L'ultimo Bellow, con simpatia

L'ultimo Bellow, con simpatia I RACCONTI DI "ADDIO ALLA CASA GIALLA in L'ultimo Bellow, con simpatia Per lui, anche debolezza e mediocrità meritano un appello Pochi personaggi sembrano, a prima vista, più stravaganti di Hattie Simmons Waggonner, la svampita vedova settantaduenne, alla quale Saul Bellow ha dedicato il bellissimo racconto che apre questa raccolta. Paffuta e sbruffona, con la fronte coperta da una pioggia di boccoli grigi e la sigaretta perennemente appesa a un angolo della bocca, distratta e spericolata, Hattie esibisce la propria goffaggine come un dono della natura. Non senza qualche stupore crediamo di riconoscere in lei una pallida quanto involontaria rassomiglianza con certe indistruttibili vegliarde, che trovarono la loro marcata e perfetta espressione nel volto di alcune caratteriste del vecchio cinema: le ottuagenarie zie dalla mira infallibile, le arzille compagne dei vecchi pionieri. Indifferente a ogni critica, etPdbdPcfclgcssssudlsmsaetgrdurante tutte le ore del gior-1 sno, Hattie indossa quanto rimane di una logora giacca da aviatore e di una sudicia gonna troppo corta. Ma nulla sembra ia preoccupi o la intimidisca. Spesso ubriaca, nonostante gli anni e la pesantezza delle anche, cammina a larghe falcate, sollevando buffonescamente le suole msscustprpiatte delle scarpe di gomma., cEppure Bellow è molto lontano da ogni consolante ma facile umorismo: come non tardiamo a .'.coprire, la sua stessa ironia è un involucro superficiale, volutamente ingannevole. Fin dalle prime pagine, sotto lo smalto delle più brillanti trovate, possiamo infatti riconoscere una rigida severità intellettuale, un sorvegliato pessimismo che esclude tuttavia gli abbandoni della delusione romantica. Una sera Hattie, annebbiata da alcuni bicchieri di limpido e pungente Bourbon, commette una imperdonabile distrazione, destinata a mutare pauctpimnmlume un passaggio a Uvell0i spa. valdamante seduta dietro il volante di una monumentale per sempre il corso della sua | cesistenza. Mentre attraversa clsessfi e cigolante automobile d'altri tempi, slitta sulle rotaie. Potrebbe essere un incidente di poche conseguenze se le bizzarre divinità del caso non disponessero diversamente. Per una serie di sciagurate circostanze, Hattie perde infatti l'uso di un braccio, precipitando, da un giorno all'altro, nelle più desolate regioni del dolore. Si incurva, comincia a tossire e beve sempre più smodatamente: il suo puerile entusiasmo, il suo sorridente spirito fanfaronesco spariscono, risucchiati da un'insaziabile malinconia. Scrittore abilissimo, Bellow descrive con geniale meticolosità questa metamorfosi: senza trascurare nessun elemento, ricostruisce il confuso scenario della vita come appare agli occhi indeboliti e umidi di lacrime della protagonista. Non senza il soste gno di un prodigioso intuito raccoglie i pensieri che si in seguono e attraversano la mente di Hattie, ormai prossima a varcare le tenebrose soglie della morte. Anni or sono, Bellfw dichiarava che un romanzo o un racconto mancano al loro scopo se sono privi di un certo rispetto, «di una certa simpatia per la vita altrui ». Un rispetto e una simpatia che, come vedrà il lettore nelle pagine di « Un futuro padre »; a una severa attenzione e a una naturale benevolenza per chi si dibatta tra le difficoltà del vivere mescolano una pensosa comprensione verso i mutevoli umori, i piccoli e modesti vizi. In una sera di neve e di nervi, mentre viaggia sulla metropolitana diretto verso la casa della fidanzata, Rogin, un chimico trentunenne, rimane colpito dalla vuota espressione del passeggero cosa che gli ricorda il padre che gli siede accanto. Nel voi- i lo di quello sconosciuto, nel suo sguardo chiaro e spento. egli crede di ravvisare qual iella donna che intende spo- ! sare. Il pensiero di Rogin si ì sposta inavvertitamente sul figlio che potrebbe nascere da I quel matrimonio: lentamente si lascia invadere da un timore senza giustificazioni, da una meschina paura del futuro. Eppure Bellow si astiene dal trarre conclusioni perentorie, astrattamente morali- j stiche. Al contrario, come in j altre sue opere, lo scrittore 1 sembra cercare delle giustificazioni psicologiche a questo antieroe aperto alle speran-: ze di un mondo dove anche la debolezza o la mediocrità non | sono più da considerare colpe irreversibili e hanno sempre diritto a un giudizio di appello. Antonio Debenedetti S. Bellow: « Addio alla casa gialla », Ed. Feltrinelli, pagine 206, lire 2000. | I Saul Bellow

Persone citate: Antonio Debenedetti, Bellow, Bourbon, Hattie Simmons Waggonner, Saul Bellow