Bistecche senza carne e pasticcini al petrolio

Bistecche senza carne e pasticcini al petrolio La chimica a servizio dell'alimentazione Bistecche senza carne e pasticcini al petrolio Interessante congresso a Zurigo sulla fame nel mondo e la possibilità di supplire agli alimenti tradizionali con cibi sintetici e succedanei - Prospettive future : acquacoltura, microalghe (Dal nostro inviato speciale) Zurigo, febbraio. Se un discepolo di Escoffier I o di altro famoso inventore di raffinate specialità gastronomiche fosse capitato, in quest'ultimi giorni, all'istituto « Gottlieb Duttweiler » di Zurigo, non avrebbe certamente potuto fare a meno di inorridire: alcune centinaia di scienziati europei ed americani intervenuti ad un simposio sugli alimenti sintetici hanno prospettato l'idea poco allettante di pietanze preparate in prevalenza con sostanze chimiche, estratti di alghe marine e surrogati di origini enigmatiche. Indubbiamente non è facile entusiasmarsi, almeno a prima vista, per le formule della futura alimentazione, ma d'altra parte sarebbe assurdo volere ad ogni costo rimanere fedeli ai tradizionali concetti della cucina dal momento che la scienza alimentare | progredisce con passi da gigante, offrendo sin da ora all'umanità una gamma di nutrimenti o, perlomeno, di ingredienti ricchi di vitamine e di altre sostanze indispensabili al nostro organismo. Non è certo una novità sottolineare che uno degli obiettivi immediati dell'alimentazione moderna è quello di svolgere una lotta senza quartiere contro l'obesità, causa di tanti e gravi disturbi. A prescindere dalla necessità — e su questo punto tutti sono d'accordo — di adeguare gradatamente il nutrimento all'attuale ritmo di vita, dalle numerose relazioni presentate a Zurigo è chiaramente emerso che le ricerche in corso nel vasto campo dell'alimentazione mirano a mete ben più lontane. Non è esagerato dire che siamo appena agli inizi di una vera e propria rivoluzione dei convenzionali sistemi di nutrizione. Non è che i managers del mangiare vogliano imporci nuovi gusti, ma in termini concreti si tratta di gettare le basi di un preciso piano affinché possa essere assicurato un minimo di calorie e proteine alla popolazione di tutto il nostro globo. Nuovi prodotti Nella relazione di un chimico anglosassone, C. Giddey, che attualmente presta la sua opera presso l'istituto « Battelle » di Ginevra, vengono elencati i motivi essenziali della necessità di intensificare le ricerche per la produzione di alimenti sintetici o surrogati: 1) crescente mancanza di cibi convenzionali, specie nei paesi sottosviluppati; 2) necessità di immettere sui mercati mondiali mezzi di nutrimento a costo modesto, e, in pari tempo, ricchi di proteine; 3) soddisfare la richiesta di nuovi tipi di alimenti; 4) missioni speciali con particolare riferimento alle esigenze dell'alimentazione degli astronauti. Tema specifico del congresso organizzato dall'istituto « Gottlieb Duttweiler » era « la sfida degli alimenti sintetici e dei succedanei », ma va subito precisato che la maggior parte degli scienziati intervenuti nella discussione non ha tardato a manifestare una palese avversione per tale definizione, osservando, e certamente non a torto, che da un punto di vista psicologico essa è sbagliata. Per il bestiame Due anni fa una catena di supermercati di Ginevra decise di offrire alla sua clientela, per un prezzo irrisorio, la « bistecca del futuro » che era composta essenzialmente da farina di soia. Grazie a diversi ingredienti chimici del tutto innocui il suo gusto non differiva che minimamente da quello della carne autentica. Tuttavia il pubblico si mostrò diffidente nei confronti del nuovo prodotto, considerandolo come una cosa artificiale. L'esempio di Ginevra mostra che è indispensabile assuefare, attraverso un paziente lavoro preparatorio, la mentalità dei consumatori ai futuri tipi di nutrimento. Nemmeno la fame può indurre un popolo a cambiare, da un istante all'altro, le proprie usanze alimentari. Durante la terribile carestia che anni addietro colpì varie regioni dell'India migliaia di esseri umani si rifiutarono di mangiare cibi preparati con la farina anziché con il tradizionale riso. Negli organismi logorati dalla fame si era infatti manifestata una specie di reazione di rigetto ad alimenti sconosciuti. Oltre ad un'adeguata preparazione psicologica, argomentano gli esperti in materia, la diffusione di nuovi generi alimentari va parallelamente subordinata ad approfonditi studi biologici. Con particolare attenzione sono state ascoltate al simposio di Zurigo le analisi presentate sul problema dello sfruttamento dei laghi e degli oceani a scopi alimentari. Da tempo la scienza ha coniato il termine acquacultura che raggruppa tutti i procedimenti per la produzione controllata di sostanze organiche sotto il livello dell'acqua. In un esposto del prof. Soeder, direttore del centro per le ricerche biologico-earboniche di Dortmund, viene rivelato che non è lontano il giorno in cui l'acquacoltura avrà una importanza analoga a quella dell'agricoltura. Fatta astrazione per i classici prodotti dell'acqua, come pesci e crostacei, risultati assai incoraggianti sono già stati conseguiti nel settore delle microalghe. Da una coltura grande un ettaro è, infatti, possibile ricavare da 50 a 60 tonnellate di proteine l'anno. E gli alimenti sintetici a base di materie petrolifere? diverranno una componente usuale dei nostri cibi? Gli esperti propendono per il sì ricordando che da molti anni l'industria chimica si serve di sostanze tratte dal petrolio o, per essere più precisi, dai gas naturali per produrre in gran quantità fertilizzanti. Dunque l'organismo umano assorbe già, sia pure indirettamente, prodotti ricavati da oli minerali. Del resto la scienza è sul punto di compiere un importante balzo in avanti: come è stato confermato a Zurigo, in tre paesi ossia Francia, Giappone ed Inghilterra è stata iniziata la costruzione di stabilimenti per la fabbricazione di lieviti coltivati su frazioni petrolifere. Il nuovo prodotto verrà utilizzato per l'alimentazione del bestiame. Lo scienziato francese A. Champagnet ha a sua volta aggiunto che con il lievito tratto dalle particelle di petrolio è possibile produrre una specie di concentrato di proteine. Dato che i relativi esami tossicologici hanno sortito risultati soddisfacenti, tale concentramento, che ha un notevole valore biologico, potrà essere mescolato in futuro a numerosi tipi di alimenti. Luigi Fascettì

Persone citate: Escoffier I, Soeder