La dc ripropone Rumor di Fausto De Luca

La dc ripropone Rumor Il Capo dello Stato ha aperto le consultazioni — 3 ~~ La dc ripropone Rumor •4*»» Il partito di maggioranza si riserva di indicare altri nomi (Fanfani e Moro) - Forlani, illustrando il documento politico concordato dai quattro partiti, precisa di non avere mai prospettato alternative al centro-sinistra: né le elezioni anticipate, né un'altra formula di governo - Andreotti, parlando ai deputati de, esprime la convinzione che la crisi sarà molto lunga (Nostro servizio particolare) Roma, 9 febbraio. Il presidente della Repubblica™ Saragat ha cominciato stamane le consultazioni per la soluzione della crisi. Recandosi nel suo studio ha attraversato la « Galleria d'onore», riservata alla stampa e alle telecamere, augurando ai giornalisti « buon lavoro ». Ha ricevuto per primo l'ex presidente della Repubblica Giovanni Gronchi. Gronchi, uscendo dopo 50 minuti, ha dichiarato: « La situazione è assai seria ed è angurabile, per il nostro Paese, che ciascuno ne senta la responsabilità ». Il secondo colloquio era riservato al presidente della Camera Sandro Pertini che poi ha fatto ai giornalisti una breve dichiarazione: « Speriamo — ha detto — che questa crisi possa risolversi presto, anche perché il Parlamento vuole lavorare come ha lavorato intensamente in questi due anni ». Il presidente del Senato Amìntore Fanfani si è limi¬ tato a un cordiale saluto; il comunista Umberto Terracini ha detto che la crisi attuale non è « delle solite » e c/ie essa non può essere risolta, se veramente si vuole corrispondere alle attese degli italiani, « rimestando nel calderone, con vecchie ricette, i vecchi sconcordanti ingredienti di partiti e di uomini ». Ci vuole, ha aggiunto, « un governo orientato più a sinistra ». Nessuna dichiarazione hanno successivamente rilasciato l'ex presidente del Consiglio Giovanni Leone e gli ex presidenti del Senato Meuccio Ruini, Cesare Merzagora ed Ennio Zelioli Lanzini. «Crisi difficile» Le consultazioni riprenderanno domattina, esaurendo la lista delle personalità che hanno rivestito le massime cariche nel Parlamento e nel governo. Nel pomeriggio cominceranno i colloqui più propriamente politici con i Capi dei gruppi parlamenta¬ ri, che faranno conoscere i rispettivi orientamenti. Già oggi tuttavia, dalla dichiarazione del sen. Gronchi a quelle di altri esponenti politici, appare chiaro che per comune giudizio questa crisi è ritenuta « difficile » e di non breve durata. Lo ha detto anche il segretario de Forlani intervenendo alla riunione del direttivo dei senatori del suo partito, convocato per decidere sul nome o sui nomi da designare al Capo dello Stato per l'affidamento dell'incarico di formare il nuovo governo. Forlani ha illustrato il documento politico concordato tra i quattro partiti, aggiungendo di non aver mai prospettato alternative al quadripartito: né le elezioni anticipate né altre formule di governo. La de, ha proseguito, è impegnata alla riuscita del tentativo di ricostituire il governo a quattro. Se dovesse fallire, spetterebbe ai responsabili dell'insuccesso indicare nuove soluzioni. Il presidente dei senatori, Spagnolli. ha quindi esortato il direttivo a designare un solo nome (quello di Mariano Rumor) per riaffermare la continuità del centro-sinistra. Altri senatori (della corrente di « Base » e di quella fanfaniana) hanno detto che si poteva accettare il criterio di una sola designazione se accompagnata dall'avvertimento che ciò vale « unicamente in questa fase», definita « di transizione e di accertamento». Questa precisazióne dovrebbe esser fatta dal sen. Spagnolli al Capo dello Stato, per sottolineare che in una eventuale seconda fase della crisi il gruppo si riserverebbe altre designazioni. Riforme bloccate Forlani ha poi partecipato alla riunione del direttivo dei deputati, alla quale il presidente del gruppo Andreotti ha detto, introducendo il dibattito, che la crisi non ha carattere extraparlamentare avendo il monocolore dichiarato in Parlamento che si sarebbe dimesso quando fossero state create le condizioni per il passaggio ad un governo di coalizione di centro-sinistrd. Che queste condizioni fossero del tutto mature, ha detto Andreotti, è stato messo in dubbio dai socialisti, « ma con l'interpretazione autentica riferita dall'on. Forlani può comprendersi il perché si sia giunti alle dimissioni del governo ». Secondo Andreotti, la crisi « non sarà di facile soluzione » e bloccherà per diverso tempo l'importante lavoro parlamentare in corso. «A questo punto — ha aggiunto — non importa tanto quanti giorni durerà la crisi, ma quale forza politica (che non è solo quantitativa) avrà il nuovo governo ». Nel corso del dibattito l'on. Mengozzi (corrente di DonatCattin) ha proposto che oltre al nome di Rumor fossero indicati al Capo dello Stato anche quelli degli ex presidienti del Consiglio di governi di centro - sinistra, cioè Moro e Fanfani. Si è detto d'accordo l'on. Maria Eletta Martini (morotea). L'on. Amadeo (tavianeo) ha proposto Rumor e Taviani. L'on. Merenda (colombiano) si è dichiarato per Rumor, con l'aggiunta del no; j di Colombo. I fanfaniani Semeraro e Fabbri sono intervenuti per pregare i colleghi di non fare il nome di Fanfani, facendo anche riferimento ai passati contrasti tra l'attuale presidente del Senato e altre personalità. La nota del psu Tuttavia, in sostanza, nessuno s'è pronunciato contro i primi tre nomi — Rumor, Fanfani e Moro — mentre ci sono state due singole indicazioni per Taviani e Colombo. E' certo quindi che Andreotti recherà al Capo dello Stato non una designazione unica ma una rosa di nomi. Oltre ai tre già ex presidenti, la rosa potrebbe ancora allargarsi L'Umanità, organo ufficiale del psu, scrive: « Si comprende, da parte di chi ha a cuore le istituzioni democratiche e perciò lo svolgimento del lavoro normale di legislatura, che ci si preoccupi della sua interruzione e si considerino le elezioni anticipate come una decisione da prendere solo quando siano venute meno le altre possibilità di ripristinare le basi politiche su cui l'attuale Parlamento fu eletto ». E aggiunge che tale è la preoccupazione dei socialdemocratici, seppure « come è ovvio, a noi le elezioni anticipate possono offrire il rimedio per una situazione parlamentare che consideriamo non veritiera, rispondènte a giochi dì apparato e pertanto provvisoria». «Ecco perché seriamente il governo organico di centro-sinistra resta l'ipotesi prima su cui lavoriamo ». Ma che delle elezioni anticipate si preoccupino i comunisti — afferma ancora la nota — «è un po' troppo, anche per i più ingenui». «O l'autunno caldo, così come è stato condotto, con l'assalto frontale contro un regime che in realtà si sapeva di non aver la forza di di¬ struggere in una battaglia frontale, si è risolto come sostengono i comunisti.in una potente spinta per l'unità attorno alle loro parole d'ordine per la loro nuova politica e allora che cosa temono dalle elezioni? O, invece, la politica suicida di massimizzare i danni che i conflitti creano fatalmente alla convivenza civile ha avuto come effetto di creare attorno alla classe operaia isolamento e diffidenza e allora il timore che i comunisti hanno delle elezioni anticipate è perfettamente giustificato ». Fausto De Luca

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