Il monaco del deserto di Raniero La Valle

Il monaco del deserto Uomini e religioni Il monaco del deserto Non è diflìcile, in Egitto, irovare dei monaci. Nella Chiesa copta ortodossa, che è la Chiesa cristiana d'Egitto, il sacerdozio non è legato al celibato, anzi nessuno può essere ordinato per il ministero in una parrocchia se prima non si sposa, in modo da essere in lutto simile agli altri. Chi sceglie il celibato come vocazione, o chi vuol essere prete senza sposarsi, non ha altra scelta che farsi monaco. Cosi, incontrare un monaco, in Egitto, non è una cosa fuori del comune, ma questo monaco che ho incontrato nel deserto, a Wadi En Natroun, a più di cento chilometri dal Cairo, non aveva niente di comune. Si chiama Matta Al Miskin. che vuol dire Matteo il meschino o, se volete, Matteo il povero: un nome che riassume una vocazione e una vita. Prima si chiamava Youssef Scandar quando, dopo la laurea, faceva il farmacista. A trentanni, capì che il suo orizzonte non era la farmacia, ma il deserto; così, contro il parere di molti, lasciò tutto, tranne un Vangelo e La scala del paradiso di Giovanni Climaco — un eremita del Sinai del VII Secolo — e se ne andò nel monastero di Amba Samuel, nell'oasi del Fayyum, dove vivevano pochi monaci poveri e ignoranti. La grotta Il suo arrivo sconvolse la quieta vita di quella piccola comunità: il suo programma era infatti rivoluzionario: pretendeva di vivere solo di Dio, che è la più radicale scelta di povertà. Ma la povertà spesso mette in sospetto le curie; così a un certo punto a Matta Al Miskin arrivò addosso una scomunica; anche perche, nel frattempo, molti lo avevano seguito, abbandonando beni e professioni, e anche altri monaci lo avevano raggiunto, lasciando conventi più ricchi e reputati; e ciò non aveva mancato di suscitare gelosie e rancori.- t-,-- .-.^--.1.- ;r Ma Matta Al Miskin non cambiò la sua vita, perché pensava che la vita di un monaco deve essere orientata dallo spirito di Dio, prima che dalla legge. E dopo tre anni non solo ritrovò la pace con la sua Chiesa, ma ricevette l'ordinazione sacerdotale, da un vescovo che per tre volte si inginocchiò davanti a lui, chiedendogli di accettare, con il sacerdozio, la responsabilità di un nuovo monastero, Der Al Surian, nel deserto tra 11 Cairo ed Alessandria. Lì restò quattro anni, poi fu fatto vicario patriarcale di Alessandria. Ma in città non fece buona prova, e ricominciarono i guai. Infatti si mise a dare il sacerdozio a gente assai istruita, professori universitari e simili; il clero meno colto (nella Chiesa copta, per il sacerdozio, non c'è obbligo di studi) temette il confronto con i nuovi arrivati, e s' rivoltò contro di lui. Senza aspettare di esser mandato via, Matta Al Miskin tornò nel deserto, ma questa volta non più in un convento, bensì in una grotta. La Chiesa gli chiedeva la tunica, sospendendolo dal sacerdòzio, e lui lietamente le dava anche il mantello, lasciando tutto, e intraprendendo una vera e propria vita eremitica. Anche qui dei monaci lo raggiunsero, ciascuno si scavò la sua grotta; e dopo dieci anni, ancora una volta la pace tornò; e fu l'inizio di una grande ripresa religiosa, per tutta la Chiesa copta. La pace e i « Mig » Ora Matta Al Miskin ha 51 anni, ed è tornato alla vita cenobitica in un monastero del deserto; ma in città, nei sobborghi del Cairo, ha fondalo una casa per i cristiani che vogliono dedicarsi al servizio degli altri (copti o musulmani che siano), e li dirige e li segue. Infatti nel deserto ha imparalo che il mondo è il luogo dove si gioca la sorte dell'uomo, e che la vita del monaco non è qualcosa di più o di diverso dalla vita cristiana, ma è la vita cristiana stessa; non è. una fuga in avanti, ma un ritorno alle origini. Mentre mi diceva queste cose, due « Mig » egiziani, che si addestravano per la guerra, traducevano in immagine e in suono, con un realismo inoppugnabile, queste sue parole. Il mondo incombeva, con le sue inquietudini e le sue angosce, su quell'angolo di sperduta solitudine, di cui Sant'Antonio, San Macario c gli altri padri del deserto avevano fatto, nel IV Secolo, la culla del monachesimo cristiano. Ma quel deserto non era cambiato da allora: « 1 nostri padri dice Matta Al Miskin — lo hanno riempito di preghiera: e questa preghiera si è comi condensata, è penetrata netti sabbia, tra le dune; basta stai qui un quarto d'ora, per senti re che e un luogo sacro ». Gli aviogetti si erano allontanali, restituendo al deserto il silenzio. « Verrà la pace — dice Matta Al Miskin —-. Il Vangelo dice: sentirete parlare di guerre e di rumori di guerre, lo credo che siamo nel tempo in cui sono finite, le guerre, ma ci sono rumori e notizie di guerra; le armi si stanno convertendo in strumenti di negoziato, prima di convertirsi ih laici». Raniero La Valle

Persone citate: Giovanni Climaco, Macario, Matta, Matta Al Miskin, Surian, Wadi En Natroun, Youssef Scandar

Luoghi citati: Alessandria, Cairo, Egitto