La televisione punta sui registi di cinema di Ugo Buzzolan

La televisione punta sui registi di cinema I programmi annunciati per il '70 La televisione punta sui registi di cinema Vedremo telefilm realizzati da Rossellini, Castellani, Blasetti, Lizzani, Pasolini e tanti altri - Nel campo culturale, precedenza ai dibattiti Quali saranno gli indirizzi fondamentali della televisione per il 1970, è molto difficile dirlo. Abbiamo sott'ócchio un elenco interminabile di programmi in ogni settore. La questione è che sulla carta pare tutto bello, allettante, importante: bisognerà poi vedere nei prossimi mesi quante delle trasmissioni annunciate arriveranno effettivamente sul teleschermo e « come » ci arriveranno, ossia se mantenendo o no nella realizzazione le caratteristiche con cui erano state pensate all'origine. Nel campo dello spettacolo il fatto-base sarà costituito dalla sempre più stretta unione, sotto qualsiasi punto di vista, fra tv e cinema. La tv, da sola o in collaborazione, è diventata attiva produttrice di pellicole alcune delle quali, previ ritocchi, saranno destinate anche al normali circuiti cinematografici. S'è già accennato a « I recuperanti » di Olmi, a « L'inchiesta » di Gianni Amicon, a « Gradiva » di Albertazzi, a « La strategia del regno» di Bernardo Bertolucci, il giovane e polemico autore di « Prima della rivoluzione» e di «Partner»; un altro noto regista di punta, il franco-tedesco Jean-Marie Strano, dopo avere girato « Cronache di Anna Magdalena Bach », ha portato a termine «Ottone», liberamente ispirato ad una tragedia di Corneille; pure Miklòs Jancsò, considerato forse il maggiore esponente del cinema ungherese cui si devono, pellicole come « L'armata a cavallo », « I disperati di Sandor » e « Il silenzio e il grido », è stato mobilitato dalla tv che gli ha commissionato un «Mattia Corvino» della durata di cinque ore; Giuseppe Bennati ha diretto il «Marcovaldo », da Calvino, interprete principale un altro regista cinematografico, Nanni Loy, mentre di Florestano Vancini («La lunga notte del '43 » e « Le stagioni del nostro amore ») vedremo « I fatti di Bronte », con sceneggiatura ricavata dalla novella «La libertà» di Verga. Non volevamo fare un elenco di titoli, d'altra parte non c'era un modo diverso per dare un'idea dell'ampiézza dèi fenomeno. Elenco — notiamo bene che per essere completo deve allungarsi con i prestigiosi nomi di Jean Renoir, che per il video ha firmato «Piccolo teatro », e di Roberto Rossellini che presenterà la gigantesca « Storia della lotta per la sopravvivenza » e che nel corso dell'anno tradurrà in immagini sia la vita di Socrate sia quella di Pascal inoltre Renato Castellani s'è impegnato con un « Leonardo da Vinci », Alessandro Blasetti con « Cronaca della fine di un regno » sugli ultimi giorni dei Borboni, Carlo Lizzani con una serie di documentari e rievocazioni e Ducio Tessari con « Il ciclo della jungla » tratto dai romanzi di Salgari. Infine non dimentichiamo che tra un mese 11 regista Franco Rossi inizierà In Jugoslavia la lavorazione di una mastodontica «Eneide»; e che molto probabilmente Pier Paolo Pasolini darà alla Tv la sua ultima opera, l'« Orestiade africana ». Se l'immissione quasi torrentizia di uomini e di metodi del cinema nel mondo televisivo ci sembra — stando ai progetti — il grosso segno distintivo del '70, nel settore che chiameremo dell'informazione e della cultura l'orientamento parrebbe quello del dibattito con la partecipazione del pubblico. Di questo particolare tipo di dibattito, molto differente dalla tavola rotonda che si risolve spesso in prolusioni di esperti i quali si esprimono con linguaggio da iniziati abbiamo avuto nel '69 l'esempio di « Faccia a faccia » e in un certo senso, della rubrica di Biagi « Dicono di lei ». Nel *70 saranno varate due trasmissioni simili nella sostanza se non nella struttura: « Sotto processo » e « Qual è la verità » che dovrebbero affrontare i più scottanti problemi del nostro tempo offrendo la possibilità agli spettatori — meglio: ad alcuni rappresentanti degli spettato ri — di intervenire e di di scutere. Lo stesso criterio del la discussione sarà applicato a « Settimana culturale » che si occuperà di letteratura, arti, urbanistica, sociologia. E infine si è deciso che colui il quale, con termine vagamente spregiativo, viene denominato « l'uomo della strada », sia ammesso a « Tribuna politica ». E' chiaro che c'è la tenden za a colmare quel fosso profondo che per anni e anni ha diviso la televisione dalla massa. Era ora. Bisognerà so lo constatare se alle buone intenzioni corrisponderanno i fatti, se gli argomenti tratta ti saranno veramente scottan ti, se le discussioni saranno veramente libere, se la partecipazione del pubblico avrà un peso effettivo. Ugo Buzzolan sftbv1scvpbtdlJtgdmardsSnilzuscsbpPii

Luoghi citati: Jugoslavia