"Torneo notturno" martedì al Nuovo

"Torneo notturno" martedì al Nuovo "Torneo notturno" martedì al Nuovo L'opera di Malipiero presentala da Piero Santi alla Pro Cultura - In scena anche « La vita breve » di De Falla Con molto ritardo, ma sempre in tempo per giovarsi di un'edizione per più aspetti allettante, giunge a Torino il Torneo notturno di Gianfrancesco Malipiero, senza dubbio il capolavoro teatrale del maestro veneziano. L'allestimento è nuovo, con la direzione di Luciano Rosada, interpreti principali Carlo Franzini e Claudio Desderi e, causa di pungente interesse, con la regia di Sylvano Bussotti. Seguirà un'altra novità per Torino. La Vida brev,e di Manuel De Falla (responsabile ancora il binomio Rosada-Bussotti) che vedrà l'esordio torinese del giovane soprano triestino Ileana Meriggìoli, attorniata da Daniela Barioni, Luisa Nave Bordin, Enrico Campi e Luciana Palombi. Le coreografie del Torneo notturno saranno di Sara Acquarohe, quelle dell'opera di De Falla dello spagnolo Antonio Gades, direttore del¬ la compagnia di danza che si esibirà nel secondo atto dell'opera. Secondo una riuova iniziativa dell'Ente Regio, a cominciare da questi due spettacoli sarà messo a disposizione degli studenti un certo numero di biglietti a prezzi ridottissimi (300 lire). Le due opere moderne sono state presentate ieri da Piero Santi nella sede della Pro Cultura affollata da un pubblico vivamente interessato. Lo studioso, che al teatro di Malipiero ha recato in varie occasioni determinanti contributi, ha dapprima definito il lavoro nella sua carica antinaturalistica, articolato cioè in una logica teatrale che non è quella dello svolgimento di fatti (secondo lo stampo melodrammatico), ma quella di statiche illuminazioni che, come efficacemente ha detto il Santi, « si librano nel tempo della memoria ». L'opera infatti prevede la successione di sette situazioni (che l'autore chiama « notturni »), legate solo dalla presenza costante di due personaggi, il Disperato e lo Spensierato, che altro non sono se non le due facce d'un solo individuo, lacerato fra il rifiuto testardo del mondo esterno e l'istinto di cogliere l'attimo che, come è noto, fugge. In questo dissidio Malipiero avverte, sulla scia della cultura nordica, il vuoto dell'uomo moderno; vuoto tratteggiato, come ha detto l'oratore con spunto davvero acuto, con « metafisico rilievo », alludendo alla contemporanea stagione «metafisica» della pittura italiana, grande evocatrice di ansie esistenziali attraverso una spettrale immobilità. Il pubblico, dopo aver ancora rivolto aljune domande all'oratore, lo ha ringraziato con un caloroso applauso.

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