Restivo dichiara non ce repressione

Restivo dichiara non ce repressione La relazione in Senato Restivo dichiara non ce repressione « Le denunce per l'autunno caldo sono 8396, ma tutte legate a violazioni di legge» - Il ministro Gava: « E' necessario modificare le leggi superate » (Nostro servizio particolare) Roma, 27 gennaio. Il ministro dell'Interno Restivo ha detto oggi al Senato che durante le manifestazioni e gli scioperi nei quattro mesi dell'« autunno caldo » sono state . denunciate 8396 persone per 14.036 reati. Ma ha negato, con il ministro della Giustizia Gava, che sia in atto una qualsiasi forma di repressione antisindacale: questa tesi era sostenuta nella maggior parte delle ventinove interpellanze ed interrogazioni, presentate soprattutto dal pei e dal psiup. La cifra fornita da Restivo, frequentemente interrotto dall'estrema sinistra, è vicina a quella comunicata nei giorni scorsi da Cgil, Cisl ed Uil (9938) ed oggi ripetuta in aula dai senatori Valori (psiup) e Secchia (pei). Il ministro ha premesso che non esiste alcun proposito di rivalsa verso le conquiste dei lavoratori e, tantomeno, l'intento di porre freno alla libera attività delle organizzazioni sindacali. La loro funzione, ha sottolineato, è «essenziale per la difesa e l'elevazione delle classi lavoratrici e per il progresso del paese ». Restivo-ha aggiunto che le garanzie costituzionali sono incompatibili con qualsiasi tentativo di repressione o di limitazione delle libertà. Di conseguenza se gli organi di polizia hanno denunciato reati commessi durante le agitazioni sindacali o politiche, o hanno inoltrato denunce di privati, l'hanno fatto per adempiere un preciso obbligo di legge, la cui inosservanza è punita. La magistratura opera in assoluta autonomia, garante dei diritti dei cittadini. Secondo il ministro le 8396 denunce dell'ultimo quadrimestre dimostrano l'infondatezza della tesi su una « presunta repressione ». I 14.036 reati cui si riferiscono le denunce riguardano, fra l'altro, lesioni personali (235), devastazione o saccheggio (19), sequestro di persona (4), detenzioni di armi da guerra o esplosivi (124), violenza privata (1712), blocchi stradali o ferroviari (1610), invasione arbitraria di aziende, terreni 0 edifici (3325), interruzione di servizi pubblici (1376). Le denunce basate sugli articoli del codice fascista relativi ai reati di opinione, di cui il psiup ha chiesto l'abrogazione, « sono state 71 in tutto, in maggioranza per diffusione di notizie false e tendenziose, atte a turbare l'ordine pubblico in base all'art. 656, la cui legittimità è stata affermata dalla Corte Costituzionale », Restivo ha precisato che nel dicembre 1969, con 1489 denunce si è toccato il numero minimo rispetto alla media mensile dell'anno che è di 1998 denunce ed anche rispetto al dicembre 1968 quando 1 procedimenti furono 1895. « Si è parlato di oltre 7000 denunce solo in Sicilia; a dicembre le denunce per i reati di cui si discute furono nell'isola 23 e negli ultimi quattro mesi 732 », ha aggiunto il ministro. Concludendo, il ministro dell'Interno ha riconosciuto che esiste la necessità di modificare leggi e norme di polizia risalenti al fascismo per adeguarle ad una società democratica e in evoluzione. « V'è certamente questa esigenza di rinnovamento — ha concluso — ma c'è anche, credetemi, il bisogno di uscire da un periodo travagliato perché a questi fatti e a questi problemi si guardi, al di là della passione di parte, con serena obiettività ». Anche il ministro della Giustizia Gava ha negato che vi sia repressione, ed ha insistito sull'urgenza di aggiornare gli articoli penali d'ispirazione fascista. « Le norme non affette da incostituzionalità — ha detto — debbono però essere applicate fino a che non siano abrogate ». A proposito della condanna del prof. Francesco Tolin, direttore di Potere operaio, Gava ha smentito l'ipotesi che la sentenza abbia posto limiti al diritto costituzionale di manifestare liberamente il proprio pensiero. Lamberto Fumo

Luoghi citati: Roma, Sicilia