Uccide con una rivoltellata un giovane sorpreso a fonare la portiera dell'auto di Adriaco Luise

Uccide con una rivoltellata un giovane sorpreso a fonare la portiera dell'auto Durante la notte in una strada alla periferia di Napoli Uccide con una rivoltellata un giovane sorpreso a fonare la portiera dell'auto La vittima, 21 anni, era incensurata - A giorni sarebbe dovuta partire per il servizio militare - L'uccisore si è costituito - E' un ventiseienne che era stato già coinvolto in una sparatoria - Ai carabinieri ha detto: «Non volevo ucciderlo, solo spaventarlo: aveva osato mettere le mani sulla mia automobile» (Dal nostro corrispondente) Napoli, 3 febbraio. Un giovane di 21 anni. Adriano Lamberti, sorpreso con un complice a forzare lo sportello anteriore di unavettura, è stato ucciso conun colpo di pistola dal pio-prietario dell'auto, il vendi-tore ambulante SalvatorePepe, di 26 anni. Il compa-gno è riuscito a fuggire e afar perdere le sue tracce. All'alba l'uccisore, accom; pagliato da un avvocato, si è costituito ai carabinieri. L'uomo ha sostenuto di avere sparato sotto l'impulso di un'ira irrefrenabile: « E' stata ima disgrazia — ha detto — non volevo ucciderlo, masoltanto spaventarlo per averosato mettere le mani sulla7nia macchina ». Al terminedel drammatico interrogatorio è stato arrestato e portato nel carcere di Poggioreale, sotto l'accusa di omicidio volontario. Salvatore Pepe, sposato e padre di un figlio di quattro anni — la moglie è in attesa di un altro bambino I — ha precedenti penali per detenzione abusiva di armi, truffa e per essere rimasto coinvolto due anni or sono in una sparatoria a Rimini tra elementi della malavita, Inoltre, egli venne sospetta to di aver partecipato nel lOfii! alla «rapina con il lan ciafiamme », ma contro di lui non emerse alcuna prova per l'incriminazione. Attualmente faceva il venditore ambulante di noci di cocco. Adriano Lamberti era incensurato. Fra tre giorni sarebbe dovuto partire per Roma ed iniziare presso il Centro addestramento reclute il servizio militare. Figlio di un tranviere con altri nove fra telli, di cui cinque sposati, egli veniva considerato nel rione « La Loggetta » di Fuorigrotta, dove abitava, un ragazzo seno, senza grilli per la testa. Il tragico episòdio è avvenuto verso mezzanotte a Fuorigrotta in una -strada alle spalle dello stadio S. Paolo. A quell'ora, nella sala da gioco di via Iacopo De Gennaro, gestita dal quarantaduenne Raffaele Rende si- trattengono una decina di persone. Tra esse è Salvatore Pepe intento a giocare a flipper. Improvvisamente entra nel locale Vincenzo Guerriero, di 25 anni, ed informa il Pepe di aver notato due giovani armeggiare intorno alla sua macchina, una «125 Special» parcheggiata poco distante dalla sala da gioco. Salvatore Pepe si precipita in strada, seguito dal Guerriero, e si avvia correndo verso la sua auto. Nota subito che il deflettore dello sportello di guida è stato forzato e mentre controlla se è stata asportata la radio, il compagno grida indicando due ombre ad una distanza di una quindicina di metri: « Salvatore, eccoli sono quelli i ladri, non facciamoli fuggire ». I due si lanciano decisi all'inseguimento e a un trat- to Salvatore Pepe per fermare i fuggitivi estrae di tasca una pistola e spara un colpo di rivoltella contro uno dei due ladri: odono un gemito e il tonfo di un corpo sul selciato. Il Pepe e il Guerriero si fermano di colpo e invece di prestare soccorso al giovane colpito ritornano nella sala da gioco e riferiscono l'accaduto. «Sono troppo spaventato — dice Salvatore Pepe — non ho il coraggio di vedere cosa ho fatto ». Il gestore del locale e altre due persone escono e poco dopo trovano il giovane morto. Come sempre accade in simili circostanze ognuno cerca di non essere coinvolto nel delitto. Il Rende chiude in fretta il locale e gli altri si allontanano per proprio conto. Verso l'I,30, un ufficiale della Marina, mentre rincasa a bordo della sua auto, scorge sull'asfalto il corpo inanimato di un uomo e corre a dare l'allarme. Sul posto giungono polizia e carabinieri e si iniziano le indagini. Si pensa dapprima a un incidente stradale e l'oscurità non consente di vedere il foro d'entrata del proiettile sulla nuca dello sventurato giovane. A rendere più difficili le indagini contribuisce la mancanza di documenti che non vengono trovati addosso alla vittima. Tuttavia quando nel rimuor vere la salma vengono rinvenuti una pinza e un grimaldello l'ipotesi di un ladro scoperto e ucciso dal derubato acquista consistenza e orienta sulla giusta pista le indagini. Successivamente il medico legale nella sala anatomica stabilisce che il giovane è stato ucciso con un colpo di rivoltella sparatogli alla testa, ma all'alba con la costituzione dell'assassino viene fatta luce completa sul delitto. L'identificazione del giovane ha richiesto invece lunghe e pazienti ore di ricerche. Nessuna denuncia di scomparsa era pervenuta agii uffici di polizia e soltanto versò le 14, il padre Luigi Lamberti, di 52 anni, dopo avere invano atteso il ritorno del figlio a casa, si è recato all'obitorio. « Avevo un brutto presentimento — ha detto fra le lacrime — e quando ho saputo del delitto, ho subito pensato a mio figlio. Adriano ieri sera era uscito verso le nove per andare al cinema con alcuni amici. Non è più rientrato. Non so dire nulla. Non credo che mio figlio rubasse nelle, auto. Quei pochi spiccioli che aveim in tasca glieli avevo dati io. Erano soldi guadagnati onestamente col mio lavoro ». In serata i carabinieri hanno identificato il presunto complice di Adriano Lamberti nel diciannovenne Emilio Galloppa, abitante a Fuorigrotta al rione La Loggetta. Il giovane è stato interrogato dagli inquirenti e ha negato ogni addebito, dichiarando di avere incontrato la vittima verso le 9 e di essersi soltanto salutati, andando poi ognuno per proprio conto. Il Galloppa dopo la deposizione è stato rilasciato. Adriaco Luise » Napoli. Salvatore Pepe, ha ucciso il giovane sorpreso accanto all'auto (Tel. Ansa) Napoli. Adriano Lamberti, il giovane ucciso (Telefoto)

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