Le norme ci sono basta rispettarle

Le norme ci sono basta rispettarle Le norme ci sono basta rispettarle Gli episodi «neri» degli ultimi mesi Un campione del mondo. Nino Benvenuti, e sabato prossimo potrebbe essercene un altro. Bruno Arcari, impegnato a Roma nel match con il filippino Adigue. Quattro campioni d'Europa, Atzori, Zurlo, Tommaso Galli e lo stesso Arcari, con la possibilità di vedere aumentare, nel prossimo futuro, la serie dei trionfi continentali, grazie al peso welter Bossi, al medio Duran, al mediomassimo Del Papa, ai pesi massimi Cane e Baruzzi, ed altri ancora. Il pugilato professionistico italiano sembra dunque in piena salute: primo in Europa, tra i più quotati nel mondo dopo gli Stati Uniti, il Messico e l'Oriente asiatico. Ma dietro la facciata, qualcosa non va: l'eccellenza al vertice non riesce a nascondere una catena di sfasature, di episodi sconcertanti, che hanno provocato un senso di disagio in chi apprezza la boxe, scatenando invece la violentissima reazione di chi vede nel pugilato un nemico da sopprimere. Un elenco preciso di questi episodi, è difficile. Questi comunque i casi più clamorosi di cui l'opinione pubblica ha dovuto recentemente occuparsi: 9 II peso piuma Mariani, salito sul ring contro Girgenti, con la febbre a 39", con la connivenza del suo manager e la colpevole indulgenza del medico di servizio e dell'arbitro. 9 II negro americano Abe Davis, di professione facchino, mandato a~ combattere, senza autorizzazione federale, a Bologna contro il campione italiano dei pesi massimi, Dante Cane. O II campionato d'Italia dei pesi leggeri .tra Coscia e Biscotti vietato alla tv e sostituito, in seguito ad un vergognoso compromesso, dal « match » Sarti-Muzio, di scarsissimo interesse per i telespettatori. * Il brasiliano Pereira, peso superleggero, autorizzato a combattere contro un « welter » abbondante come Bossi e poi fermato, per sua fortuna, dai medici. # Il pugile Pulcrano che non si presenta sul ring nell'ultima riunione romana: è in carcere per rissa, e non è la prima volta. Eppure continua ad avere la licenza della F.P.I. Nessuno di questi episodi fa onore alla boxe italiana. Essi traggono origine da comuni denominatori: a) il rilassamento delle autorità pugilistiche nell'imporre il rispetto di regolamenti esistenti da tempo, che basterebbero per dare a tutti ampie garanzie; b) la tendenza, tutta italiana, a trovare in ogni caso la scappatoia, il trucchetto ' più o meno legale, per evadere la legge. Qualcosa di nuovo comunque è successo, negli ultimi tempi, sotto la spinta di un dramma avvenuto in Spagna — la morte sul ring del nigeriano Daudu — che ha indotto i dirigenti a stringere i freni, ad imporre un brusco richiamo alla disciplina. Il manager dì Mariani, Gresta, è stato squalificato per sei mesi, eguale sospensione ha avuto il medico dì servizio, mentre l'arbitro Della Michelina non dirìgerà più incontri per tre mesi. Infine l'organizzatore bolognese Baldazzi, che ha allestito Cane-Davis, è stato sospeso per due mesi. Punizioni giuste, anzi persino lievi per servire da esempio. Bisogna proseguire su questa strada, imponendo il rispetto delle leggi sportive non soltanto agli « umili » che finora hanno pagato, ma anche ai potenti che riescono, in molte occasioni, a salvaguardare i loro interessi con baratti e compromessi ai margini della legalità. Gianni Pignata

Luoghi citati: Bologna, Europa, Italia, Messico, Roma, Spagna, Stati Uniti