Il nuovo "bilancio che morde" di Nixon vuole rilanciare l'economia americana

Il nuovo "bilancio che morde" di Nixon vuole rilanciare l'economia americana L'attivo previsto è una prova della volontà di battere l'inflazione Il nuovo "bilancio che morde" di Nixon vuole rilanciare l'economia americana La riduzione delle spese statali dovrebbe permettere l'allentamento delle restrizioni creditizie - Sarà così evitata una recessione e facilitata la ripresa produttiva - Ma qualcuno teme che si sacrili eli i l'espansione sull'altare del "pareggio a ogni costo" (Dal nostro inviato speciale) New York, 5 febbraio. Il New York Times l'ha definito « inadeguato », troppo blando per il travaglio sociale che affligge e divide la nazione: ma, in linea di massima, il bilancio federale di Nixon ha ricevuto un'accoglienza abbastanza cordiale. I fatti sono noti. Questo bilancio, che abbraccerà l'anno fiscale 1" luglio '70-30 giugno '71, prevede un attivo di un miliardo 300 milioni di dollari, la differenza tra 202 miliardi 100 milioni di entrate e 200 miliardi 800 milioni di uscite. Non è certo un pingue attivo, sarà forse inferiore al previsto miliardo e mezzo del '69-'70, ma ha un suo valore psicologico. E' prova della risolutezza con cui il governo intende condurre la battaglia antì-inflazionistica. Con la riduzione nelle spe- se statali — apparentemente maggiore di quanto effettivamente sia, grazie anche ad acrobazie contabili — Nixon spera altresì di rendere possibile un'attenuazione della severissima politica monetaria imposta dalla « Federai Reserve », la Banca Centrale statunitense. Spieghiamoci meglio. I consiglieri economici di Nixon dicono: « Comin ciarno a risanare il bilancio federale, cessando di soffiare sull'inflazione e di diminuire il potere d'acquisto del dollaro. La " Federai Reserve " potrà così sollevare il freno dalle restrizioni creditizie, impedendo una recessione e facilitando un graduale e sano risveglio dell'economia nel secondo semestre del '71 ». Come si vede, Nixon non è rimasto sordo alle esortazioni del « monetarista » Milton Friedman. Bilancio attivo e dosaggio della «money supply », l'offerta di denaro. Già si sono accese molte speranze. Il ministro del Tesoro, David M. Kennedy, dichiarava l'altra sera: « Un cedimento nella psicologia inflazionistica e un calo nei tassi d'interesse sono forse più vicini di quanto la maggioranza s'immagini ». E Paul Me Cracken. capo dei consulenti economici della Casa Bianca, aggiungeva che « la lotta all'inflazione comincia ad avere effetto ». Bastavano queste parole, questa prospettiva di più miti saggi d'interessi, per elettrizzare una Borsa languente da settimane. Un giornale riferiva: « Wall Street ha reagito martedì come un assetato esploratore sahariano alla vista della sua prima bottiglia d'acqua ». Ma già ieri il mercato è apparso più prudente ed oggi ha ripreso la tendenza debole. « Un bilancio che morde », lo chiama Newsweek. Un morso c'è. è innegabile: e c'è pure una cauta tendenza a varare gradualmente, molto gradualmente, « prò-' grammi sociali » per le città, i poveri, le minoranze. I tagli più vistosi sono quelli agli stanziamenti militali e spaziali. Il bilancio della difesa è ridotto di 5 miliardi 200 milioni, e scende a 71 miliardi 800 milioni. (La punta massima si ebbe nel '68-'69 con quasi 79 miliardi). Un risparmio del 12 e mezzo per cento — cfte s'aggiunge ai risparmi degli ultimi mesi — porterà lo « space budget » a soli 3 miliardi 400 milioni, il più magro da dieci anni a questa parte. Il Pentagono già parla della scomparsa di un milione 250.000 « posti di lavoro », tra soldati, impiegati e personale di aziende impegnate in produzione e ricerche militari. Per il luglio 1971, la Nasa avrà perso sitile 180.000 persone fra scienziati e operai. I più riconoscono dunque a Nixon che, ora come ora, nel tentativo di spezzare l'assedio dell'inflazione, ha fatto se non il meglio, del suo meglio. La controversia concerne il futuro. Nixon ha già annunciato che, anche nel 1975, quando il ^prodotto lordo arriverà sui 1400 miliardi di dollari, non vi sarà margine sufficiente per soddisfare tutte le aspirazioni, inter¬ nazionali, private e sociali. Se non si aumenteranno le tasse, che invece tendono qui a calare, i « programmi » già avviati assorbiranno quasi ogni disponibilità federale. Diverranno necessarie delle scelte: « Neppure l'America può fare tutto ». E' un duro colpo per gli americani, per i quali l'espansione ad infinitum è un atto di fede. Ma è un avvertimento giustificato? si chiedono vari esperti. Non nasce forse da una troppo prudente visione economico-sociale, dal desiderio — dice un commentatore — « di vedere sempre il bilancio in pareggio »? Mario Ciriello Paul McCracken

Luoghi citati: America, New York