Utopia comunitaria nel giovane Goethe di Giorgio Manacorda

Utopia comunitaria nel giovane Goethe Utopia comunitaria nel giovane Goethe In Italia il predominio per tanti anni incontrastato della critica letteraria d'impronta idealistica, con la teorizzazione della poesia pura, della distinzione di poesia e non poesia, ha finito col sopravvalutare tutti gli elementi irrazionalistici e anti-illuministici presenti nelle opere della fine del Settecento o del principio dell'Ottocento. Si tendeva così a stabilire che tutto ciò che era valido era in qualche modo romantico. Col risultato che a tutt'oggi, nelle nostre scuole, si spiega che lo « Sturm und Drang » è un fenomeno sostanzialmente «romantico», o, con espressione ancora più assurda, «preromantico ». Tuttavia nel solco aperto dagli studi di Engels, Mehring, .Lindner e Lukàcs sul giovane Goethe, si sono sempre più sviluppati nella germanistica italiana gli studi sul Genienzeit. Ultimo in ordine di tempo Giuliano Baioni, analizzando il Prometeo goethiano afferma che 11 questo attacco del giovane Goethe al principio d'autorità, che si attuava sulle posizioni di un laicismo squisitamente illuministico, doveva articolarsi a diversi livelli ed investire nella totalità di un'espressione poetica tutti gli ordini della struttura politica, morale e religiosa su cui si fondava la società dell'assolutismo ». 11 Là "Sturm und Drang" si rivela parte integrante dell'illuminismo europeo ». Su questo dato di fatto ci sembra non ci possano essere più dubbi; d'altronde non è un caso che il Goethe dallo « Sturm und Drang » sia passato al classicismo. Un classicismo visto finalmente nella sua giusta luce progressiva. Goethe ha sempre rifiutato di operare quella mistica scissione del reale che è alla base della poetica romantica. Goethe, anche nel momento della « restaurazione » formale, resta profondamente permeato da una visione illuministico-progressiva e laica della vita e della società. La convinzione materialistica della fondamentale unitarietà del reale, già presente nel Prometeo come fatto immediatamente polemico, e nel Werther come fatto vissuto drammaticamente, supera nella maturità l'influenza di Spinoza (che pure ne era stata condizione) per giungere ad ipotizzare una « utopia comunitaria » che nasce dal rifiuto consapevole e lucido della società capitalistica e comunque rifugge dagli entusiasmi romantici per la nascente nazione capitalistica vista come « corpo mistico che annulla in sé medesimo l'individuo ». Goethe resta fe dele agli ideali comunitari fraterni e progressivi della ragione settecentesca. Giorgio Manacorda Giuliano Baioni: « Classicismo e rivoluzione, Goethe e la Rivoluzione francese », Ed. Guida, pagine 349, lire 3000.

Luoghi citati: Italia