Universitari e politica
Universitari e politica A SIENA LA PRIMA INDAGINE STATISTICA Universitari e politica Nell'Ateneo toscano, gli studenti più « impegnati » escono da famiglie proletarie, si schierano a sinistra, ottengono i migliori risultati scolastici - L'interesse politico divampa dopo il liceo e si attenua con gli anni Degli orientamenti politici degli studenti universitari si sono occupati, in questi ultimi anni, moltissimi autori: il Froio, il Bargagli, il Lipset, il Visalberghi e vari altri. Ma è uscito ora, su questo tema, uno studio che costituisce una novità, in quanto è prettamente statistico. Condotto all'Università di Siena dalla dott. Carli, è un interessante tentativo perché cerca di dare una base numerica alle impressioni sulle quali, solitamente, poggiano non poche affermazioni della scienza politica. Per la giusta via Da un punto di vista tecnico-statistico, qualche rilievo può essere mosso all'indagine campionaria che costituisce il fondamento dello studio stesso. E' rilevante, però, il fatto che le cifre sembrino dare ragione ad alcune impressioni accumulate dai docenti universitari nella pratica routine della loro vita quotidiana, mentre in qualche settore divergono dall'opinione corrente. Un primo risultato, da molti asserito, ma finora non provato numericamente, sta nella constatazione che gli studenti più attivi nei riguardi della partecipazione politica sono quelli che riportano votazioni medie elevate. Inoltre questi studenti, oltre che interessarsi più degli altri alla vita universitaria, dimostrano anche ui.a capacità di tipo pratico e sanno porsi di fronte alla realtà in maniera concreta e responsabile. Ciò starebbe ad indicare che la cosiddetta contestazione è condotta dagli elementi migliori; potrebbe dunque portare a conseguenze pratiche vantaggiose, se si sapesse instradarla per la giusta via. Assai più interessante è il rilievo che gli studenti più attivi politicamente escono, in maggioranza, da famiglie di categorie che si possono chiamare proletarie (operai, agricoltori, ecc.), mentre coloro che hanno padri appartenenti a gruppi socialmente ed economicamente più elevati sembrano costituire un'elite, la quale poco partecipa alla vita universitaria nel suo complesso. Questi studenti frequentano poco le lezioni e dimostrano .un impegno più rallentato negli studi, anche se ottengono risultati notevoli agli esami: li debbono, probabilmente, alle maggiori facilità di vita e di studio individuale. La caratteristica, invece, degli studenti di origine proletaria è quella di impegnarsi in maniera intensa nella frequenza alle lezioni, in modo da condurre a termine, nel più limitato periodo di tempo possibile: l'iter universitario. Altri piccoli particolari rilevati nello studio destano interesse. Non sembra esservi differenza tra maschi e femmine nella partecipazione politica: quest'ultima è più intensa in coloro che dichia¬ rano le loro simpatie per la sinistra, in particolare per la sinistra moderata, e per il centro-sinistra. I soggetti più attivi si accentrano nel primo anno di corso; sono circa in ugual numero nel secondo e terzo e diminuiscono negli anni successivi. Da questo studio che, come si diceva, si basa su cifre e non su impressioni od ipotèsi, si può trarre una conclusione da non trascurare: l'atteggiamento politico dello studente è costituito da una serie coerente di atti e di attività, in relazione all'orientamento generale di ogni singolo. Tale atteggiamento ha un pròprio sistema di valori, ha le proprie caratteristiche socio-culturali condizionate dall'ambiente sociale da cui lo studente deriva, ed esse sono portate avanti con coerenza interiore ed esteriore. Le colpe dei vecchi Solo una minimi parte degli studenti (4".o) ha iniziato le discussioni politiche in famiglia e ciò dimostra, purtroppo, la colpa delle generazioni nostre nei riguardi di quelle nuove. Ma mentre 1 figli dei « ricchi » hanno già cominciato a discutere con compagni ed amici nelle scuole secondarie, quelli dei « poveri » lo fanno appena con i compagni d'Università. Ciò spiega come si trovino in maggior numero ad affrontare le questioni politiche universitarie e non le questioni politiche generali, che tanto piacciono ai ragazzi in più giovane età. Nelle questioni universitarie, poi, essi portano il comportamento politico appreso sin dall'infanzia, nell'ambiente di una categorie economicamente disagiata. Ciò, a sua volta, fa comprendere come le tendenze di sinistra prevalgano nella politica attiva degli studenti universitari. Fa testo Siena rispetto alle altre Università italiane? Sarebbe molto interessante estendere indagini del genere, le quali ci darebbero notizie delle idee e delle tendenze della classe dirigente di domani. I risultati sarebbero, forse, differenti, anche per il diverso colore politico di altre Regioni. Concludendo, però, lo studio statistico senese lascia adito a speranze migliori di quelle che si possono formulare nella pratica quotidiana. Nell'ambito degli studenti universitari sembra proprio che stia avvenendo Una circolazione di élite in senso paretiano. E se troppa condiscendenza non sarà mostrata dalle autorità centrali nel declassare gli studi, è possibile che l'Università di domani sia migliore, contro ogni nostra previsione, di quella di oggi. Se così sarà, il merito non dovrà essere ascritto a noi, ma spetterà agli studenti. Però, se così non fosse, il demerito sarebbe nostro. Diego de Castro
Persone citate: Carli, Diego De Castro, Froio, Lipset, Visalberghi
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