Interrogata per cinque ore la marchesa che doveva essere uccisa da un sicario

Interrogata per cinque ore la marchesa che doveva essere uccisa da un sicario Sviluppi clamorosi nel mancato delitto su commissione Interrogata per cinque ore la marchesa che doveva essere uccisa da un sicario Un'auto simile a quella sequestrata nel cortile dell'ex Miss Italia (una BMW targata Roma) sarebbe stala vista sul luogo dell'incidente - Lo scontro avrebbe dovuto eliminare la nobildonna di Parma (Nostro servizio particolare! Parma, 7 febbraio. Il « giallo mancato » potrebbe offrire la propria soluzione attraverso l'incidente stradale del 23 gennaio scorso quando un camioncino, sulla via Bassa dei Folli, andò a cozzare contro il pilastro di un cancello proprio mentre passava su quella strada, a bordo di una 600 e insieme con tre suoi figli, la marchesa Maria Stefania Serra Baiduino, moglie dell'industriale Pier Luigi Bormioli. Oggi la marchesa è stata interrogata dal sostituto Procuratore della Repubblica dottor Tarquini, per quasi cinque ore, dalle 16,30 alle 21,15. Quando è uscita dall'ufficio appariva serena, seppure affaticata. Ai giornalisti che le si sono fatti incontro per cercare di avere qualche notizia, ha risposto che non aveva nulla da dire. E' salita sulla sua « 600 » che era parcheggiata davanti al Palazzo di Giustizia e che era stata multata durante la lunga sosta, poi si è diretta verso casa. Naturalmente nemmeno il magistrato ha voluto accennare al motivo dell'interrogatorio. Si può tuttavia supporre che l'argomento del colloquio sia stato l'incidente del camioncino, visto che degli altri presunti attentati si sta occupando un magistrato milanese, il dott. Bisceglia e che il dott. Tarquini ha invece ricevuto tutti i fascicoli relativi all'incidente del 23 gennaio, uno dai carabinieri di Parma, uno dalla polizia stradale pure di Parma e uno dai carabinieri di Milano. Tanta attenzione e un così lungo interrogatorio sono certamente giustificati se, come sembra accertato, la marchesa già in un precedente colloquio avuto con il magistrato, parlando dell'incidente del camioncino ha detto di aver notato, in quel momento e su quella strada, passare anche una vettura grigia targata Roma. Una testimonianza molto importante dato che ieri i carabinieri hanno prelevato dal cortile dell'abitazione dei genitori di Tamara Baroni, in via Mentana 130, una Bmw colore grigio metallizzato targata Roma E17897. Con questa macchina, che risulta di proprietà di un tedesco, Eric Banti, amico di Tamara, la fotomodella era arrivata a Parma, proveniente da Milano, nella giornata di giovedì scorso. L'aveva poi lasciata nel cortile perché era ripartita per Milano con un amico nella sua auto. Non ci sarebbe soltanto la marchesa Bormioli a ricordare che quel giorno al momento dell'incidente, sulla via Bassa dei Polli, transitava un'auto grigia targata Roma. Guglielmina Ferrarmi ved. Martini che abita al numero 2 di via Bassa dei Folli, proprio nella casa contro il cui cancello si è andato a schiantare il camioncino, e che nel momento dell'incidente si trovava alla finestra, ricorda che stava transitando un'automobile grigia, lunga, targata Roma. E' evidente che gl'inquirenti danno molta importanza alla presenza di questa macchina, su quella strada in quel momento. Il camioncino, un Fiat 625, era guidato dall'autista Ignazio Cocco, lo stesso che risulterebbe aver incaricato l'ultimo sicario, Gian Luigi Fappani, di uccidere la marchesa. Il Cocco aveva noleggiato l'automezzo alla Hertz di Milano nella stessa mattinata, anzi, quasi alle 13 e s'era precipitato a Parma trovandosi alle 13,40 proprio sulla strada sulla quale Ma- j ria Stefania Bormioli stava transitando per riportare a casa i figli prelevati dalla scuola. Il Cocco ha detto che aveva fatto un trasporto di mobili, ma non ha saputo fornire l'indirizzo del destinatario, né pare che avesse avuto il tempo di consegnarli prima di trovarsi su quella strada. Ora, se si aggiunge a quei punti oscuri che riguardano il camioncino e il Cocco, la presenza della Bmw prelevata ieri nel cortile della casa di sorgono spontanee Tamara j delle domande: da chi era | guidata l'auto targata Parma? j 'presenza non era per caso \ motivata dalla necessita che ,aveva 11 conducente del Fiat ' 6^ ^' giustificare una deter IE perché si trovava in quel luogo, quel giorno? La sua : minata manovra che doveva portarlo fuori carreggiata? Sulla Bmw sequestrata, Tamara Baroni, prima di la; sciare Milano aveva dichia! rato: « E' l'auto di un mio amico fotografo: me l'ha imprestata per recarmi a Par\ ma giovedì scorso L'ho la ' sciata nel cortile dove abi' 'ano i miei genitori perchè : sono tornata a Milano con | un altro mezzo. Qualcuno ha \ insinuato che al volante di ' quella ' macchina il 23 gen| nato ci fossi io: posso dimo- strare che quel giorno non ero a Parma ». Cocco quel giorno uscì di strada, sembra subito dopo il passaggio della 600, e il suo camioncino andò a schian¬ tarsi contro il cancello e si incendiò. Il conducente rimasto quasi illeso disse che l'incidente era successo perché un'automobile, superandone un'altra, l'aveva costretto a finire troppo a destra, sulla proda del fossato, da dove poi era -schizzato di colpo dalla parte opposta. Oggi a Parma si è diffusa la voce che era stato emesso un mandato di cattura contro Ignazio Cocco, ma fonti attendibili l'hanno smentita. Un particolare curioso in tutta questa vicenda è che i principali protagonisti facevano tutti parte della stessa cerchia o almeno si conoscevano. Tamara Baroni oltre ad essere stata l'amante dì Pier Luigi Bormioli era anche amica, così lei stessa ha affermato, della moglie dell'industriale. Stefano Perlini, che asserisce di aver avuto una pistola dalla ex reginetta di bellezza per uccidere Maria Stefania Bormioli, è tuttora un assiduo frequentatore della casa dell'industriale. Il giovane, inoltre, era amico di Gian Luigi Fappani, quando il mancato « killer » era segretario d'una sezione del msi a Parma. L'ultimo personaggio del « giallo », Ignazio Cocco, secondo quanto ha dichiarato, aveva venduto spesse volte sigarette di contrabbando alla bella Tamara. Inoltre avrebbe conosciuto, nel locale notturno dove prestava la sua opera con incarichi non ancora chiari, anche Gian Luigi Bormioli, frequentatore del night. Il « delitto su commissione » dunque è nato come si suol dire in « famiglia »: e tutto questo, alla luce delle ultime risultanze dell'inchiesta, lascia ancor più perplessi e ci si domanda perché è stata architettata tutta questa vicenda. r. 1. | Parma. La nobildonna Maria Stefania Bormioli, « vittima designata », e Tamara Baroni, un tempo sua amica (Tel.)