Il lavoro dei docenti fuori dall'università di Felice Froio

Il lavoro dei docenti fuori dall'università La norma votata in commissione Il lavoro dei docenti fuori dall'università Può essere autorizzato, in determinati casi, dal consiglio del dipartimento Chi viola questa disposizione, viene diffidato; se persiste, dopo 30 giorni, è dichiarato decaduto - Forti contrasti sulla suddivisione dei proventi (Nostro servizio particolare) Roma, 5 febbraio. I professori degli Atenei potranno esercitare attività professionale extra universitaria soltanto nell'ambito dei dipartimenti. L'ha deciso oggi la commissione Istruzione del Senato che ha approvato un altro comma dell'articolo sul pieno tempo dei docenti. « Con deliberazione del Consiglio di dipartimento —- dice la norma — per riconosciute esigenze scientifiche o didattiche, può essere autorizzato lo svolgimento da parte dei docenti nell'ambito del dipartimento stesso, anche fuori dell'Università, quando necessario, di attività applicative aventi per contenuto prestazioni di carattere professionale. Il docente che contravvenga ai divieti di cui ai precedenti comma viene diffidato dal Consiglio d'Ateneo a cessare dalla situazione di incompatibilità e, trascorsi i trenta giorni dalla diffida senza che l'incompatibilità sia cessata, viene dichiarato decaduto dal ministro della Pubblica Istruzione, su conforme parere del Consiglio nazionale universitario ». Possono essere autorizzati a svolgere attività extra ateneo (secondo le norme indicate) quei docenti di ruolo, che, in possesso dei requisiti richiesti per appartenere in un albo professionale, sono iscritti, a domanda, in un albo speciale. Le modalità per l'istituzione e la tenuta dell'elenco speciale saranno determinate con regolamento che dovrà essere emanato entro un anno dall'entrata in vigore della riforma. Questo significa che medici, ingegneri, architetti, avvocati e gli altri liberi professionisti potranno esercitare la professione solo se autorizzati dai dipartimenti. Chi non voglia sottostare alla norma potrà diventare professore associato, cioè stabilisce un rapporto a tempo limitato con l'Università. Su questo comma la commissione ha discusso per molte sedute ed oggi si è potuto giungere alla votazione, perché è stata affrontata solo una parte, rinviando ad altra riunione quella relativa alla suddivisione dei proventi derivanti dall'attività professionale. Hanno votato a favore gran parte dei democristiani, i socialisti e i gruppi di estrema sinistra; al momento della votazione era assente il rappresentante del psu. Rimane ora il contrasto sulla suddivisione dei proventi: la de ritiene che le modalità di ripartizione, le condizioni, i limiti dell'esecuzione delle ì prestazioni di carattere professionale debbano essere stabiliti dalla Giunta d'Ateneo, mentre il psi e l'estrema sinistra vogliono che tutta questa materia debba essere sancita dalla legge, compresa la suddivisione degli introiti ai docenti che partecipano all'attività professionale. Il problema sarà affrontato dalla commissione mercoledì prossimo. Al termine della seduta il ministro Ferrari-Aggradi ha dichiarato: « Da parte mia non potevo che sostenere con convinzione il testo governa¬ tivo che dava al problema questa soluzione, pur dichiarandomi aperto a contributi che non ne travisassero lo spirito e gli obiettivi. Rimane ora da considerare la parte economica ed in particolare l'indennità di pieno tempo, nonché le norme transitorie che regolano la figura di professore associato e che fissano il termine massimo entro il quale possono essere consentite parziali deroghe al tempo pieno con la temporanea rinuncia alla relativa indennità ». Tra gli articoli della riforma approvati nei giorni scorsi dalla commissione c'è quello che concede al docente di ruolo, dopo sette anni di atti¬ vità continuativa, il diritto di svolgere periodi di studio retribuiti, non superiori a dodici mesi, presso un altro dipartimento o istituto italiano o straniero. Sono stati anche approvati gli articoli sulla programmazione: ogni Università redige un piano quinquennale di sviluppo indicando le esigenze dell'Ateneo in relazione al prevedibile incremento della popolazione universitaria e alle necessità didattiche e scientifiche. In concomitanza col programma economico nazionale il governo, da parte sua, presenterà al Parlamento un programma quinquennale di sviluppo delle Università. Felice Froio

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