegno della terapia medica sostitutiva della funzione insulinica (antidiabetica) e di quella digestiva. Ed ecco la notizia del giorno, che dalla rivista medica tedesca « Dtsch Med. Wschr. » rimbalza sulla nostra « Minerva Medica». L'hanno fornita congiuntamente Kùmmerle, Beck e Tenner, della clinica chirurgica dell'Università di Magonza e Lóhe e Gerok, della clinica medica dell'Università di Friburgo in Brisgovia. Si tratta di due pazienti affetti da esteso carcinoma pancreatico, i quali, mediante te- rapia medica, sopravvivono all'asportazione totale del pancreas e del duodeno ormai rispettivamente da dieci e undici anni. In uno è stata asportata anche la milza e due terzi dello stomaco: nell'altro la colecisti. Nella letteratura medica risultano circa centocinquanta casi di interventi dì duodenopancreaseetomia totale. Molto raro che in casi richiesti da carcinoma primitivo dell'organo la sopravvivenza abbia raggiunto i cinque anni, ed eccezionalissimo qualche caso che li abbia di qualche po' superati. Il glucagone I due « superstiti » attuali da oltre i dieci anni stanno a dimostrare il perfezionamento della metodologia terapeutica medica sostitutiva sia del pancreas endocrino sia di quello esocrino; cioè una complessa cura mirante da un lato a neutralizzare il classico diabete pancreoprivo (con i vari incidenti più possibili per la concomitante carenza dei processi digestivi) e, d'altro lato, intesa a superare le difficoltà del compenso dell'insufficienza digestiva particolarmente dei grassi (che oltretutto comporta altri disturbi del riassorbimento intestinale specie di vitamine liposolubìli e del calcio). La vita senza pancreas a giudicare dalla relazione attuale appare, adunque, ora possibile se si provvede per tutta l'esistenza ad un adeguato trattamento sostitutivo di tutte le funzioni pancreatiche e ad un accurato controllo medico. Di fronte a sopravvivenze così annose, ora ottenibili con cure mediche sostitutive aggiornatissime e minuziosamente programmate, sembra potersi ridimensionare la necessità del trapianto pancreatico al suo stato attuale. Pur non essendo da sottovalutare certi disturbi in corso della terapia medica, essi sono lontani da quelli legati alla terapia antirigetto. Un rischio sta nella tendenza allo stato di choc ipoglicemico, dato che il soggetto privo del pancreas è più sensibile all'insulina (terapeutica): tuttavia l'incidente viene risolto con una idonea somministrazione di glucagone (altro ormone pancreatico! che riporta il tasso dello zucchero nel sangue alla normale sufficienza. Di lì l'opportunità di una annotazione in merito nella carta d'identità del paziente. Angelo Viziano

Persone citate: Beck, Tenner

Luoghi citati: Cincinnati, Magonza, Torino