Inasprito il blocco a Berlino mentre Bonn tratta con la Russia di Tito Sansa
Inasprito il blocco a Berlino mentre Bonn tratta con la Russia Nuovo giro di vite di UIbricht sulle autostrade Inasprito il blocco a Berlino mentre Bonn tratta con la Russia La scorsa notte si è formata una coda di 500 automezzi, lunga 8 km - A Berlino Ovest si cominciano ad avvertire difficoltà nei rifornimenti - Aspro dibattito sulla « Ostpolitik » fra i parlamentari tedesco-occidentali riuniti nell'ex capitale: la de chiede a Brandt di « dire chiaramente al popolo » che cosa intende fare (Dal nostro corrispondente) Bonn, 27 gennaio. La Germania comunista ha dato nelle ultime 24 ore un nuovo giro di vite al traffico stradale tra Berlino e la Germania Occidentale. La scorsa notte ai posti di blocco è stato fatto passare un autocarro ogni ora e si è formata una coda di oltre 500 automezzi, lunga oltre 8 chilometri, oggi vi è stato un allentamento e sono stati fatti passare una dozzina di camion ogni ora, dopo visite minuziose ed esasperanti, durate per ore. Dopo una settimana di angherie, cominciano ad esservi difficoltà nei rifornimenti per Berlino. Oggi poi si è aggiunta la nebbia, che per tutta la mattinata ha bloccato l'aeroporto centrale di Tempelhof. Mentre UIbricht stringe la morsa, appoggiato dai sovietici, a Berlino Occidentale i parlamentari di Bonn riuniti in gruppi e commissioni e in consessi di partito continuano a litigare tra di loro nell'edificio del Reichstag ricostruito, a ridosso del «muro». La polemica sulla politica di apertura verso la Germania comunista ha assunto toni da campagna elettorale. Al capo del gruppo parlamentare socialdemocratico Herbert Wehner, il quale ieri fin un'intervista al settimanale Der Spiegel,) aveva rifiutato la collaborazione dell'opposizione democristiana e aveva accennato alla possibilità di un eventuale riconoscimento de jure della Germania comunista, ha risposto oggi il capo del gruppo parlamentare democristiano-cristiano sociale, Rainer Barzel. L'esponente dell'opposizione si è appellato al cancellierie Brandt, invitandolo a rimettere ordine nella politica di apertura verso la Germania comunista e a dire chiaramente al popolo tedesco che cosa il governo intende fare: collaborare con l'opposizione e non riconoscere la Ddr (cóme ha detto il Cancelliere nel suo discorso sullo « stato della Nazione ») oppure non collaborare con ì democristiani-cristiano sociali e riconoscere la Germania comunista, come ha detto Wehner, buttando a mare una politica perseguita per vent'anni. Wehner non ha fatto attendere la sua risposta. Un paio d'ore più tardi, sempre a Berlino, ha convocato una conferenza stampa, respingendo l'attacco e invitando a non prendere alla lettera le sue parole e a non drammatizzare. « Nostro obiettivo — ha detto — è di avviare un col-IINIIIIUIIIIIIMIIIIIIIIIllllllillllllllllllllllllllllll loquio, e vi arriveremo ». Da Bonn gli ha fatto eco il se-\ gretario di Stato all'Informazione, Conrad Ahlers, il quale ha detto che il governo è « pienamente d'accordo » con quanto ha detto Herbert Wehner. A un'altra disputa sulla Ostpolitik con la Germania Orientale hanno messo fine il cancelliere Brandt e ì tre comandanti alleati di Berlino Occidentale. Al borgomastro di Berlino, Klaus Schuetz, che aveva preannunciato una lettera al Primo Ministro della Ddr, Willi Stoph, per regolare ì problemi berlinesi, hanno consigliato di soprassedere, per non creare ulteriore confusione e — come scrive la Rheinische Post — per non fare un'ulteriore riverenza al regime della Ddr e al primo ministro Stoph, che si sarebbe trovato contemporaneamente sulla scrivania due lettere, una di Brandt da Bonn e una di Schuetz da Berlino. 1 Tito Sansa j Walter UIbricht (Telefoto)
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