Domani Brandt decide sull'invito di Pankow di Tito Sansa

Domani Brandt decide sull'invito di Pankow La "Ostpolitik,, del Cancelliere Domani Brandt decide sull'invito di Pankow E' certa una risposta positiva - Ma il colloquio col premier Stoph non potrebbe avvenire prima della metà di marzo (Dal nostro corrispondente) Bonn, 16 febbraio. Il governo di Bonn si riunirà mercoledì mattina in seduta straordinaria per decidere quale risposta dare all'invilo per un « vertice intertedesco » rivolto la settimana scorsa dal primo ministro della Germania comunista Willi Stoph al cancelliere Brandt. Sembra non esservi alcun dubbio che l'invito verrà accettato. Rimangono da stabilire le formalità: il luogo (Stoph ha proposto Berlino Est), la data (Pankoio ha proposto i due giovedì 19 e 2fì febbraio), le persone (la Germania comunista ha invitato soltanto Brandt). Conrad Ahlers, segretario di Stato all'Informazione, ha detto oggi ai giornalisti che « il 19 è fuori discussione »; ha aggiunto di ritenere che «si possa escludere anche il 26 ». Ciò significa che Bonn proporrà probabilmente un'altra data, verso la metà di marzo, a cavallo tra le visite che il cancelliere Brandt farà a Londra e a Washington. Ahlers ha tuttavia ammonito a non considerare l'accettazione dell'invito come un fatto scontato. Mercoledì, intanto, si risponderà al governo della Germania comunista. Prima di dare una risposta definitiva, d'importanza capitale per la politica della Germania, il governo federale si consulterà con gli alleati occidentali e sentirà anche il parere dei partiti dell'opposizione, i democristiani di Kiesinger e i cristiano-sociali di Strauss. Rimangono in sospeso molte questioni politiche e di procedura. Conrad Ahlers ha detto di ritenere che esse non dovrebbero presentare difficoltà insormontabili, e di non credere che - a causa di esse (data, luogo, persone) il « vertice intertedesco » possa fallire. Ha aggiunto comunque: « Chiedetelo a quelli dell'altra parte ». Mentre il governo si prepara alla difficile decisione, dalla Baviera il capo dei cristiano-sociali Franz-Josef Strauss continua a tuonare contro la politica governativa di « avvicinamento » alla Germania comunista. In un'intervista alla radio ha detto che « per ragioni di politica interna il cancelliere Brandt è prigioniero della propria ostinata politica con l'Est » e che ora « è obbligato a cedere una posizione dopo l'altra a prezzi di liquidazione ». Ha an¬ nunciato che « l'ora della collaborazione è finita; deve seguire l'ora della lotta » contro la politica di Brandt, il quale oi-mai è « in mano degli elementi di sinistra ». La Germania comunista aspetta con calma la decisione di Bonn: se sarà negativa, potrà dire che Bonn rifiuta il colloquio, se sarà positiva, avrà la soddisfazione di ricevere la visita di Brandt, che potrà sbandierare come un passo decisivo verso il riconoscimento della propria esistenza, sulla base del diritto internazionale. Tito Sansa