Le cifre di Restivo e dei sindacati

Le cifre di Restivo e dei sindacati È IN CORSO UNA "REPRESSIONE SINDACALE,, IN ITALIA? Le cifre di Restivo e dei sindacati Roma, 28 gennaio. Investito da un polverone di cifre contrastanti In merito alle « repressioni sindacali », il lettore stenta a raccapezzarsi. Appena qualche giorno fa, Novella per la Cgil, Storti per la Cisl e Ravenna per la Uil, in una lettera mandata ai presidenti delle Camere e all'on. Rumor, documentavano che le persone denunciate all'autorità giudiziaria per le vicende sindacali dell'autunno scorso erano poco meno di diecimila, precisamente 9938 E invece il ministro dell'Interno, nel suo discorso di ieri al Senato, ha affermato che le denunce assommano a 8369. I conti come si vede non tornano. Però solo apparentemente: le cifre dei sindacalisti si riferiscono all'autunno e ai primi 21 giorni di gennaio, e viceversa quelle del ministro si limitano al solo autunno, vanno da settembre a tutto dicembre. Tuttavia il punto più importante resta pur sempre quello di capire se è in atto oppure no una premeditata offensiva contro i lavoratori da parte del governo e della Magistratura. La questione insorse calda e improvvisa quando le tre segreterie confederali fecero arrivare una lettera d'accusa direttamente sul tavolo del Presidente della Repubblica, scavalcando il Parlamento, il governo e i partiti. Nella lettera sì diceva che le molte, le troppe denunce contro coloro che avevano « esercitato il loro diritto di sciopero » rappresentavano « un palese tentativo dì repressione generalizzata nei confronti dei lavoratori e delle loro organizzazioni: tentativo chiaramente rivolto a determinare una psicosi d'intimidazione e di rappresaglia favorevole a manovre di rivincita nei confronti delle recenti conquiste sindacali u A sua volta, il ministro de' Lavò ro on. Donat-Cattin disse che era naturale aspettarsi la repressione « dopo una così netta affermazione dei sindacati nelle vertenze ». Si arrivò a parlare di settemila denunce nella sola Sicilia, duemila nelle Puglie. In breve, a detta dei sindacalisti, dei partiti di estrema sinistra e del ministro del Lavoro, « l'ondata repressiva a sarebbe stata scatenata contro i lavoratori subito dopo la conclusione delle trattative per il rinnovo dei contratti di lavoro. A questa accusa il ministro dell'Interno on. Restivo rispose con le cifre prima nell'intervista data a questo giornale e ieri davanti al Senato. Soffermiamoci un momento. Poiché la maggior parte dei contratti vennero rinnovati prima di dicembre, il mese, di dicembre do vrebbe essere quello caratterizzato dal maggior numero, di denunce se fosse vero che si voleva «determinare una psicosi d'intimidazio ne e di rappresaglia ». Però le cifre lette dal mi nistro Restivo al .Senato — e anticipate a noi — dicono il contrario: « Il nùmero del¬ le persone denunciate nel dicembre di quest'anno — 1489 — è inferiore alla media mensile dell'intero anno 1969, che è di 1998, ed è inferiore altresì al numero delle denunce presentate nel dicembre 1968, che è di 1895». Quanto alla Sicilia, le persone denunciate negli ultimi quattro mesi furono non settemila ma 732; e appena 23 nel mese di dicembre. Tra i 29 senatori che avevano presentato interrogazioni e interpellanze a proposito delle « repressioni sindacali », nessuno ieri contestò l'esattezza di queste cifre; e fino a questo momento nemmeno le confederazioni sindacali hanno opposto smentite. Nel contempo, j tuttavia; si continuano ad agitare davanti ' all'opinione pubblica le grandi cifre: diecimila lavoratori, attivisti e sindacalisti denunciati per avere esercitato il diritto di sciopero. - ! Così, il polverone.e il frastuono continuano. Le cifre dimostrano che, dopo l'autunno caldo, la polizia e la magistratura non denunciano più che nel passato lavoratori e sindacalisti, ma ciò non di meno si organizzano dappertutto manifestazioni contro « la repressione sindacale », e il tono polemico si fa sempre più acceso. Che si vuole? Verosimilmente l'obiettivo vero è l'amnistia. E poiché è certo che sarà votata, i sindacati e le sinistre ora si prenotano il merito di un'altra vittoria. Per conto nostro diciamo che quanto prima l'amnistia sarà presentata davanti al Parlamento e approvata, tanto di guadagnato sarà per tutti. Per amore della giustizia, vorremmo solo che a beneficiarne non fossero indiscriminatamente tutte le persone denunciate. Chi si rese colpevole di episodi di teppismo non dovrebbe essere messo sullo stesso piano di chi violò articoli del codice penale d'ispirazione fascista. Nicola Adeliì

Persone citate: Donat-cattin, Restivo, Rumor, Storti

Luoghi citati: Italia, Ravenna, Roma, Sicilia