Quasi un grosso "giallo,, la letteratura dell'Urss

Quasi un grosso "giallo,, la letteratura dell'Urss Quasi un grosso "giallo,, la letteratura dell'Urss Un vivace affresco «narrativo» di Marc Slonim La distanza nel tempo o nello spazio è un fattore che favorisce la serenità di giudizio, come si può desumere dal più recente libro di Marc Slonim, studioso di letteratura russa emigrato dopo la rivoluzione, del quale conoscevamo due opere precedenti, The Epic of Russian Literature (Oxford University Press 1950) e Modem Russian Literature (ibid. 1953). Ora, includendovi l'epoca contemporanea, egli ha completato la sua trilogia, in cui perciò troviamo l'intera evoluzione della letteratura russa dai suoi inizi fino ai nostri giorni. Oltre alla vasta cultura, Slonim è dotato di uno spiccato talento, più descrittivo, o anzi più narrativo, che cri? tico, talento senza dubbio j prezioso quando, come in jquesto caso, si tratta di presentare al lettore straniero dei testi in parte non tradotti, e talvolta invece addirittura introvabili o inaccessi- bili nella versione originale. La bibliografia di quasi ogni scrittore russo, infatti, da Puskin e Herzen fino a Pasternak e Bulgakov, potrebbe agevolmente fornire abbondante materiale per una specie di romanzo giallo dalle infinite peripezie. Mentre le cause di tale situazione sono molteplici, il suo ostinato ripetersi attraverso i secoli le conferisce ormai la dignità di una vera e propria tradizione. Consapevole di queste difficoltà, Slonim limita giustamente il suo studio agli autori postrivoluzionari russi, ej scludendo quindi sia gli emigrati sia quelli che, vivendo in Urss, scrivono in altre lingue. Anche mantenendosi entro i confini autoimposti, è un'impresa da far tremare, j non solo per i problemi suac cennati, o perché si tratta di giudicare e inquadrare mezzo secolo di una grande letteratura, o per la frequente mancanza di dati concreti, ma so- \ prattutto per via degli sconvolgimenti vari, di 'natura extra letteraria, ossia politica e storica, che in quel periodo ebbero luogo. Procedendo in modo cronologico, Slonim riesce ad illustrare esaurientemente le singole tappe salienti, dal primo più confuso periodo iniziato nel '17, con le sue innovazioni, le sue sopravvivenze e i rispettivi compromessi, al Lef (Fronte di sinistra) nato nel '23 sotto l'egida di Majakovskij, alla Nep, finita nel '28, alla dottrina del realismo socialista, formulata nel '32, anno in cui venne fondata l'Unione degli scrittori sovietici, al più sereno periodo compreso tra il '53 e il '66. Definite le caratteristiche generali delle varie fasi, Slonim vi introduce i ritratti degli scrittori, tracciati con notevole vivacità e palese interesse sia umano sia letterario. Particolarmente riusciti sono i ritratti a tutto tondo di artisti nati alla fine dell'Ot| tocento, quali per esempio i Esenin, Pilnjak, Zamjatin, | Babel', V. Ivanov, Prisvin. Data l'ampiezza dello stu| dio intrapreso, non tutti gli aspetti dell'evoluzione letteraria di questi ultimi cinquantanni hanno potuto essere trattati con la medesima premura. In particolar modo, sarebbe stato utile un più approfondito e più completo giudizio su Bulgakov e soprattutto su A. Platonov (1899-1951), scrittore interessantissimo, ma ancora in gran parte inedito, come sarebbe stata opportuna la menzione, tra le opere di VeI ra Inber (definita «una poetessa della vecchia generazione ») del suo libro di gran lunga più importante, lo sconvolgente Quasi tre anni (Diario leningradese) sull'assedio di Leningrado tra il '41 e il '44. Un aspetto del tutto diverso, cui forse conveniva accennare, in quanto vi si esprime lo sforzo di colmare almeno certe lacune bibliografiche lamentate da chiunque si occupi di letteratura russa, è rappresentato dalle edizioni critiche, prima della guerra e alcuni anni dopo, delle opere complete di scrittori quali i Puskin, Herzen, Belinskij o Turgenev. Nella sua prefazione, l'autore prevede d'altronde che talune sue scelte o esclusioni possano venire discusse. Le nostre riserve mirano a queste ultime soltanto, confermando in sostanza la ricchezza e l'inesaurito interesse del mezzo secolo di letteratura russa descritto con tanta passione da Slonim. Lia Wainstein Marc Slonim: « Storia della letteratura sovietica », Ed. Rizzoli, pag. 400, lire 3200.

Luoghi citati: Leningrado, Urss