L'uomo che ha ucciso la studentessa ha lasciato amanti e debiti a Torino

L'uomo che ha ucciso la studentessa ha lasciato amanti e debiti a Torino L'uomo che ha ucciso la studentessa ha lasciato amanti e debiti a Torino Una lettera di una torinese ai giudici definisce l'imputato un «megalomane e un imbroglione senza scrupoli» (Nostro servizio particolare) Roma, 14 febbraio. Le donne sembrano essere state il tormento e l'ossessione costanti di Marino .Vulcano. Ieri è stata la moglie a parlare dell'incostanza costituzionale di Marino Vulcano in amore; oggi altre indicazioni sono state fornite da una signora, Nella Vigliardi Paravia, che si è offerta volontariamente di intervenire nel processo. Non le è stato, in verità, consentito di dire nulla perché i difensori si sono opposti; ma in una lettera lasciata ai giudici ha definito Marino Vulcano un « megalomane, un imbroglione senza scrupoli ». « Mio marito — racconta la signora nella lettera — è un pensionato che aveva dei risparmi. Un giorno a Torino lesse su un giornale l'annuncio di una Casa editrice che cercava collaboratori. L'annuncio era stato pubbli¬ cato da Vulcano che si era trasferito da Roma a Torino. Vulcano si mise d'accordo con mio marito per il lavoro, ma pretese il deposito di una cauzione: un milione. Mio marito versò la somma affascinato da quell'uomo che aveva la parola facile e una apparente preparazione culturale. Vulcano lo nominò suo diretto collaboratore ma poco dopo chiese, ed ottenne, il versamento di altri due milioni e mezzo. Con questo sistema Vulcano è riuscito a totalizzare complessivamente la somma di 22 milioni di lire ». Giacinto Paravia soltanto qualche mese dopo cominciò ad avere dei sospetti e chiese a Vulcano la restituzione dei tre milioni e cinquecentomila lire. « Vulcano — dice la signora — promise che il danaro sarebbe stato restituito, ma a rate di mezzo milione luna, ogni tre mesi. Sennon¬ ché alla vigilia della scadenza della prima rata, venne arrestato: era il dicembre 1968. Da allora non abbiamo più visto nulla e temiamo davvero di non rivederne mai qualcosa anche se è in corso una causa civile contro Vulcano e contro la sua Casa editrice ». Nella Vigliardi Paravia, dopo avere ricordato che nei confronti di Vulcano esiste sempre a Torino un procedimento penale per appropriazione indebita di 18 milioni, aggiunge che l'imputato viveva a Torino con una ragazza di nome Paola dalla quale ha avuto due figli. « Ma il ménage — scrive la signora — non era dei più felici e negli ultimi tempi cominciò a frequentare altre donne: prima un'impiegata della sua agenzia e poi la cugina di questa che si chiamava Tiziana ». La figura psicologica del personaggio è ormai inquadrata. Mancano soltanto taluni dettagli che sono stati in parte forniti oggi da altri testimoni. Emilio Latini era il maggiore collaboratore di Vulcano a Roma ed anche suo ottimo amico. Che comportamento aveva Vulcano quando prendeva i sonniferi? « Sembrava un sonnambulo — ha spiegato Latini — si muoveva come se /osse ubriaco. Per portarlo a letto bisognava trascinarlo ». E i rapporti con Carla Torti? Come erano? « Buoni, sostanzialmente buoni », è stata la risposta di Latini ed anche quella di un altro amico di Vulcano, il dott. Piero Bizzarri. Lunedì i giudici ascolteranno il prof. Tullio Bazzi, psicanalista, che ha avuto in cura Marino Vulcano; il rappresentante della Soc. Garzanti per Roma, dott. Pietronero e il proprietario della farmacia Garinei dove Vulcano acquistò il sonnifero che gli avrebbe armato la mano la notte successiva. g. g.

Luoghi citati: Roma, Torino