I sacerdoti contrari ai celibato riuniti in assemblea a a Milano

I sacerdoti contrari ai celibato riuniti in assemblea a a Milano Presenti don Mazzi e il torinese don Merinas I sacerdoti contrari ai celibato riuniti in assemblea a a Milano Dicono: «La struttura della Chiesa è opprimente» - Riconosciuto nel documento finale il valore della «libera e autentica ricerca del Consiglio pastorale olandese» (Dal nostro inviato speciale) Milano, 12 febbraio. I problemi del sacerdote nella società moderna sono stati discussi oggi da rappresentanti del gruppo italiano dell'Assemblea europea dei preti. La riunione si è svolta nella «Corsia dei servi» presso la chiesa di San Carlo; erano presenti una ventina di sacerdoti giunti da tutt'Italia: tra gli altri don Merinas e don Pio Ottenio di Torino, don Mazzi dell'Isolotto, Dario Bonini di Firenze, Ulisse Frascali di Ravenna, Arnaldo Nesti, don Cappa di Vercelli. La riunione nazionale è stata decisa perché « recenti episodi e manifestazioni di singoli e di gruppi, che vanno sempre più aumentando, ci indicano che è giunto il momento di orientarci verso qualche forma stabile di collegamento su scala nazionale ». Questi preti sono noti ormai come oppositori al celibato ecclesiastico, ma essi tengono a precisare che questo è soltanto uno dei lati del problema fondamentale: « liberare la Chiesa da una struttura che ci opprime » e che impedisce « di mettere la teologia a servizio dell'uomo ». C'è, secondo don Mazzi, un muro da abbattere, rappresentato, nella concreta situazione italiana, da « una gerarchia molto diffidente e chiusa anche se, per il momento, è in attesa degli eventi e non vuol prendere provvedimenti; un clero generalmente poco sensibile, piuttosto rassegnato e scarsamente informato ». II problema, quindi, è più esteso e profondo che non quello di consentire ad un prete di sposarsi e di continuare a fare il sacerdote. « Questo, dicono, è un diritto inalienabile della persona: chiedere la riduzione del prete allo stato laicale perché ha un problema affettivo da risolvere è una umiliazione che non ci deve essere più imposta ». Giungono addirittura ad ipotizzare un prete che si sposa senza permesso e continua a dir Messa in una comunità che lo riconosca: « La sua colpa, affermano, è semmai di carattere disciplinare, non certo dogmatica». A chi obietta che ciò può rappresentare un pericolo di scisma rispondono: «Non si fa uno scisma per questioni puramente disciplinari. E noi ci sentiamo con la Chiesa sul piano dottrinale». Essere sacerdote, insomma, significa per questo gruppo essere al servizio dell'uomo nello spirito del Vangelo, al servizio di un ideale, non appartenere ad una casta, che è pur sempre un qualcosa di privilegiato. « Noi contestiamo la figura tradizionale di dediti esclusivamente al culto; ci sentiamo uomini tra gli uomini e al servizio degli uomini ». E' un po' la posizione dei primi preti-operai francesi, cui si è aggiunta quella del Consiglio pastorale olandese sul celibato come responsabile decisione volontaria e non come imposizione. Ci ha precisato don Frascali: «Non vogliamo essere fraintesi. Noi parliamo di istanze sociali, ma non siamo una Chiesa socialista, né vogliamo essere considerati una specie dì sindacato di preti. Anzi noi vogliamo la declericalizzazione del sacerdote, ci sentiamo come tutti gli altri uomini, ma al loro servizio nello spirito evangelico ». Il documento conclusivo, approvato dopo una discus¬ sione che si è protratta per tutto il pomeriggio, riconosce il valore della « libera e autentica ricerca del Consiglio pastorale olandese», che invita a « proseguire con uguale passione per la liberazione del proprio Paese e del mondo intero dalla piaga del falso progresso fondato sullo sfruttamento ». Quanto al proprio impegno immediato, il « gruppo » « si propone di sostenere quei preti e quelle comunità che tendono a raggiungere la libertà per la quale Cristo ci ha liberati ». In quale forma lo dirà, forse, un'altra assemblea. Domenico Garbarino *-

Persone citate: Arnaldo Nesti, Cappa, Dario Bonini, Domenico Garbarino, Frascali, Mazzi, Pio Ottenio, Ulisse Frascali

Luoghi citati: Firenze, Italia, Milano, Ravenna, Torino, Vercelli